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Le tre dimensioni del sapere

Le tre dimensioni del sapere

 Sotto il nome di “Progetto X3D” la campagna di scansione dei reperti archeologici mondiali

 

Lo Smithsonian di Washington è il più grande polo museale al mondo ed è composto da 19 musei, nove centri di ricerca e oltre 140 istituzioni affiliate in tutto il mondo. Il suo patrimonio artistico arriva a 137 milioni di reperti, che possono essere suddivisi tra archeologici, fossili e opere d’arte di tutte le epoche. Come quasi tutti i musei del mondo, lo Smithsonian espone soltanto l’1% di tutto il suo patrimonio, il resto viene conservato nei magazzini ed è a disposizione di studiosi e ricercatori: il progetto X3D nasce dalla volontà di rendere fruibili ad un pubblico molto più vasto questa innumerevole mole di reperti. Grazie alla collaborazione di Autodesk, uno dei più importanti produttori di software 3D, il team di Adam Metallo, 3D Digitization Program Officer dello Smithsonian, scansionerà, attraverso l’utilizzo di scanner 3D, ben 13,7 milioni di reperti.

Progetto X3D

La risoluzione degli scanner attuali permette di rilevare dettagli praticamente invisibili a occhio nudo, senza nemmeno toccare oggetti che, spesso, sono estremamente delicati e deteriorabili. Sul sito www.3d.si.edu sono già presenti alcuni modelli che possono essere scaricati, studiati attraverso il software Autodesk che permette la visione in 3D dell’oggetto e, per chi avesse a disposizione una stampante 3D, stampati e riprodotti in scala o in dimensione reale. La modellazione in 3D avrà un impatto su tutti gli aspetti del museo, dalle esibizioni alla ricerca e alla preservazione delle opere, X3D cambierà la vita professionale di migliaia di archeologi, geologi, studiosi, insegnanti e aprirà nuove porte alla conoscenza, sfruttando anche tecnologie già accessibili a tutti come i social media.

Un nuovo modo di intendere tutto il processo di conservazione, catalogazione ed esposizione delle opere d’arte ma l’Italia, e soprattutto la Sicilia, che vantano il più grande patrimonio artistico mondiale, stanno a guardare. In Sicilia, sono presenti ben 114 tra musei, gallerie e beni archeologici, la maggior parte di essi unici al mondo. È ormai palese che il nostro sistema di conservazione, catalogazione ed esposizione delle opere o reperti non solo è obsoleto ma contribuisce al deterioramento costante delle nostre opere. Non solo. La nostra situazione, per quel che riguarda i magazzini, è a dir poco surreale: sono pochissimi i luoghi di conservazione delle opere che superano la soglia dell’accettabilità. Pensiamo alla prassi, ormai diffusa, di ricoprire le nuove scoperte archeologiche con il terreno, perchè questo, al momento, è il miglior metodo di conservazione che ci possiamo permettere.

Parlando di costi, il progetto X3D viene finanziato con 350.000 dollari all’anno, divisi tra museo e mecenate, il progetto comprende anche la realizzazione di un vero e proprio laboratorio di 3D che costerà 15 milioni di dollari, la maggior parte già reperiti tramite donazioni o sponsor. Invece, la Regione Siciliana è riuscita, anche quest’anno, a perdere ben 485 milioni di euro stanziati dalla Unione Europea a sostegno dello sviluppo, perchè incapace di presentare progetti validi. Ma si sa, la Sicilia è la regione dai mille paradossi e la mancanza, anche solo dell’idea di realizzare un progetto del genere, ci mostra come i nostri amministratori, comprese le Sovrintendenze, il più delle volte scaldano le poltrone. Nel frattempo, il nostro patrimonio artistico muore nei magazzini polverosi o in musei visitati da 100 visitatori all’anno.

Alexandra Ieni

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