Ospedale di Giarre, 50 anni dopo la posa della prima pietra: cronaca di un impegno civile -
Catania
16°

Ospedale di Giarre, 50 anni dopo la posa della prima pietra: cronaca di un impegno civile

Ospedale di Giarre, 50 anni dopo la posa della prima pietra: cronaca di un impegno civile

A cinquant’anni della prima pietra e a 25 anni dalla prima protesta delle associazioni per l’apertura della struttura ospedaliera: le varie fasi di una conquista sofferta che non può e non deve svanire raccontata da chi, come Nunziatina Spatafora, ha vissuto le diverse fasi.

Anno 2025, cinquant’anni dalla posa della prima pietra dell’ospedale di Giarre e venticinque dalla prima protesta di piazza per l’apertura della struttura.

La prima pietra della struttura fu posta nel febbraio del 1975, alla presenza del ministro della Sanità Antonino Gullotti, del senatore Mario Scelba, dell’Assessore regionale Gaetano Gullotta e del vescovo di Acireale Mons. Pasquale Bacile. L’invito fu firmato dal sindaco on. Giuseppe Russo e dal presidente dell’Ospedale Rosario Calì. Sullo storico invito sono indicati alcuni indici: Posti letto:350; Superficie Utile: mq 34.055; Superficie coperta 5.806; Volume: mc. 83.362.

Negli anni novanta Rosario Pistorio, allora responsabile del Coordinamento della zona ionico-etnea del Movimento Federativo Democratico, inviò a Roma un fax in cui si riepilogava l’iter progettuale della nuova struttura. La relazione sarà stata destinata, sicuramente, ad una raccolta di dati nazionale sulle strutture sanitarie da anni non completate. Nel 1993 la struttura era, dunque, un cantiere aperto. A quell’epoca qualche associazione e qualche partito di opposizione avevano già posto il problema del completamento della struttura, con incontri con i dirigenti della sanità e con qualche comunicato.

Nel maggio del 2000 la struttura incompleta era una ferita aperta per Giarre e per il territorio.

Alla fine di aprile del 2000, la scrivente a e il prof. Gino Pagano, rappresentanti delle rispettive associazioni culturali, “Chico Mendes” e “Associazione Futura”, incontrammo gli esponenti della Confcommercio di Giarre, presidente Armando Cutuli. Le due associazioni stavano divulgando sul territorio un questionario sulla legalità. Fu durante quell’incontro, presso la sede della Confcommercio, che Mario Patanè titolare della storica libreria la Senorita e dirigente della Confcommercio, ci chiese di affrontare la questione dell’apertura del nuovo ospedale. Io e Gino Pagano rispondemmo che la Confcommercio doveva essere in prima linea. E così fu.

La prima azione delle tre associazioni fu quella di un sopralluogo, ai primi di maggio del 2000, presso il cantiere dell’Ospedale, a cui fu invitato a partecipare il sindacato CGIL.

Del sopralluogo diede notizia il quotidiano La Sicilia; del 6 maggio, mentre il periodico Gazzettino di Giarre; sul numero del 20 maggio pubblicò il primo comunicato stampa del neo Comitato associativo. L’impegno di quel movimento stimolò e sollecitò le azioni dei sindaci, delle associazioni come Cittadinanza Attiva e il Tribunale dei diritti del Malato, il deputato giarrese della zona, Salvino Barbagallo, allora assessore agli Enti Locali.

Dopo alcune azioni del Comitato, lo stesso Barbagallo organizzò una visita del collega Assessore alla Sanità, Carmelo Lo Monte, presso l’ospedale, a cui “naturalmente” il Comitato non fu invitato.

E’ doveroso ricordare il lavoro dei giornalisti giarresi, che con i lori articoli davano notizie dell’impegno associazionistico sui quotidiani e sui periodici: Mario Pafumi del “Giornale di Sicilia”;, Corrado Petralia del “Gazzettino di Giarre”;, Mario Previtera corrispondente de “La Sicilia”;, Gabriella Leonardi per un bell’articolo su “La Sicilia” del novembre del 2000, l’allora quindicenne Lorena Leonardi che sul”Gazzettino di Giarre”; del dicembre del 2001, all’apertura della struttura, scrisse un pezzo, come giovanissima ed attenta inviata. Si ricorda anche il fotografo Santo Di Guardo che si ringrazia per le copie delle foto a suo tempo concessemi.

Tornando al sopralluogo del maggio del 2000, il neo Comitato coinvolse nelle azioni altre associazioni, tra cui Cittadinanza Attiva, presieduta da Nino Li Mura ed altre che saranno citate. Iniziò così una girandola di comunicati, di incontri tra le associazioni, con i dirigenti sanitari e i sindaci.

Il Comitato aveva incontrato, qualche giorno prima della venuta dell’Assessore Lo Monte, il direttore sanitario dell’ospedale, dott. Nunzio Catania. Lo stesso Comitato nel luglio del 2000 invitò per un confronto, presso la sede della Confcommercio, il Direttore generale dell’ASL, Giuseppe Stancanelli. L’incontro si svolse il 12 luglio del 2000 e i Consiglieri comunali, saputa della presenza in città dell’alto dirigente, lo invitarono nella Casa Comunale. Oggi forse è impensabile che un alto dirigente incontri le associazioni nelle loro sedi, ma ancora, e per poco, si respirava ancora il clima di cambiamento dovuto alla fase post tangentopoli.

Sulla spinta del Comitato anche la CGIL abbandonò la politica dentro le stanze e, in occasione della visita dell’Assessore regionale diffuse, infatti, un volantino di colore verde dal titolo 1975-2000 Primo quarto di secolo.

Ad agosto, invece, si incontrarono i sindaci del Distretto. I dirigenti dell’ASL, dietro questa pressione, comunicavano i vari step per l’apertura della nuova struttura. A settembre 2000 però tutto è ancora fermo. Mario Privitera, ricordo, mentre ero in viaggio per Palermo, con tono concitato mi telefonò comunicandomi che, da sue notizie, l’apertura dell’Ospedale era ancora lontana.

Da qui la decisione del Comitato di preparare una manifestazione pubblica.

A seguito di questa notizia i sindaci della zona programmarono controlli mensili sulla struttura, mentre il Tribunale dei Diritti, inviò una lettera al sindaco di Giarre per il ritardato avvio del nuovo ospedale, segnalando la fatiscenza della vecchia struttura.

Nel frattempo le associazioni tennero fede all’annunciata manifestazione di piazza, in cui furono coinvolte la chiesa e le scuole. A novembre con una lunga nota, inviata via fax, furono portati a conoscenza dell’iniziativa: il Ministro della Sanità, l’Assessore regionale ,i sindaci del distretto e il Direttore Generale dell’ASL.

La manifestazione pubblica, indetta l’11 novembre del 2000, fu preceduta da banchetti per la raccolta di firme e dalla distribuzione di un volantino dal titolo: “La tua mano per l’Ospedale nuovo”. Il volantino fu firmato da: Arci, Ass. Chico Mendes, Ass. Kallipolidee, Promozione e Sviluppo, Futura, Cittadinanza Attiva, i sindacati Cgil – Cisl – Uil, Confocommercio, Osservatorio europeo per la legalità PIT Salute, Tribunale diritti del Malato, ULA – Clai . I banchetti si tennero nei giorni del 28 ottobre e il 4 novembre.

Nella mattinata dell’11 settembre del 2000 il corteo della manifestazione partì dall’Ospedale vecchio per arrivare a Piazza Duomo. La conclusione dell’evento fu affidata a padre Giuseppe Grillo, parroco della chiesa Gesù Lavoratore, che anticipò i tempi del compianto Papa Francesco. Alla manifestazione parteciparono delle rappresentanze studentesche e di docenti, trasportati da un servizio gratuito offerto dalla ditta Buda. Con rammarico si ricorda che non tutti i consiglieri e gli assessori parteciparono alla manifestazione.

L’organizzazione della manifestazione pesò sulle spese personali degli organizzatori, conservo ancora il preventivo della tipografia di un milione delle vecchie lire indirizzato alla scrivente e siglato dal titolare.

Il Comitato si pose non solo l’obiettivo del funzionamento del nuovo ospedale, ma prospettò anche la questione di una strategia sulla valorizzazione delle singole strutture sanitarie sul territorio Taormina – Catania, e quella di Giarre si trova, ancora, al centro di quest’asse.

In un comunicato del 18 dicembre del 2000 le associazioni invitarono il sindaco e la dirigenza della ASL a valutare l’ipotesi di affidare un incarico ad una/un esperta/o di strategia sanitaria per un possibile indirizzo specialistico dell’ospedale giarrese.

A dicembre, infatti, fu inaugurato l’ospedale della vicina città di Acireale, che in “soli” 17 anni aveva ottenuto il nuovo ospedale. Giarre da anni politicamente non era più in grado di difendere gli interessi del proprio territorio. A difendere la struttura acese erano stati i politici: Lombardo, Merlino, Nicolosi, Aleppo, Sciacca, come scrisse il giornalista Giuseppe Contarino nel suo articolo di cronaca su “La Sicilia”.

Il Comitato giarrese sospese le attività durante il periodo natalizio, il 25 gennaio del 2001, però, si riunì per ulteriori azioni dimostrative. Il 22 marzo le associazioni partecipano, insieme al sindaco di Giarre, Giuseppe Toscano, ad un nuovo sopralluogo presso la nuova struttura. Al comune di Giarre, in questa fase, spettava il compito di firmare gli atti di autorizzazioni relativi all‘apertura della struttura.

Ad aprile il Comitato diramò un nuovo comunicato con cui manifestava la preoccupazione per la mancanza di un progetto complessivo dell’ospedale, per mancata ultimazione dei lavori e per l’annuncio da parte della azienda Sanitaria del trasferimento del reparto di fisiochinesiterapia, perché la struttura era ritenuta ancora una cantiere aperto.

Dal 2001, però, la lenta spoliazione de servizi dell’ospedale ebbe inizio dalla vecchia struttura: a maggio un medico del servizio di Ginecologia e di Ostetricia venne trasferito all’Ospedale di Paternò. A fronte di questa decisione il Comitato denunciò il mancato avvio di un apposito concorso per la copertura del posto vacante.

Il mese di settembre trascorse tra comunicati da parte del Comitato, articoli dei corrispondenti del quotidiano “La Sicilia” e del periodico “Gazzettino di Giarre” relativi al mancato impegno del completamento, dovuto anche alle mancate autorizzazioni da parte dei tecnici del comune.

L’apertura del nuovo ospedale, finalmente, fu annunciata per il 24 novembre del 2001.

Nel lungo articolo il giornalista de “La Sicilia” ricordò le ingenti somme spese, descrisse i futuri servizi: reparto di lungo degenza, pronto soccorso, due sale parto, una zona per il servizio tac, oltre ai reparti di ortopedia, neonatologia, cardiologia, psichiatria, otorinolaringoiatria, rianimazione.

Qualche settimana dopo l’annuncio dell’apertura del nuovo ospedale, il rappresentante politico della zona, il deputato forzista Ilario Floresta, inoltrò un’interrogazione al ministro della Salute, Girolamo Sirchia, invitandolo a volere considerare se esistevano le condizioni per potere inaugurare il nuovo presidio sanitario di Giarre. E non casualmente il sindaco di Acireale chiese una commissione sull’operato della ASL. Il gruppo consiliare giarrese “Libertà Nuova” invece di difendere l’apertura della struttura manifestò perplessità. La contesa politica da parte del comune di Acireale, di Floresta e del gruppo consiliare era evidente: l’ospedale d Giarre “non s’ha da aprire”.

Per la fatidica giornata del 24 novembre, dalle istituzioni fu organizzato il servizio di un bus navetta, che sarebbe stato a disposizione delle cittadine e dei cittadini che volevano partecipare all’inaugurazione dell’ospedale. Il Comitato volle dare fiducia all’Azienda sanitaria ritenendo un passo importante e di responsabilità l’atto dell’inaugurazione.

In un comunicato, però, a firma di Nunziatina Spatafora, Armando Cutuli, Angelo Melita , Gino Pagano, Enrico Fiumara, Nino Giuffrè, Mario Patanè e Giuseppe Camarda, fu affermato che la festa avrà ragione di svolgersi solo quando una/o cittadina/a potrà fruire del servizio ospedaliero.

L’anno si chiuse sicuramente con un atto significativo, da cui, temporalmente, difficilmente si poteva tornare indietro. A casa mi fu recapitato l’invito, che ancora conservo, dell’inaugurazione.

A gennaio del 2002, ad un mese dalla cerimonia, il trasferimento della struttura non era stato avviato. Il Comitato incontrò la direttrice sanitaria del presidio, dott.ssa Marinella Ienna, e formulò un comunicato stampa con cui si manifestava la preoccupazione del mancato trasferimento dell’ospedale. Preoccupazione derivata anche dal cambio del direttore Generale, perché a Giuseppe Stancanelli era successo Giorgio Ragona. Anche la CGIL esternò preoccupazione. Il sindaco si adoperò attraverso il simbolico sopralluogo della struttura.

Il Comitato indisse una conferenza stampa presso la Confcommercio, iniziativa con cui non solo mantenne alta l’attenzione verso le azioni dell’Asl, ma ancora una volta si interrogò sul futuro dell’Ospedale, auspicando che quello di Giarre potesse assumere un ruolo specialistico. Il Comitato annunciò, contestualmente, l’indizione di una fiaccolata di protesta per il mancato avvio del trasferimento della struttura ad oltre un mese dall’inaugurazione. In quella fase il Comitato era costituto da Confcommercio, Chico Mendes, Futura, CGIL, CISL, UIL, Liberamente, Arci, Promozione Sviluppo e Territorio, Parrocchia Gesù Lavoratore, Stupor Mundi – Kallipoidee, a cui si aggiunse l’Associazione Santo Calì. All’iniziativa aderirono i giovani di Rifondazione Comunista, il Comitato Regina Pacis, i sindaci di Giarre e Mascali, Giuseppe Toscano e Silvio Carota. La fiaccolata ebbe luogo nel marzo del 2002.

Ad aprile il Comitato, finalmente, in un comunicato manifestò la soddisfazione del reale trasferimento del nosocomio presso la nuova struttura; contestualmente fu richiesto al nuovo Direttore Generale un incontro, che avverrà il 15 maggio 2002 a Catania, presso la direzione generale di via Santa Maria La Grande. Oggetto dell’incontro “come la struttura di Giarre possa assumere la funzione di un centro specialistico, visti i servizi prestati dai vicini ospedali”.

Pochi anni dopo il trasferimento nella nuova struttura si vociferò che il reparto di ostetricia, pur corrispondendo ai parametri del numero annuale delle nascite, previste per il mantenimento del reparto, sarebbe stato trasferito ad Acireale, che contava invece meno nascite.

Il dato mi fu fornito da una nota e seria ginecologa giarrese che oggi non c’è più. Rispetto al 2000 il contesto politico era cambiato, la razionalizzazione della spesa pubblica sanitaria cinicamente andava avanti e gli ospedali sono stati tenuti in vita anche in base alla forze politiche presenti sul territorio e di queste forze Giarre da un po’ di anni ne era priva.

A fronte del taglio del servizio di ostetricia e di ginecologia, si ricostituì il movimento delle associazioni con il nome, suggerito da Maria Pia Fiumara, ME.DE.A, Movimento Etneo Democratico Associazioni, che indisse per il 16 gennaio del 2006 un conferenza stampa. Della fluttuante presenza delle e dei partecipanti all’interno comitato-movimento, operativo dal 2000-2007, desidero citare anche i nomi di Enzo Venuto, Saro Previtera allora segretario della Confcommercio, Janì Russo, Lucio Fresta, Enrico Fiumara, Mariella Russo, il compianto Filippo Messina, Paolo Pintabona, Angelo Melita. Mi scuso con quelli che involontariamente non cito.

Il Movimento accoratamente si rivolse ai parlamentari regionali per frenare la chiusura dell’Ospedale: Giovanni Villari, Salvo Raiti, Giovanni Barbagallo, Santo Liotta e Giuseppe Spampinato, in data 18 gennaio del 2006, presentarono una mozione con cui impegnarono il governo ad intervenire con precisi atti di indirizzo affinché la struttura non venisse depotenziata. Anche la CCGL attivò la sua protesta.

Il 24 gennaio viene indetto una seduta straordinaria del consiglio comunale, allora presieduto da Giuseppe Donzello.
Con lettera del 10 ottobre 2006 il movimento associativo inviò una ulteriore lettera a tutti i deputati regionali e nazionali con cui furono invitati a sostenere le ragioni di un territorio, autonomo da Catania e dotato di servizi sanitari essenziali fin dall’inizio del Novecento. Il Direttore Generale annunciò una conferenza presso l’ospedale a cui partecipò il Comitato associativo.

La battaglia continuò ancora durante il 2007, i deputati Salvo Raiti e Salvo Fleres, sollecitati dal Comitato, intervennero rispettivamente con una visita ispettiva e con la presentazione di una interrogazione. Ricordo che io e Gino Pagano, prima dell’interrogazione, incontrammo Salvo Fleres presso la sua segreteria.

Ad aprile i giornali riportarono la notizia che il reparto di pediatria non era dotato di personale sufficiente.
Durante l’estate il Comitato protestò per la riduzione dei posti letto, e lanciò ancora un appello affinché non venissero soppresse le realtà sanitarie che insistono sui significativi territori di Giarre e di Militello.

Il 4 luglio fu trasmessa dalle associazioni un’ennesima nota ai deputati di turno, Angelo Lombardo e Salvo Fleres.

Dal 9 luglio al 15 del 2007 luglio l’ospedale fu chiuso per urgenti lavori alla cabina elettrica.

A luglio dello stesso anno furono chiusi anche i reparti di Pediatria e Otorino con la scusa di dovere effettuare lavori presso il tetto della struttura. I consiglieri indissero una seduta straordinaria del Consiglio comunale con il direttore generale dell’ASL e anche la CGIL svolse la sua funzione.

Il Comitato, sempre a luglio promosse la presenza di alcuni parlamentari regionali e nazionali che effettueranno un sopralluogo: Giovanni Burtone, Marilena Samperi e Salvo Raiti.

Nel contempo agirono anche i sindaci mentre i dirigenti dell’ASL sembrarono disponibili ad individuare una vocazione specifica per l’ospedale, ma intanto fu annunciata la notizia che da Acireale il reparto di geriatria sarebbe stato trasferito a Giarre. Tale notizia, anticipò l’imminente mission della struttura giarrese!

La mia documentazione si ferma a questa data, al 2007, non si ferma invece il declino della struttura fino alla chiusura del reparto di ginecologia e ostetricia, del pronto soccorso, di ortopedia, di chirurgia.

La battaglia per l’ospedale, continuò, oltre il mio personale impegno e quello dei vari rappresentanti delle associazioni che dal 2000 avevano seguito le sorti della struttura.

Nel 2008 si costituì un nuovo comitato, portavoce della problematica fu Angelo D’anna, che non aveva partecipato allo storico Comitato operativo dal 2000 al 2007. Il nuovo Comitato, o più modernamente la nuova Rete delle associazioni, mise in campo tutte le azioni possibili per evitare la chiusura dell’ospedale.

Nel 2015 si costituì un ulteriore Comitato di associazioni “Rivogliamo L’Ospedale” di cui ricordo l’impegno di Angelo Larosa e Alfio Bonaventura.

Grazie a questa ulteriore battaglia che, “fortunatamente”, coincise con un impegno elettorale di uno dei candidati alla presidenza alla Regione, Nello Musumeci, nel 2021 sono stati riaperti, con ulteriore e farsesca inaugurazione, uno zoppicante ma irrinunciabile Pronto Soccorso ed alcuni reparti.

Concluso, però, il temporaneo impegno elettorale del candidato eletto, il problema dell’apertura dell’ospedale di Giarre si ripresenta puntualmente, in questi giorni di luglio 2025 i giornali “Gazzettinonline” e “La Sicilia” hanno informato la cittadinanza del territorio su un evntuale ulteriore depotenziamento della struttura della zona ionico-etnea…

Nunziatina Spatafora

Potrebbero interessarti anche