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Sagitta interdum, resiliens, percuit dirigentem!

Sagitta interdum, resiliens, percuit dirigentem!

Sagitta interdum, resiliens, percuit dirigentem!”. Proprio così: “Il dardo talora, rimbalzando,colpisce chi l’ha scagliato”: motto latino, tratto da San Girolamo (Ep. 52,14, cf. anche 125,19), la cui traduzione dovrebbe a lungo far riflettere tutti coloro che, specie oggi, ci governano. A qualsivoglia livello, da Roma sino ai Comuni, passando per le Regioni e le Province. Per non dire ancora di quanti risultano “imboscati” nei tanti e variegati “enti inutili”, che sono, peraltro, una miriade, sì, interminabili, sparsi come sono nell’intero Paese. Con indennità e rimborsi che superano, a volte, anche quelli di coloro che siedono al Senato o alla Camera dei Deputati. Ad uso e consumo di questi ultimi, i quali pongono proprio lì i loro “amici”, quando non anche i loro “parenti”.

Una situazione – a dare il giusto peso alle continue e persistenti cronache che giungono da ogni parte del “Paese Italia”, Regioni per prime – che rischia di esplodere. Specie oggi, sì, in un momento socio-economico davvero critico per le condizioni di bisogno, anzi di povertà, con la quale è costretta a convivere la stragrande maggioranza degli Italiani. E ancor più per la mancanza di lavoro a favore dei giovani, costretti ad una condizione di vita davvero assai umiliante: a carico dei genitori, quando non anche spinti ad emigrare, ripercorrendo quelle strade che sembravano ormai del tutto dimenticate. Sì, l’emigrazione di massa che ha caratterizzato maggiormente il secondo dopoguerra, con la muta speranza di poter vivere “giorni migliori”. Sotto “cieli più radiosi”.

Da qui il “monito” che coloro che hanno responsabilità politiche, a qualsivoglia livello, dovrebbero cogliere dal motto “Il dardo talora, rimbalzando,colpisce chi l’ha scagliato”. Un motto che va inteso e interpretato come un vero e proprio “pericolo” per tutti coloro che continuano, imperterriti e senza pudore alcuno, a dilapidare le “sostanziose risorse” del “Paese Italia” per fini che nulla hanno a che fare con il “bene pubblico”. Sì, facendo finta che tutto, qui da noi, va bene. Quando, invece, va tutto a rotoli, in malora, in rovina. E non solo. Poiché la stragrande maggioranza della popolazione, per le condizioni di povertà a cui è costretta, potrebbe, da un momento all’altro, perdere la pazienza e andare in delirio. Per muoversi lungo strade mai prima “praticate”.

Per dare inizio, per mettere in campo un’azione che si ritorcerebbe contro chi fa finta di non capire, un’azione che danneggerebbe quanti favoriscono lo sfacelo: un vero “boomerang”, termine con il quale viene designata un’“arma da getto australiana costituita da un bastone ricurvo che ha la proprietà di ritornare nei pressi del lanciatore, quando non colpisce il bersaglio”. Un “bersaglio”, la stragrande maggioranza degli Italiani, che – pur costretta a soffrire e gravemente ferita, per i disagi di una condizione di bisogno, quando non anche di povertà – finirebbe per scatenare l’inferno, sì, un qualcosa che metterebbe definitivamente al tappeto l’intera classe dirigente. Perché, allora, non si cambia rotta per dar vita a qualcosa che guardi, finalmente, verso il “basso”!

Senza perdere più tempo, dal momento che “Maiora premunt”!

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