“Contesa”, Giovanni Spuches raccontato da Lucio Paolo Alfonso -
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“Contesa”, Giovanni Spuches raccontato da Lucio Paolo Alfonso

“Contesa”, Giovanni Spuches raccontato da Lucio Paolo Alfonso

Giovanni Spuches, architetto siciliano, è un personaggio multisfaccettato. Un uomo. Né più né meno. Un uomo con le sue grandezze e con le sue miserie. Un uomo che vive. Che vive e che opera, che coltiva passioni e delusioni travolto dal divenire esistenziale. Un uomo che incontra, che emana fascino e che subisce il fascino. Un uomo vero di carne e sangue e in questo rientra la sua visione del sesso, mai banale o animalesco, ma sempre motivato.

Certo, Alfonso non può fare a meno di allungare certi capitoli, è nella sua natura, nel suo stile narrativo, ma ciò non toglie nulla all’efficacia del suo romanzo, che risulta avvincente e godibile. Quello che più ci ha colpiti, in questo romanzo tra l’autobiografico e la narrazione fantastica è l’intenso lirismo che ne pervade le pagine. Alfonso nasce Poeta e non può fare a meno di scrivere e descrivere luoghi, ambienti, persone e sentimenti attraverso folgorazioni poetiche di rara bellezza ed efficacia.

lucio paolo alfonsoAttraverso “Contesa”, così, l’autore non solo esplora gli oscuri labirinti dell’animo sensuale e tormentato dell’uomo Giovanni Spuches, ma traccia un quadro paradigmatico dell’umanità e, segnatamente, dell’universo maschile, permeato dalla notte dei tempi da incontrollabili pulsioni libidiche e di morte, e inesorabilmente diviso tra inconciliabili sentimenti di amore e di odio. Il romanzo è incalzante e instilla nel il lettore il desiderio di una lettura avida e nel tempo stesso attenta.
Lucio Paolo Alfonso (nel riquadro a sinistra) è nato nel 1951. È autore del saggio Biografie, microstorie, storia generale (L’Almanacco, Catania, 2005) e degli studi Una nota su Karl Popper, La personalità tossicomanica nei modelli delle scienze umane, Scheda storico bibliografica sul fenomeno mafioso e Il dibattito post-gramsciano sulla cultura classica nel Politecnico di Vittorini (Bracchi, 1991) e della raccolta di poesie I tempi della sete (Portaparole, Roma, 2013).

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