“Abbiamo atteso confidando sempre nell’ordinamento giudiziario italiano e la giustizia ha finalmente prevalso. Potrò servire più compiutamente la Sicilia e il mio territorio. Dedico la mia elezione tanto attesa e sofferta alla memoria di mio padre grande servitore della sua città e dei cittadini. Condivido questo risultato con il mio avvocato Andrea Nunzio Russo che ringrazio sempre e gli amici Antonio Scavone e Raffaele Lombardo con cui già dal 1999 ho iniziato nel mio impegno politico. Lavorerò coi colleghi del gruppo del Movimento per l’Autonomia per rilanciare la vocazione autonomista e statutaria della nostra Regione”, con queste parole Santo Primavera ha commentato la sentenza della Cassazione che mette, finalmente, la parole “fine” ad una vicenda che si protrae da anni e che non è stata avara di colpi di scena.
La vicenda riguarda l’assegnanzione del secondo seggio ottenuto dalla lista “Sud chiama Nord” in provincia di Catania.
Ieri l’ultima puntata: Salvatore Giuffrida dovrà cedere il suo scranno a Santo Primavera. Giuffrida, in virtù di un provvedimento di sospensione dell’ordinanza della Corte d’Appello che, nel gennaio 2025, aveva proclamato eletto Santo Primavera, nel maggio scorso era di nuovo tornato a sedersi all’Assemblea regionale siciliana.
In origine ad essere eletto fu Davide Vasta, attualmente sindaco di Riposto. Successivamente Giuffrida, primo dei non eletti, era subentrato alla carica di deputato a Davide Vasta, dichiarato ineleggibile con una pronuncia del Tribunale di Palermo, successivamente confermata dalla Corte d’Appello.
Avverso all’eleggibilità di Salvatore Giuffrida aveva fatto ricorso Santo Primavera. Nel giugno 2024, il Tribunale di Palermo aveva rigettato il ricorso di Primavera, che chiedeva di dichiarare l’ineleggibilità o l’incandidabilità di Giuffrida e di correggere il risultato delle elezioni, procedendo alla sostituzione del deputato.
Nel gennaio scorso l’ennesimo ribaltone: Salvatore Giuffrida decade dalla carica di deputato regionale (nel frattempo transitato nella Democrazia Cristiana) e al suo posto subentra Santo Primavera. La decisione è stata presa dalla Corte d’Appello, che ha accolto l’appello presentato da Primavera.
Frattanto Salvatore Giuffrida ha fatto ricorso in Cassazione, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia.
Nell’attesa della sentenza di Cassazione i legali di Giuffrida con istanza presentata alla Corte d’Appello di Palermo hanno chiesto la sospensione della sentenza di appello.
E qui l’ennesimo colpo di scena: la Procura generale ha espresso parere favorevole all’accoglimento della domanda di sospensione e, pertanto, la Corte d’Appello, con ordinanza odierna, ha sospeso la pronuncia che aveva dichiarato ineleggibile Giuffrida che dunque potrà riprendere il suo posto all’Ars in attesa della Cassazione.
Adesso la sentenza della Cassazione che da definitivamente ragione a Santo Primavera.





