Considerata da sempre l’accessorio maschile per eccellenza, la cravatta ha attraversato mode, epoche e stagioni, mantenendo intatta la sua capacità di conferire eleganza e personalità a chi la indossa.
Simbolo di raffinatezza e di cura del dettaglio, la cravatta, ormai diffusa anche nell’abbigliamento femminile, è molto più di un semplice oggetto: è espressione di gusto, tradizione e cultura.
Roccella Valdemone: il luogo della mostra
Recentemente, la cravatta è stata protagonista di una mostra unica nel suo genere, tenutasi domenica 16 novembre a Roccella Valdemone, un piccolo e affascinante comune della provincia di Messina, un’oasi di pace situata nel cuore della Valle dell’Alcantara.
Come una piccola gemma di un anello, Roccella Valdemone è incastonata tra due imponenti speroni rocciosi: il primo, di dimensioni minori, si trova a 797 metri sul livello del mare, mentre il secondo, denominato “La Rocca Grande”, raggiunge gli 896 metri.
Il centro abitato è raggiungibile, per chi proviene da sud, tramite la strada provinciale 2, che collega Moio Alcantara e attraversa con un lungo rettilineo la fertile pianura circostante.
Durante il tragitto, il versante sinistro è dominato dalla presenza imponente dell’Etna, mentre a destra si estende un ampio scenario collinare e in parte montuoso, caratterizzato da casolari, campi coltivati e aree brulle.
Dopo alcune curve appare uno spettacolo davvero straordinario: davanti a noi si staglia Roccella, l’antica Auricella (nome che, secondo la tradizione popolare, sarebbe legato all’esistenza di storiche cave d’oro nella zona) o Rocchella, riconoscibile dal suo profilo unico, le casette basse e ordinate allineate una accanto all’altra, e i maestosi faraglioni che dominano il paesaggio.
Da qualche anno, nel paese viene organizzata la Festa di San Martino, un evento dedicato alla celebrazione dell’autunno e dei suoi prodotti tipici, come l’olio nuovo, le castagne, le noci, l’uva, i funghi e le melagrane.
Tra le strade strette e i vicoli del borgo si percepisce un clima di festa che richiama quella di un tempo passato, fatto di semplicità, accoglienza e generosità.
Percorrendo Via Umberto e lasciata alle spalle l’ex chiesa di San Michele, oggi adibita a spazio espositivo, giungiamo in Piazza Duomo, con la splendida Chiesa Madre intitolata a San Nicola di Bari e lo storico Palazzo Spadafora, antica dimora nobiliare.
Piazza Duomo rappresenta il cuore pulsante della comunità e, durante le festività, si anima con un’atmosfera vivace e coinvolgente. In questa cornice vengono allestiti stand gastronomici e numerose bancarelle che propongono una vasta gamma di prodotti e specialità tipiche.
Il tutto è reso ancora più piacevole dalla calorosa ospitalità degli abitanti di Roccella, persone sincere e operose, sempre pronte a offrire la loro generosità.
Ma torniamo alle cravatte.
La mostra nell’ex chiesa di San Michele
La mostra, ospitata nell’ex chiesa di San Michele, presenta una selezione di cravatte scelte da una collezione di circa mille pezzi raccolti in tutta Europa e oltreoceano (Stati Uniti, Brasile e Australia) che Alfio Vaccaro, appassionato collezionista scomparso qualche anno fa, ha accumulato in oltre quarant’anni di laboriosa e incessante attività di ricerca.
L’esposizione è stata organizzata dal maestro Giovanni Di Dio, presidente dell’Associazione culturale “Progetto Sessanta”, in collaborazione con il Comune di Roccella Valdemone, guidato dal Sindaco, dott. Gianfranco Orsina, e con la Pro Loco, presieduta da Tindaro Puglisi.
La collezione ha permesso ai visitatori di compiere un vero e proprio viaggio nel tempo, ammirando modelli, tessuti e colori che hanno segnato la storia della moda maschile. Attraversando tutte le stagioni, le cravatte in mostra hanno raccontato le tendenze di un’epoca in cui l’attenzione al dettaglio era fondamentale.
Dai motivi floreali primaverili alle tonalità calde dell’autunno, passando per i tessuti freschi dell’estate e le trame più pesanti e avvolgenti dell’inverno, ogni cravatta è stata testimone di uno stile in continua evoluzione. Caratterizzata da una notevole leggerezza, la più antica risale al 1911 ed è stata prodotta in California.
E poi ammettiamolo: chi non ha mai avuto difficoltà ad annodarsi la cravatta davanti allo specchio? Il nodo, che sia singolo o doppio, resta sempre un piccolo dilemma e, in fondo, fare il nodo perfetto è una vera arte che non tutti conoscono.
Storia e Significato della cravatta
La cravatta, nata come elemento distintivo tra i soldati croati nel XVII secolo, si è poi diffusa in tutta Europa, diventando un accessorio indispensabile per l’uomo elegante. Nel corso del Novecento, la sua forma e il suo utilizzo sono stati reinterpretati dai grandi maestri della moda, dando vita a modelli iconici e innovativi.
La mostra ha evidenziato proprio questo aspetto, celebrando la cravatta come simbolo di stile e di individualità.
Nonostante le trasformazioni delle abitudini e dei contesti sociali, la cravatta conserva il suo fascino senza tempo. Ancora oggi, scegliere una cravatta significa comunicare attenzione, rispetto e desiderio di distinguersi. Che sia indossata per un’occasione formale o per aggiungere un tocco di colore alla quotidianità, la cravatta rimane un accessorio imprescindibile nel guardaroba maschile.
La mostra dedicata alle cravatte ha rappresentato un omaggio alla tradizione sartoriale italiana e internazionale, evidenziando come questo piccolo ma significativo accessorio sia in grado di raccontare storie, emozioni e cambiamenti.
Luigi Lo Presti
Foto (da sinistra): Tindaro Puglisi, presidente della Pro Loco; Giovanni Di Dio, presidente dell’Associazione culturale “Progetto Sessanta” e il Sindaco di Roccella Valdemone, dott. Gianfranco Orsina







