Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, nei giorni scorsi, è stata eseguita dalla Polizia di Stato di Catania un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania, nei confronti di S.V. (classe 1987).
Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal GIP, alla luce degli elementi indiziari attualmente disponibili in una fase processuale che non ha ancora permesso l’instaurazione del contradditorio davanti al giudice, si attribuisce all’indagato – ferma restando la presunzione di innocenza valevole fino a condanna definitiva – la commissione di più rapine.
Il provvedimento restrittivo compendia gli esiti di un’attività di indagine che ha tratto spunto da una rapina, commessa la sera del 10 gennaio 2025, presso un esercizio commerciale, ad opera di un uomo, a volto scoperto, con barba incolta.
Analogo episodio si registrava il giorno successivo, alla stessa ora, quando il medesimo soggetto si rendeva responsabile di analoga rapina ai danni di un altro esercizio commerciale, dove – dietro la minaccia di un taglierino – costringeva un dipendente ad aprire la cassa, impossessandosi del danaro contante custodito all’interno.
La condotta delittuosa veniva reiterata la mattina del 12 gennaio, quando un uomo armato di taglierino faceva ingresso all’interno di un supermercato, intimando ad un dipendente di consegnare il denaro contenuto nella cassa. Nell’occasione, tuttavia, quest’ultimo riusciva a mettere in fuga l’autore del reato che, a piedi e con il taglierino in mano, si allontanava dall’esercizio commerciale.
Le tempestive attività svolte dal personale della Sezione Falchi della Squadra Mobile – basate sulla visione di immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza degli esercizi commerciali interessati – permettevano di attribuire all’uomo la responsabilità in ordine alla commissione delle plurime condotte delittuose sopra descritte.
Il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero titolare del relativo fascicolo d’indagine, ha quindi disposto l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, eseguita con la traduzione dell’indagato presso la Casa Circondariale di Piazza Lanza.