Non è una semplice indiscrezione, è qualcosa di assolutamente concreto: ISwiss bank mira a beni del demanio. L’istituto bancario rappresentato da Christopher Aleo, giovane e brillante banchiere che ha più volte conquistato la copertina di Forbes, punta, in pratica, sul patrimonio dello Stato in vendita dal demanio.
Da quanto ci risulta l’operazione è in fasa molto avanzata e sarebbero già stati scelti numerosi immobili che l’Hedge fund New Yorkese avrebbe puntato, con un pool di clienti interessati a creare un’operazione borsistica di cartolarizzazione dei futuri flussi di cassa generati. Di cosa si tratta? La cartolarizzazione é uno sofisticato strumento finanziario che consente di poter monetizzare oggi un progetto futuro, e poter dunque finanzarsi in maniera piuttosto rapida e sicura. Questo grazie anche alle politiche della Banca centrale europea che puntano con grande insistenza sullo strumento per la tenuta dei mercati.
Il banchiere Christopher Aleo avrebbe già aperto uno specifico veicolo irlandese al fine di operare su questa delicata e mastodontica trattativa con il demanio italiano. L’amministratore delegato del gruppo iSwiss, durante un appuntamento in visita ad uno degli immobili in questione, in occasione di un viaggio istituzionale in Italia, ha evidenziato che iSwiss Hedge Fund ha visto fin da subito una grande possibilità di sviluppo per molte di queste prestigiose strutture, e che si tratta di un’ottima iniziativa da parte del governo italiano quella di andare a rilasciare sul mercato immobili che potrebbero nel futuro solo deprezzarsi.
A fronte della richiesta di una dichiarazione ufficiale, visto il peso dell’operazione, ha testualmente affermato: “Puntiamo ad un complessivo investimento di circa 435 milioni di euro entro il 2026 e ad una performance che potrebbe aggirarsi entro i 2 miliardi nella prima decade di attivita. Appena approvata l’acquisizione vorremmo procedere celermente nella gestione della catena direttiva, che porterà allo sviluppo dei vari immobili. Riusciremo probabilmente a dare nuova linfa a questi capolavori che più apprezza, purtroppo, solo chi abita all’estero”.