Prosegue la serie di interviste dedicate ai protagonisti della politica locale, con Laura Vaccaro come ospite: candidata sindaco alle elezioni comunali del 12 giugno 2022, oggi è consigliera comunale di opposizione per il gruppo “La Rinascita”.
Fin dal suo ingresso nel Consiglio comunale, Laura Vaccaro ha applicato con efficacia le sue competenze professionali, evidenziando una preparazione approfondita sulle questioni economiche e finanziarie.
La lettura del suo curriculum, ricco di dettagli ed esperienze significative, mette in risalto le competenze e la serietà che caratterizzano il suo profilo professionale.
Nel 1992 ha conseguito la laurea in ingegneria civile con una tesi incentrata sulla pianificazione territoriale (“Analisi sistematica del territorio del bacino dell’Alcantara, finalizzata alla costruzione di una banca-dati cartografica”).
Ha maturato una rilevante esperienza collaborando con enti pubblici e aziende di rilievo su scala regionale, partecipando allo sviluppo di numerose infrastrutture e specializzandosi nella gestione di fondi comunitari e nei processi di innovazione tecnologica.
Le sue comunicazioni in Consiglio comunale si caratterizzano per l’approccio pratico e orientato alla ricerca di soluzioni concrete, evitando di limitarsi unicamente a trattare argomenti teorici.
Sebbene non ricopra incarichi amministrativi, Laura Vaccaro può essere considerata una manager che ha messo a frutto le proprie competenze nel settore politico, un ambito che oggi richiede figure professionali capaci di sviluppare strategie efficaci e amministrare con competenza le risorse pubbliche.
È sposata e ha due figlie; suo marito, il dottor Salvatore Nuciforo, è stato sindaco di Francavilla per due mandati, dal 2002 al 2012.
Consigliera, come è nata la sua passione per la politica?
«Mi sono tenuta lontana dalla politica finché non ho sentito la necessità di impegnarmi per il mio paese. Il declino che osservavo mi preoccupava, soprattutto confrontando Francavilla con altre realtà più dinamiche incontrate grazie al mio lavoro. Quando un gruppo mi ha proposto di candidarmi per rilanciare il territorio, ho accettato perché credo sia importante passare dalle critiche ai fatti concreti. La mia passione nasce principalmente dall’amore per il mio paese, più che dalla politica stessa.
Amo profondamente Francavilla, una zona ricca di bellezze naturali, archeologiche e potenzialità turistiche. Proprio da questa convinzione è nata la mia candidatura nel gruppo “La Rinascita”, con l’obiettivo di valorizzare il nostro territorio e favorire il suo sviluppo».
In che misura il fatto di essere coniuge di un ex sindaco di Francavilla ha inciso sul suo percorso politico?
«Non posso dare una risposta precisa perché non ne sono sicura. Durante il periodo di mio marito, come ho già detto, sono rimasta piuttosto distante dalla politica; credo però che sia essenziale che ciascuno abbia la possibilità di esprimere la propria individualità.
Ho sempre manifestato il mio punto di vista senza però impormi, consapevole che si trattava della sua gestione e delle sue decisioni. Credo che tutti debbano poter essere sé stessi. Probabilmente anche lui ha trovato in me un sostegno quando ha scelto di candidarsi. Sicuramente non ha avuto su di me un’influenza determinante.
La mia carriera professionale e la politica a volte sono state in contrasto, motivo per cui durante i periodi lontani dalla politica mi sono sentita maggiormente serena dal punto di vista lavorativo. Sfortunatamente, oggi dall’esterno si tende a credere che ogni risultato professionale dipenda dalla politica, ma non è così: il mio percorso l’ho costruito da sola, e la politica ha avuto un peso minimo sulla mia vita lavorativa. Ribadisco, l’ultimo decennio è stato essenziale per me perché mi ha permesso di esprimere appieno la mia personalità e la mia professionalità».
Consigliera Vaccaro, qual è lo stato attuale del Comune a seguito della dichiarazione di dissesto e quali sono, secondo lei, le cause principali di questa situazione?
«La situazione economico-finanziaria del Comune di Francavilla si presenta particolarmente critica, attribuibile principalmente a una gestione inadeguata degli ultimi cinque anni. È opportuno sottolineare che non risulta appropriato ascrivere ogni responsabilità alle amministrazioni precedenti, poiché l’attuale esecutivo, in carica dal 2017, disponeva di strumenti idonei per intervenire tempestivamente sul risanamento dei conti, senza creare il disastro attuale.
Il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale è stato approvato dal Consiglio comunale soltanto a maggio del 2022: un piano da campagna elettorale; nel frattempo, le criticità sono peggiorate, al punto che oggi, nel 2025 ci ritroviamo ancora a discutere di rendiconti risalenti a cinque anni fa.
Il documento contabile è stato redatto in modo poco accurato, probabilmente influenzato, come dicevo prima, dalla scadenza elettorale legata alle elezioni amministrative di giugno 2022. Ricordo che, tra le diverse osservazioni formulate dalla Corte dei conti sul piano, sono state evidenziate criticità anche in merito alla cessione della rete elettrica comunale, effettuata senza una valutazione tecnica né una documentazione di supporto adeguata.
Questa Amministrazione non ha mai presentato i bilanci entro le scadenze di legge, compromettendo così la regolarità dei trasferimenti statali. In definitiva, si è trattato di una gestione scellerata e priva di programmazione».
Ritiene che ci siano responsabilità politiche precise?
«Le responsabilità politiche sono evidenti: non si può continuare a scaricare le colpe esclusivamente sul passato, specie considerando che oggi la realtà è profondamente cambiata, anche grazie ai fondi europei e a nuove dinamiche finanziarie.
È dunque necessario assumersi le proprie responsabilità e adottare una prospettiva costruttiva per il futuro della comunità. I ritardi nell’approvazione dei bilanci hanno bloccato fondi essenziali, come circa 1.300.000 euro all’anno dal Ministero, mettendo a rischio servizi fondamentali e causando danni all’economia locale. Se queste risorse fossero state disponibili, avrebbero sostenuto le attività comunali, le associazioni, la promozione del territorio e il turismo, generando un circolo virtuoso rilevante.
Le somme attualmente bloccate non costituiscono una perdita definitiva per il Comune. Il Fondo di Solidarietà rappresenta l’unica fonte di sostegno percepita, mentre altri fondi della finanza locale – pari a 5-6 milioni di euro – rimangono congelati.
Con la dichiarazione di dissesto, tali risorse potranno essere nuovamente disponibili e contribuiranno al ripianamento della massa debitoria. Tuttavia, ciò ha comportato una significativa riduzione dei servizi offerti alla comunità, con effetti negativi sulla qualità della vita locale.
Negli ultimi anni, numerose attività commerciali hanno cessato l’attività, privando così la cittadinanza di una risorsa essenziale».
Qual è il ruolo dell’opposizione in questa fase delicata?
«Il mio gruppo politico ha sempre svolto un’opposizione attenta e costruttiva. Non vedo l’opposizione come uno strumento per ostacolare o colpire altri, ma come un modo per tutelare i cittadini e la comunità a cui appartengo.
Le mie azioni sono sempre guidate dal senso di responsabilità verso Francavilla, dove sono nata, cresciuta e dove vivono le mie figlie. Anche in occasione del dissesto ho scelto di astenermi, perché ritenevo questa scelta più responsabile rispetto al voto contrario: la maggioranza aveva il dovere di assumersi la responsabilità delle proprie decisioni. Per me, l’opposizione consiste nel proporre soluzioni e formulare critiche costruttive; non mira mai a distruggere ma a migliorare».
Quali strategie propone per attrarre nuove risorse finanziarie e investimenti nel territorio comunale?
«Il mio programma elettorale era chiaro: puntava sulle politiche sociali, il sostegno alle fasce deboli, alle famiglie e agli anziani, anche attraverso la partecipazione ai bandi pubblici. L’ultimo quinquennio è stato un periodo straordinario, che difficilmente si ripeterà, caratterizzato da ingenti finanziamenti destinati a tutte le comunità capaci di coglierli; purtroppo, Francavilla ne ha approfittato solo in parte. Sebbene l’investimento nelle scuole sia stato importante, c’erano molte altre opportunità da cogliere.
Sono fondamentali le politiche sociali: riqualificare gli spazi, creare centri di aggregazione per anziani, giovani e donne. Avevo individuato l’Opera Pia come luogo ideale per un centro dedicato alle donne, promuovendo anche lo scambio intergenerazionale tra anziani e giovani.
Il cineteatro comunale, ora parzialmente inagibile, se adeguatamente ristrutturato avrebbe potuto generare un significativo indotto economico: avremmo potuto programmare spettacoli teatrali, cineforum e attirare visitatori da ogni parte.
Avevo pensato anche a un centro per la cura degli animali nell’ex mattatoio comunale, un piccolo pronto soccorso convenzionato, rispondendo così alla crescente attenzione verso il benessere animale.
E ancora, il restauro di tutte le chiese di Francavilla, veri gioielli architettonici che meritano di essere riportati al loro antico splendore, fondamentale anche per incentivare il turismo, insieme a tutti i monumenti cittadini e non solo a Palazzo Cagnone. Francavilla vanta inoltre una rete di piste da trekking e ciclabili molto estesa e suggestiva, da valorizzare soprattutto oggi che cresce l’interesse per il turismo sostenibile e lento. In campagna elettorale ho sempre sostenuto l’idea di rendere Francavilla la capitale del turismo lento, un punto di riferimento per chi predilige il biologico, l’ambiente e il rispetto della natura: tutte opportunità realizzabili con gli strumenti che avevamo a disposizione, ma che purtroppo non sono state colte.
Immaginavo anche Francavilla come un hub energetico: la discarica (chiusa) di Morfia, oggi inutilizzata e fonte di rischio ambientale, avrebbe potuto produrre biogas e ricchezza, permettendo di offrire energia gratuita ai cittadini attraverso la raccolta dell’umido di tutta la vallata. Avremmo creato valore per il territorio e reddito per la comunità.
Amministrare significa avere progetti ambiziosi ma realizzabili: grazie ai fondi comunitari avremmo potuto rifare il paese, ma tutto questo, purtroppo e con grande rammarico, rimane solo un sogno».
Come giudica il suo percorso politico svolto in questi anni all’interno del Consiglio?
«All’interno del Consiglio Comunale ho svolto con serietà il mio ruolo di consigliera, nonostante la mia iniziale mancanza di esperienza politica. Nel tempo, grazie allo studio, all’osservazione e all’impegno personale, ho acquisito competenze che mi hanno permesso di apportare il mio contributo al lavoro consiliare.
Tuttavia, considero il mio percorso solo parzialmente soddisfacente: essere coinvolta nella dichiarazione di dissesto è stato un momento doloroso per chi ricopre questo incarico, rappresentando una delle esperienze più difficili da affrontare.
Ritengo che la maggioranza non abbia mai dato alla minoranza la possibilità di partecipare attivamente alla programmazione, privandoci dell’opportunità di votare su un bilancio che avremmo potuto contribuire a migliorare, seppur nei limiti del nostro ruolo. Ci siamo ritrovati invece nella condizione di dover approvare esclusivamente rettifiche e variazioni di bilancio, senza alcun contenuto di sostanza riguardante temi cruciali come i bilanci o il Piano Regolatore Generale (PRG), poi sostituito dal PUC, rimasto bloccato.
Il percorso amministrativo del PRG era stato avviato tra il 2011 e il 2012, con una successiva valutazione regionale nel 2016, ma ad oggi lo strumento risulta commissariato. Considero questa situazione una grave responsabilità attribuibile all’attuale Amministrazione, che non può imputare alle precedenti gestioni il fallimento nel portare avanti tale strumento fondamentale per lo sviluppo economico e sociale della comunità.
Permangono inoltre criticità rilevanti, quali l’assenza di un’area artigianale adeguata, il degrado del centro storico e le condizioni insoddisfacenti del cimitero monumentale».
Qual è il messaggio che desidera trasmettere ai cittadini che rappresenta?
«Bisogna essere più reattivi, perché non si può continuare a tollerare una situazione di dissesto cercando sempre delle giustificazioni. È necessario attribuire le responsabilità a chi ne ha colpa ed essere più obiettivi nelle valutazioni.
Tuttavia, non bisogna scoraggiarsi: è importante mettersi in gioco, senza disperarsi. Anche se attraverseremo sicuramente degli anni difficili, spero che, pian piano, si possa tornare alla realtà positiva del passato, anche se ad oggi sembra lontana. Al momento faccio fatica a dare un messaggio positivo, poiché vedo ben poche prospettive favorevoli per il nostro futuro.
Speriamo comunque in un futuro migliore e che almeno il nostro comune possa ottenere i finanziamenti ministeriali previsti per le situazioni di grave difficoltà. Invito anche i giovani a essere parte attiva della comunità: ognuno può dare un contributo.
Auspico che questi fondi possano essere utilizzati per risanare i debiti, permettendoci così di uscire rapidamente da questa crisi e di risollevarci poco alla volta, anche se il percorso appare ancora lungo e complesso».
Luigi Lo Presti





