In un momento in cui la città arranca tra problemi idrici, strade impraticabili, conti in bilico e ben tre procedimenti aperti dalla Corte dei Conti, l’amministrazione comunale ha trovato il tempo – e soprattutto la volontà – di aumentarsi lo stipendio. Con tanto di arretrati.
È quanto stabilito dalla delibera di giunta approvata lo scorso 15 dicembre, con cui il sindaco Leo Cantarella e i suoi assessori si sono adeguati alle indennità previste dalla normativa nazionale. Un ritocco verso l’alto di circa 1.800 euro netti al mese per il primo cittadino, e 600 euro per ciascun assessore.
Non finisce qui. Il provvedimento prevede che l’aumento sia retroattivo, quindi sindaco e assessori incasseranno anche gli arretrati dei mesi precedenti, per una somma complessiva che potrebbe sfiorare diverse migliaia di euro a testa. Il tutto in un ente che non sembra godere di grande salute dal punto di vista finanziario.
Sui social la reazione è stata immediata e furiosa. I cittadini parlano di “vergogna istituzionale”, “atto inopportuno”, “scollamento dalla realtà”. Non bastava la crisi dei servizi, ora anche l’autopremiazione da parte di un esecutivo che non riesce nemmeno a garantire l’acqua corrente o la manutenzione ordinaria delle vie cittadine.
La delibera era da mesi nei cassetti, ma è riemersa proprio a ridosso delle festività natalizie. Una coincidenza che in molti leggono come una strategia per passare sotto silenzio un provvedimento scomodo. Ma la città, già esasperata, ha notato eccome.
Nessuna comunicazione pubblica è arrivata dal sindaco né dagli assessori, che hanno scelto la via del silenzio mentre ieri in aula diversi consiglieri hanno disertato facendo mancare il numero legale.
Alla legittimità normativa dell’aumento – prevista da una legge nazionale – non corrisponde alcuna legittimità etica o politica, almeno secondo il sentimento comune. In un Comune che non riesce a consegnare alloggi assegnati, né a garantire trasparenza e servizi, il passo appare fuori tempo massimo.
“Se questo è il modo di premiarsi, non c’è da meravigliarsi del perché i cittadini abbiano perso fiducia nella politica locale”, si legge in uno dei tanti commenti indignati.
Una cosa è certa: la decisione pesa più del suo valore economico, e rischia di diventare un boomerang politico per un’amministrazione sempre più traballante e scollegata dalla realtà dei suoi cittadini.






