A 35 anni dalla morte del Beato Giudice Rosario Livatino, il Comitato spontaneo antimafia “Livatino-Saetta-Costa”, continua a premiare le personalità eccellenti che si sono distinte per l’impegno sociale, culturale e per la promozione della legalità.
La cerimonia di quest’anno che si è svolta presso l’auditorium di Enna annovera fra i premiati il giarrese dottor Francesco Longo, primario del pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro” di Giarre “come figura imprescindibile nell’affermazione del diritto che alla salute”.
A premiare il dottor Longo è stato il Procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta, Salvatore De Luca, con la seguente motivazione: “L’ospedale di Giarre, pur rappresentando un presidio sanitario di fondamentale importanza per il territorio, si trova da tempo in una situazione di difficoltà. Le principali criticità riguardano la carenza di personale medico e infermieristico, la riduzione di alcuni reparti e servizi essenziali, nonché la mancanza di adeguate risorse strutturali e tecnologiche. Tali problematiche determinano un rallentamento nelle prestazioni sanitarie e costringono spesso i cittadini a rivolgersi a strutture ospedaliere più distanti, con conseguente disagio soprattutto per le fasce più fragili della popolazione, ma grazie alla costanza e alla dedizione del Dottor Longo si è evitato il peggio tramite alcune sue azioni decisive per salvare il presidio ospedaliero. Egli ha partecipato attivamente a iniziative e incontri per il potenziamento e la salvaguardia dell’ospedale. In un sopralluogo tecnico del direttore generale dell’ASP di Catania relativo all’adeguamento strutturale dell’ospedale, Francesco Longo ha rappresentato la comunità e ha contribuito a segnalare le esigenze, come la continuità del servizio anestesiologico e la permanenza del primario di medicina. Nel 2017, ha fatto parte delle discussioni per evitare la chiusura della piastra chirurgica ad agosto, sostenendo che la sua chiusura avrebbe creato gravi disagi ai pazienti. Tale chiusura alla fine è stata revocata grazie anche al suo intervento”.
Il premio Saetta-Livatino è stato assegnato anche alla dirigente scolastica dell’Istituto Alberghiero “Giovanni Falcone” di Giarre Riposto, Monica Insanguine, “Per l’alto impegno nel consentire le manifestazioni antimafia che hanno coinvolto tantissimi giovani e per l’affetto dimostrato verso il giudice Rosario Angelo Livatino”.
Premiato anche il presidente del tribunale di Enna Miriam D’Amore; alla memoria di Giovanni Salerno, ritirato dalla moglie e dalla figlia; a Fabio D’Anna procuratore generale Caltanissetta; a Massimiliano Muscio sostituto procuratore di Enna; all’avvocato Giuseppe Milano; al colonnello Lucio Arcidiacono, comandante Arma dei Carabinieri di Messina; al colonnello Mario Grasso comandante polizia tributaria di Enna; al luogotenente Ezio Agresta Arma dei Carabinieri Messina per “Grande umanità e grande professionalità, esempio di una vita per l’arma e per la gente”; al giornalista e scrittore, Josè Trovato; all’Associazione culturale teatro “Contoli-di Dio” APS; a Carmelo Giudice, Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania; a Giuseppe Verzera Procuratore capo di Barcellona Pozzo di Gotto; Nunzio Mannino; Gaetano Di Carlo comandante polizia locale di Castiglione; Agostino Tucci; Vincenzo Priolo; Marco Fraggetta; Nunzio di Gennaro; Gaetano Claudio Castagna, sostituto commissario Polizia di Stato, attività investigativa squadra mobile di Enna Ufficio scorte Palermo; Maria Francesca Mariano Giudice, “Magistrato impegnato contro la mafia e la criminalità; Francesco Puleio Procuratore Capo di Ragusa.
Il premio Livatino-Saetta-Costa è un premio itinerante organizzato dal Comitato Spontaneo Antimafia guidato a livello nazionale da Attilio Cavallaro, che comprende un Consiglio d’onore con le famiglie dei giudici-eroi.
Nato il 20 dicembre 1994 in onore del giudice Rosario Livatino, assassinato dalla mafia nel 1990, il premio fu promosso dai genitori, Vincenzo e Rosalia Corbo, include oggi la memoria dei giudici Antonio Saetta e Gaetano Costa, anch’essi vittime della criminalità organizzata.