Luca Sammartino è di nuovo ufficialmente un assessore della giunta di governo della Regione. Il presidente Renato Schifani ha firmato l’atteso decreto di nomina il cui arrivo era annunciato per oggi ed era diventato cosa quasi scontata dopo le dimissioni dell’assessore Barbagallo venerdì scorso.
Dopo la firma del decreto che riporta in leghista in sella Palazzo d’Orleans ha ufficializzato tutto con una breve nota di appena due righe nella quale si legge “Giurerà all’Ars domani pomeriggio il neo assessore all’Agricoltura Luca Sammartino, nominato dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, al posto del dimissionario Salvatore Barbagallo”.
Immediati arrivano i complimenti della Lega “Luca Sammartino torna nella giunta di governo della Regione. Il presidente Schifani lo ha nominato oggi nuovo assessore all’Agricoltura, allo Sviluppo rurale ed alla Pesca mediterranea. Domani giurerà in Aula. Siamo contenti e certi che la sua presenza nel governo siciliano contribuirà a far crescere i vasti settori dell’agroalimentare e della pesca che sono pilastri fondamentali della crescita e del pil siciliano. Sammartino è persona competente e di grande acume politico, svolgerà il suo ruolo con la passione di sempre. A lui i nostri migliori auspici di buon lavoro” afferma Salvo Geraci, capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana.
L’atteso ritorno di Sammartino
Insieme all’atteso ritorno Sammartino si trova subito ad affrontare un tema. All’assessore Schifani intende assegnare la delega ai rapporti con il Parlamento in un momento abbastanza difficile.
In primo piano c’è il tema della finanziaria quater, una manovra che ormai vale più di 100 milioni. Schifani vuole evitare l’assalto alla diligenza e pretende regole di ingaggio chiare: niente mancette e le proposte devono riguardare infrastrutture non feste e sagre. Ciascuno, poi, dovrà metterci la faccia firmando i proprio emendamenti. Insomma il governo non farà maxi emendamenti sulla base di accordi con i deputati maturati a margine dell’aula.
Pioggia di emendamenti
Intanto sono 200 gli emendamenti arrivati dall’opposizione. Un centinaio quelli targati 5 stelle, altrettanti quelli del Pd. Emendamenti convergenti fra loro. Fra le misure proposte c’è il fondo per abbattere le liste d’attesa per visite ed esami medici; il finanziamento ai Comuni per le spese relative alle comunità alloggio per disabili psichici; gli incentivi per pannelli fotovoltaici e auto elettriche; contributi a persone fisiche per recupero immobili nei centri montani; l’ampliamento del capitolo di bilancio destinato alle attività di assistenza igienico-personale e all’assistenza alla comunicazione e tanto altro.
Il governo pensa, invece, a riproporre la norma per i contributi all’editoria e poi, ai contributi alle aziende che permettono il south working già annunciata dal governatore e che permetterebbe il rientro dei cervelli. Altra norma da riproporre quelle che riguardano i Consorzi di bonifica.
Se il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, ha detto a sua volta no al maxi emendamento questo non esclude che le proposte del governo, epurate da quelle dei deputati che devono maturare in Commissione o in aula, possa confluire in un nuovo maxi emendamento che non abbia, però, il sapore spartitorio. Almeno questa è l’intenzione della vigilia quando si attende che la commissione bilancio venga convocata per avviare la discussione vera a emendamenti ormai presentai