La misura è colma. A Giarre, il problema delle microdiscariche abusive è ormai fuori controllo, una ferita aperta che si allarga ogni giorno di più tra inciviltà, inadempienze e rimpalli di responsabilità.
E mentre i rifiuti continuano ad accumularsi ai margini delle solite strade, l’amministrazione comunale e la ditta IGM – incaricata della raccolta e dello smaltimento – si limitano a bonifiche a intermittenza e comunicati stampa, che poco risolvono.
La situazione è diventata ancora più esplosiva dopo quanto avvenuto il 13 agosto scorso nel popoloso quartiere Jungo, dove una microdiscarica (micro non tanto) è andata in fiamme, generando un rogo tossico che ha messo a rischio la salute dei residenti. Eppure, non è un caso isolato. Infatti, da diversi giorni si susseguono post social indignati dei residenti di Macchia che lamentano odore acre e fumi neri nell’aria.
Via Damasco: simbolo dell’incoerenza
L’emblema del fallimento nella gestione del problema si trova in via San Paolo, nella frazione di Macchia, patria del sindaco Leo Cantarella. Proprio lì, da anni, insiste una discarica abusiva ben visibile: cumuli di sacchetti, elettrodomestici rotti, resti di mobilio e materiali edili gettati senza alcun controllo.
Si becca uno sporcaccione e via con gli annunci. E gli altri? Perché uno e non tutti quelli che vanno lì a gettare rifiuti? Come avviene l’individuazione dello sporcaccione? Se ci fosse una telecamera o una foto trappola dovrebbe essere ben diverso il risultato vista la mole di rifiuti.
Nonostante le denunce dei residenti e le rassicurazioni del Comune, i rifiuti sono ancora lì, in bella mostra, come monumento al degrado e all’impotenza.
Che dire? Se nemmeno nel quartiere del primo cittadino si riesce a mantenere il minimo decoro, che speranze hanno le altre zone della città? Altro che controlli e fototrappole.
A Santa Maria la Strada la situazione non è certo migliore anzi
In via Strada 82, nonostante, l’installazione di una sbarra annunciata trionfalisticamente circa 1 mese fa che avrebbe dovuto impedire l’abbandono di rifiuti la situazione è fuori controllo. Di nuovo cumuli di rifiuti, scarti edili, elettrodomestici e chi più ne ha più ne metta (vedasi foto). Telecamere o fototrappole anche qui pare non ve ne siano….
Tra propaganda e realtà
Negli ultimi mesi, l’amministrazione ha diffuso diversi comunicati dal sapore auto celebrativo su “interventi di bonifica” e “intensificazione dei controlli”. La ditta IGM, dal canto suo, parla di “attività di recupero straordinario” e “lotta all’abbandono illecito”. Ma la realtà è un’altra: per ogni microdiscarica rimossa, altre tre spuntano come funghi, spesso negli stessi punti.
Il problema non è solo la maleducazione di chi abbandona i rifiuti. È l’assenza di continuità negli interventi, la mancanza di videosorveglianza, l’inefficacia delle sanzioni e la totale assenza di una strategia sistemica. Già la videosorveglianza. Alcuni si giustificano dicendo che l’impianto ormai pronto deve essere messo in funzione ma quell’impianto non copre le zone che abbiamo citato. Occorre altro. E lo sanno bene.
È evidente che non bastano più le bonifiche a singhiozzo, né le foto di sacchetti rimossi pubblicate con entusiasmo online. Serve un piano strutturato e puntuale.
Fino ad allora, Giarre continuerà ad affogare nei suoi rifiuti. E ogni rogo, ogni sacchetto abbandonato, ogni angolo trasformato in discarica, sarà l’ennesima sconfitta di una politica che predica decoro ma convive con il degrado.