Randazzo, scuole a rischio sismico: perché il Comune ha perso un’occasione da 5 milioni? L’ingegnere Bisignani scrive agli Uffici e alla Commissione Straordinaria
Una lettera dai toni fermi ma istituzionali, inviata da un tecnico esperto e firmata non in qualità di libero professionista ma di cittadino preoccupato. È quella che l’ingegnere Daniele Bisignani ha indirizzato ufficialmente all’Area V Lavori Pubblici del Comune di Randazzo, alla Responsabile del Procedimento ing. Chiara Paparo, al Responsabile della Protezione Civile ing. Giuseppe Parrinello, con conoscenza ai funzionari sovraordinati ing. Nunzio Micieli e ing. Alessandro La Monaca, nonché alla Commissione Straordinaria Prefettizia che regge il governo locale. Il contenuto? Una questione tanto tecnica quanto politica, che potrebbe sollevare più di un dubbio sulla gestione di un’occasione persa.
L’occasione mancata: un bando da milioni
La lettera riguarda la mancata partecipazione del Comune al bando “Azione 2.4.3 – Interventi per la mitigazione del rischio sismico”, una misura nazionale che mette a disposizione risorse per interventi strutturali su edifici pubblici strategici, tra cui le scuole. Un bando aperto a dicembre 2024 e prorogato fino al 24 giugno 2025. Sei mesi di tempo, a disposizione di tutti i Comuni, per presentare le domande.
Nel caso di Randazzo, secondo quanto afferma l’ing. Bisignani, i presupposti tecnici erano già pronti da tempo. Le verifiche di vulnerabilità sismica e i progetti preliminari delle tre principali scuole della città erano stati redatti e consegnati, firmati anche da altri due colleghi. Si tratta di tre scuole: la scuola Don Milani per € 2.300.000,00, la scuola De Amicis per € 2.350.000,00 e la scuola Crocitta per € 330.000,00.
Totale: quasi cinque milioni di euro di finanziamenti possibili, già tecnicamente “coperti”. Mancava, secondo il tecnico, solo la parte amministrativa, ovvero la predisposizione della documentazione da parte degli uffici comunali.
La richiesta formale: “Perché non avete partecipato?”
Il fulcro della lettera è una richiesta di chiarimento: “Si richiede formalmente alle SS. LL. di spiegare per quali motivazioni, qualora le notizie fossero confermate, il Comune di Randazzo abbia deciso di non partecipare al bando, pur avendo a disposizione la documentazione tecnica completa e un ampio margine temporale.”
Bisignani evidenzia inoltre come questa mancanza, se confermata, potrebbe configurare un danno per l’intera comunità, specialmente per i bambini, il personale scolastico e le famiglie coinvolte.
La sicurezza sismica delle scuole: un diritto e un obbligo
La lettera si inserisce in un contesto normativo molto chiaro: la legge impone agli enti locali la valutazione della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici entro il 31 agosto 2018 (art. 20-bis del D.L. 8/2017) e attribuisce la responsabilità degli interventi alle amministrazioni proprietarie degli immobili (art. 18 D.lgs. 81/2008).
Pertanto, secondo Bisignani, non si tratta di “opportunità valutabili” ma di obblighi non derogabili, che diventano ancora più gravi in caso di mancato accesso a fondi già previsti a livello nazionale.
Alberi, danni e trasparenza: le altre domande dei cittadini
In parallelo, il dibattito sulla sicurezza si intreccia con un’altra vicenda che ha acceso i social e l’opinione pubblica: l’abbattimento di alberi ad alto fusto nei pressi delle scuole, deciso dalla Commissione Prefettizia, su suggerimento del dirigente scolastico prof. Malfitana.
In un post pubblico, il dirigente ha scritto: “La decisione di procedere al taglio di alcuni alberi non è stata presa a cuor leggero, bensì sulla base di attente valutazioni tecniche e della ponderazione dei rischi, con l’obiettivo prioritario della sicurezza.”
Ma i cittadini e alcuni professionisti, con tono civile ma fermo, hanno chiesto di visionare: i verbali delle valutazioni tecniche, le relazioni sui danni strutturali causati dalle radici, le perizie sulle minacce alle fondazioni degli edifici.
Il sospetto sollevato è che non vi siano atti formali e trasparenti a supporto della decisione, e che si sia agito senza il coinvolgimento preventivo degli uffici competenti o senza una comunicazione pubblica chiara.
La comunità chiede risposte, non polemiche
L’ingegnere Bisignani conclude la sua lettera sottolineando di non agire per interesse personale, ma come cittadino e professionista che conosce a fondo le condizioni strutturali degli edifici scolastici di Randazzo. E chiede un confronto trasparente, non polemico, ma fondato sui fatti, sulla documentazione e sul principio di responsabilità pubblica.
Nel frattempo, i cittadini e le famiglie attendono: non basta tagliare alberi in nome della sicurezza se le fondamenta delle scuole restano vulnerabili a un sisma, in un territorio classificato come zona sismica 2.
A questo punto, il Comune di Randazzo è chiamato a dare risposte chiare. La Commissione Straordinaria Prefettizia, che governa il Comune, dovrà probabilmente intervenire per chiedere conto di come si sia potuta perdere una delle più importanti opportunità di messa in sicurezza degli edifici scolastici degli ultimi anni.