Giarre, riattivazione pronto soccorso: la corsa per appendersi le medaglie di cartone -
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Giarre, riattivazione pronto soccorso: la corsa per appendersi le medaglie di cartone

Giarre, riattivazione pronto soccorso: la corsa per appendersi le medaglie di cartone

Da qualche mese fanno coppia fissa. Talvolta con il supporto di un terzo. Sullo sfondo l’ospedale di Giarre e la potenziale volontà di riattivare il pronto soccorso. E la corsa stucchevole per attaccare sul petto la medaglia di cartone, veicolando un preciso messaggio: la riattivazione del pronto soccorso è merito loro. Una colossale bugia offerta su un piatto a chi non ha seguito le vicende dell’ospedale Sant’Isidoro nell’ultimo decennio. Il governo Musumeci appena insediatosi – spinto dall’azione sinergica dei sindaci del distretto sanitario e dalle associazioni che difendono la gloriosa storia del nosocomio giarrese – ha cambiato rotta rispetto alle politiche Crocettiane, rimettendo in funzione una complessa macchina burocratica con l’obiettivo di riattivare il pronto soccorso, restituendo dignità al presidio ospedaliero giarrese.

Lo ha fatto anche attraverso un dinamico direttore generale dell’Asp, benché l’ingerenza della politica abbia ancora una volta condizionato ogni processo innovativo. I sindaci del distretto hanno apprezzato il cambio di marcia e traguardare la riapertura del pronto soccorso di un ospedale che svolge un ruolo strategico di un vasto territorio che abbraccia una decina di Comuni, è diventata priorità indiscutibile. Tuttavia sempre mantenendo dritta la barra, evitando che una precisa road map non diventasse solo un messaggio promozionale. Tutti uniti, associazioni comprese ma evitando di piazzare bandierine politiche.

Per qualche mese sobrietà e pragmatismo sono state la forza di un pensiero. Ma la politica, quella vuota di ideali che privilegia solo tornacontismo, ha trovato spazio in questa complicata fase di attesa. Tra annunciati acquisti delle attrezzature ospedaliere, traslochi del Pte nel vecchio sanatorio, pubblicazione di gare,  quel terzetto si è mosso coeso chiedendo inutili incontri con i vertici dell’azienda sanitaria con il solo scopo di scattare una foto e divulgarla, spargendo fumo. Già perché di arrosto c’è ben poco.

Ma poco importa quando la mission è quella di riaffermare la propria identità politica cercando di cavalcare l’onda del nuovo pronto soccorso. E cosi fughe in avanti a discapito anche di altri soggetti istituzionali che nella vicenda ospedale ci hanno messo la faccia. Insomma sgambettare e correre come dei forsennati e suonare per primi la campanella in stile “Musichiere”. Già ma per cosa? Con quale obiettivo?
Non è molto difficile da immaginare in fondo. Muoversi tra le macerie di un dissesto, di un Comune sempre al centro di vicende giudiziarie, di un Consiglio comunale che si aggrappa al gettone, non è semplice. E non lo è neppure per chi rappresenta a distanza questo territorio dove nulla si muove. Che perde costantemente la propria identità. Tra apatia e mancanza di appartenenza. E allora click e fumo da spargere, senza ritegno.

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