Su delega della Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania – con la collaborazione della Guardia di Finanza di Brescia e di Milano – hanno datoesecuzione a un’ordinanza
Come noto, alla fine del 2016, la “QE’ S.R.L.”, già fornitrice del servizio di call/contact center ad
Il provvedimento eseguito in data odierna dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania, con il supporto dei Nuclei P.E.F. di Brescia e di Milano, dispone gli arresti domiciliari per Patrizio ARGENTERIO (cl.1955) quale presidente del C.D.A. e amministratore (anche di fatto) della “QE’ S.R.L..” a far data dall’aprile 2013 fino alla dichiarazione di fallimento; il soggetto è indagato per omesso versamento IVA, falso in bilancio e bancarotta fraudolenta (distrazione e pagamenti preferenziali); ARGENTERIO risulta essere, oggi, amministratore della “ZENITH ALLUMINIO S.R.L.”, avente sede a Manerbio (BS), attiva dal 2015 nel settore della “fabbricazione di imballaggi leggeri in metallo”; tra il 2014 e il 2017 è stato sostituito, in incarichi amministrativi in ben 14 società, prevalentemente, dal figlio e da Mauro DE ANGELIS di seguito meglio individuato;
L’operazione convenzionalmente nota come “WHO IS”, condotta dal Gruppo Tutela Economia del Nucleo P.E.F. di Catania, sotto la direzione del gruppo di magistrati (G1A) specializzati nei reati fallimentari e tributari, è stata caratterizzata dall’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali nonché di perquisizioni locali, dall’analisi di documentazione bancaria e dall’assunzione di informazioni da dipendenti della fallita.
L’investigazione dei Finanzieri di Catania ha tracciato le criminose condotte poste in essere dal management della “QE’ S.R.L.”, il quale, nel 2015, in pieno dissesto, dopo aver beneficiato di tutti i contributi e gli sgravi possibili concessi per l’insediamento in Sicilia dell’attività aziendale, ha iniziato lo svuotamento delle casse sociali effettuando pagamenti e cessioni distrattive di beni a beneficio di imprese riconducibili direttamente alla cerchia degli indagati. Il deficit patrimoniale della “QE’ S.R.L.” pari a oltre un milione di euro all’inizio del 2013, per effetto delle condotte di falso in bilancio, omessi versamenti di imposte e contributi previdenziali nonché distrazioni e pagamenti preferenziali, raggiungeva nell’ultimo bilancio approvato per l’esercizio 2015 un valore di oltre 7 milioni di euro.
Nello specifico, le Fiamme Gialle etnee monitoravano una cessione dei beni aziendali (postazioni informatiche, arredi, apparati telefonici utilizzati per i servizi di call center),realizzata nel maggio del 2017, a favore di una società milanese (“TELESURVEY S.R.L.”) operativa nel medesimo settore della “QE’ SRL”. I beni, materialmente trasferiti nella sede meneghina della cessionaria, venivano ceduti in assenza di corrispettivo per la cedente QE’ rispetto al loro effettivo valore di mercato pari a 50.000 euro. Le citate attività sono state sequestrate ed affidate alla curatela fallimentare a copertura dei debiti insoluti.
Ulteriori gravi condotte dolose degli amministratori della fallenda si concretizzavano nell’
Così la “YUKTI S.R.L.”, avente sede a Brescia, esercente l’attività di “holding, assunzione di partecipazioni”, società titolare del 93% delle quote della “QE’ S.R.L.”, dichiarata fallita dal Tribunale di Brescia nel novembre 2018, amministrata dal giugno 2016 proprio da Mauro DE ANGELIS che era subentrato a Patrizio ARGENTERIO, riceveva, tra il 2015 e il 2016, il versamento di 76 mila euro per un credito da finanziamento soci. Anche la fallita “YUKTI S.R.L.” aveva accumulato debiti erariali per circa 2 milioni di euro.
“ZENITH S.R.L.”, dichiarata fallita nel gennaio 2019, avente sede a Manerbio (BS), esercente l’attività di “produzione, commercializzazione di prodotti in alluminio e di plastica”, riceveva pagamenti preferenziali per crediti originati da forniture di servizi per 337.961 euro. La “ZENITH”, già detentrice di una partecipazione societaria nella “YUKTI S.R.L.”, era amministrata dal figlio di Patrizio ARGENTERIO.
Terza società beneficiaria di un pagamento preferenziale di euro 55.200 per fornitura di servizi è la “WAVE CONTACT S.R.L.”. Quest’ultima, avente sede a Brescia, esercente l’attività di “servizi di contact center”,
Da ultimo a beneficiare di un pagamento di 828.700 euro, in violazione della par condicio creditorum, è la “DI BELLA S.R.L.”, quale creditrice di “QE’ S.R.L.” in quanto locatore degli immobili utilizzati dalla fallita. La “DI BELLA S.R.L.”, avente sede a Paternò (CT), esercente l’attività di “edilizia civile” nel settore delle telecomunicazioni, era amministrata da Franz DI BELLA (cl.1978), il quale figurando, dall’altro lato, quale consigliere di amministrazione della stessa QE’ era ben consapevole dello stato di dissesto in cui quest’ultima versava.
Le descritte operazioni finanziarie che aggravavano il già conclamato dissesto del call center di Paternò potevano realizzarsi senza suscitare alcun clamore per effetto delle continue falsificazioni di bilancio poste in essere dagli indagati che, per tale via, celavano al mondo esterno la reale situazione economico-patrimoniale della QE’. Nel dettaglio, esemplificativamente, tra le voci di bilancio false appostate nell’attivo del bilancio 2014, veniva rinvenuta l’iscrizione di crediti per fatture da emettere per 2 milioni di euro a fronte di fatture poi emesse per soli 700 mila euro; addirittura nell’attivo venivano posizionati 350 mila euro di stipendi da lavoro inquadrati come immobilizzazioni e non come, si doveva, quali costi d’esercizio; ulteriore artificio l’emissione di non veritiere “note di rettifica” delle fatture di vendita per le quali era stata regolarmente versata dai clienti l’IVA applicata: per effetto di queste note, i ricavi conseguiti venivano impropriamente qualificati come esenti così conseguendo la sparizione dal bilancio sia dei ricavi che dell’IVA già incassata per conto dello Stato.
La complessa indagine, condotta dalle Fiamme Gialle di Catania, ha dunque consentito di far luce su uno dei dissesti aziendali che più ha impattato sul tessuto economico-sociale del territorio etneo: il fallimento di una rilevante azienda locale gestita dagli amministratori indagati, negli ultimi anni di vita, in dispregio agli obblighi di legge,frodando lavoratori, ent