Giarre, l’imbarazzante silenzio della III Commissione sulla “gettonopoli” e sui danni erariali denunciati dai revisori -
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Giarre, l’imbarazzante silenzio della III Commissione sulla “gettonopoli” e sui danni erariali denunciati dai revisori

Giarre, l’imbarazzante silenzio della III Commissione sulla “gettonopoli” e sui danni erariali  denunciati dai revisori

Da lungo tempo si susseguono le indiscrezioni su un clamoroso quanto vituperato presunto caso di gettonopoli al comune di Giarre con una dozzina di consiglieri potenzialmente incompatibili e che – secondo fonti qualificate – dovranno restituire somme importanti.

Un caso già visto nel recente passato con l’ex presidente consiglio Raffaele Musumeci e che, giurano in molti, è destinato a moltiplicarsi da qui a poco. Orbene in questo clima tutt’altro che roseo quella commissione, la terza che si occupa di bilancio e finanze, presieduta da Giannunzio Musumeci, che avrebbe dovuto sollevare il coperchio e approfondire la delicata questione rimane sorprendentemente immobile. In Carmelitano silenzio.

Nessun approfondimento, niente indagini da sbandierare alla stampa, niente veline da passare. Niente foto in posa. Nessun sopralluogo da eseguire. Nulla di nulla. Un silenzio assordante. Imbarazzante e, nel contempo, penoso che conferma, nel caso avessimo ancora qualche dubbio, le difficoltà  di una commissione nel fare auto moralismo. Alla faccia dell’autonomia. Meglio virare sui lumini del cimitero, vicenda vecchia come il cucco, puntualmente rispolverata e che di concreto non ha portato a nulla. Al netto delle visite in bermuda al cimitero.
Così come gli innumerevoli polveroni alzati dalla Terza Commissione in questi ultimi anni. Una su tutte il contratto capestro delle strisce blu. Titoli di giornale, dichiarazioni di fuoco e poi dentro i ranghi di nuovo.

Peggio. Azioni condotte all’ombra di una amministrazione che continua a condizionare l’attività dei consiglieri. Di opposizione e maggioranza. Troppi gli scheletri nell’armadio. E allora meglio curare l’orticello, inciuciare – ove possibile – e occuparsi di carte di identità e di presunti sprechi. Rubando la scena. E qualche interrogazione non propria che diventa il cavallo di battaglia della commissione di Giannunzio Musumeci pronta a rimanere sempre sul pezzo.

Perché la Terza commissione ha una sua precisa connotazione: quella investigativa in stile Fbi. Quella stessa commissione pronta però a chiudere entrambi gli occhi rimanendo inerme dinanzi a vicende incresciose come i danni erariali enunciati dal Collegio dei revisori dei conti che ha messo in luce un quadro allarmante. Un Comune sull’orlo del baratro che omette i versamenti fiscali prediligendo salsicciate e karaoke, privando la città di un servizio essenziale come il bus scolastico in danno di decine di studenti. Che non riesce neppure ad aggiornare la segnaletica orizzontale sulle principali strade.

Che lascia al buio la rotatoria di via Luminaria non pagando le fatture all’Enel mettendo a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Che lascia il cimitero trasformato in giungla e che stenta ad ottenere risultati degni di nota nella raccolta differenziata. La Terza commissione di Giannunzio Musumeci preferisce occuparsi di altro.

Montare stucchevoli campagne mediatiche sull’aria fritta. Puntando su argomenti fluttuanti. Dispensando moralità pelose. Garantendo la casta comunale. Come mai si era visto. Se non ai tempi dei satrapi democristiani. Altro che Fbi!

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