Le banche all’epoca della fintech: quale futuro? -
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Le banche all’epoca della fintech: quale futuro?

Le banche all’epoca della fintech: quale futuro?

È uno dei temi caldi dell’economia contemporanea, e nonostante l’apparente astrattezza di molti argomenti, è qualcosa che ci riguarda molto da vicino. Che fine faranno le banche di fronte all’esplosione delle nuove tecnologie applicate alla finanza? Le care, vecchie, filiali sotto casa resisteranno all’onda d’urto provocata da algoritmi e software sempre più sviluppati? Ne parlano tutti, non tutti forniscono la medesima prospettiva. Quel che è certo, ad ogni modo, è che il modo di pensare all’istituto bancario, da qui ai prossimi anni, andrà profondamente rivisto.

Cardine del boom economico italiano, ma non solo, nel dopoguerra, le banche sono state al centro del sistema economico nazionale per un arco temporale molto importante. Attraverso il meccanismo dei prestiti e dei conti correnti, l’economia italiana ha assunto ben presto una fisionomia bancocentrica, a cui è tutt’ora molto legata. Dal padre di famiglia al piccolo imprenditore, dai partiti politici ai grandi investitori, chiunque si è trovato nella situazione di dover fare i conti (è proprio il caso di dirlo) con una delle filiali sparse per il paese. Alcune banche, addirittura, hanno nel proprio statuto l’obbligo di partecipare alle attività economico, culturali o sociali del tessuto cittadino a cui afferiscono. Un esempio di viscerale compenetrazione.

“Con l’espansione della fintech il modello delle banche tradizionali salterà”, ha dichiarato Corrado Passera a margine dell’evento Redazionale Finanza. Ora basta un’applicazione, un computer, un po’ di conoscenze informatiche ed il mondo della finanza muta il proprio volto. Dalla conoscenza territoriale si passa alla conoscenza settoriale, e non sarà semplice per l’impiegato classico riuscire a tenere il passo. Anche per le necessità più pratiche, quali ad esempio i pagamenti, le filiali sembrano non essere più particolarmente funzionali. Qualcuno, comunque, ha iniziato a cavalcare l’onda. Banca Creval, ad esempio, ha messo in piedi un sistema veramente smart, e a 360°, per soddisfare le esigenze dei clienti e rispondere a tono alle fintech. Basterà?

Il tema delle sfide che dovrà affrontare il sistema bancario italiano nel prossimo futuro è stato al centro dell’annuale assemblea dell’ABI (Associazione banche italiane). Dalla digitalizzazione alla privacy, passando per la concorrenza e la sicurezza informatica, molti sono gli argomenti che mettono in agitazione, ma che al contempo fungono da stimoli, i principali gruppi bancari del nostro paese.

Il timore principale, naturalmente, è che alla sfida della fintech si affianchi quella altrettanto temibile dei colossi di Big-tech, quali Amazon e Facebook (che di recente ha lanciato l’idea di una propria valuta). Con possibilità di ottenere e gestire i dati di centinaia di persone in tutto il mondo, quali prospettive si schiudono per questi giganti? Un interrogativo che rende nebuloso il futuro non solo di noi semplici cittadini, ma anche delle stesse banche, chiamate a confrontarsi su un terreno fin qui da esse poco battuto. Probabilmente, la partita si giocherà tutta attorno all’utilizzo e allo sfruttamento delle nuove tecnologie. Chi saprà muoversi in maniera sapiente, acquisirà il vantaggio decisivo. Una sfida tutta da seguire. Appassionatamente, visto che agli spettatori (noi) l’esito interessa molto da vicino. E non per semplice passione.

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