Il fascino delle donne siciliane: ecco perchè sono un’ispirazione per le italiane -
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Il fascino delle donne siciliane: ecco perchè sono un’ispirazione per le italiane

Il fascino delle donne siciliane: ecco perchè sono un’ispirazione per le italiane

Quando si pensa ad un corpo mediterraneo, molte volte si pensa alle donne siciliane.

Signore di gran fascino, dotate di capigliatura folta dal colore bruno scuro o nero, pelle olivastra, occhi allungati, grandi e scuri, labbra carnose e corpo armonioso e femminile.

Si dice che la donna sicula abbia il corpo e il carattere della terra dove è nata: calda, passionale e travolgente.

In realtà, la donna siciliana non può essere racchiusa in uno stereotipo, visto che questa isola è stata abitata e conquistata, anche se mai davvero domata, da moltissimi popoli differenti. Per questo, si trovano siciliane doc con i capelli rossi o biondi, con occhi verdi o azzurri.

Quello che raramente manca è la luce che brilla nei loro occhi, le guance rosee e vivaci da sembrare truccate con un fard dorato che illumina il viso e le labbra sensuali e accentuate.

Anche con un trucco semplice, raramente la donna siciliana passa inosservata.

Ovviamente non è solo questo: le donne non sono solo corpo e l’emancipazione femminile ormai è presente anche in questa isola del Mediterraneo. La sicula di oggi, ben distante dallo stereotipo che la immaginava oppressa dall’uomo e silenziosa, con il fazzoletto in testa e sempre vestita di nero, è una donna al passo con i tempi odierni. Sicura di sé, lavoratrice, imprenditrice e autonoma, è sempre di più una donna in grado di imporsi, che in casa collabora alla pari non solo nelle pulizie e in cucina, ma anche economicamente.

Franca Viola poi è la prima siciliana che ha fatto storia, una donna che ha imparato a farsi valere e rispettare, non solo per il suo lato femminile, ma prima di tutto come essere umano. Non mancano comunque molti altri esempi di donne ‘sorgenti di luce’ che possono ispirare non solo le abitanti di quest’isola, ma di tutta Italia.

Rita Borsellino, per esempio, che ci ha lasciato nel 2018. Sorella di Paolo Borsellino, è diventata una figura chiave della lotta alla criminalità organizzata. In origine farmacista, oggi è una figura di riferimento come attivista sociale e politica. Questo cambiamento, iniziato subito dopo la morte del fratello nel 1995, l’ha portata ad essere presidentessa onoraria di Libera e candidata alla presidenza della regione. Anche a lei si deve la battaglia che ha portato all’approvazione della legge numero 109/96, che ha permesso di usare i beni confiscati alla mafia per l’interesse collettivo.

Non mancano neppure gli esempi artistici, per esempio Eleonora Abbagnato, ballerina palermitana che si è esibita sui palcoscenici più famosi del mondo, oppure Teresa Mannino, cabarettista che ha saputo usare la sua femminilità per scalare la vetta di una professione che, storicamente, è sempre stata predominata dagli uomini.

Tra tutte, ci piace rinominare ancora una volta Franca Viola, la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore. È stata l’emblema dello sviluppo civile e sociale dell’Italia nel secondo dopoguerra e della liberazione delle donne italiane. Franca è infatti un simbolo di emancipazione e dignità per tutte quelle donne che dopo di lei hanno subito le medesime violenze e hanno trovato, grazie a lei e al suo esempio, il coraggio di dire no e ripudiare il matrimonio riparatore.

«Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi ragazza: ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé. Oggi consiglio ai giovani di seguire i loro sentimenti; non è difficile. Io l’ho fatto in una Sicilia molto diversa; loro possono farlo guardando semplicemente nei loro cuori.»
(Franca Viola intervistata da Riccardo Vescovo)

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