Giarre, niente conviviale pasquale al Comune. Una laica mancanza di rispetto -
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Giarre, niente conviviale pasquale al Comune. Una laica mancanza di rispetto

Giarre, niente conviviale pasquale al Comune. Una laica mancanza di rispetto

Al Comune di Giarre hanno tutti cambiato fede religiosa? Se lo sono chiesti gli oltre 200 dipendenti comunali che dopo oltre 50 anni di tradizione si sono visti negare gli auguri di Pasqua dall’amministrazione.

Niente cerimonie, niente raccolta pacchi per le famiglie disagiate. Nulla di nulla. Cerimonieri, ragionieri, valletti e portantini delle delibere, lacche’ del sindaco, sono rimasti profondamente delusi. E con loro chi si aspettava un momento di raccolta per dirsi buona Pasqua nel vellutato salone degli specchi del municipio. Niente da fare.

Meglio sfilare nella processione del venerdi Santo, indossare la fascia tricolore, farsi accompagnare in auto sino alla piazza di San Camillo – percorrere a piedi la salita di viale Sturzo, assieme ai cittadini, sarebbe stato troppo – anziché incontrarsi per il tradizionale conviviale.

Strano davvero per un sindaco tutto incenso e mirra, politicamente cresciuto all’ombra dei cappuccini del Carmine, sempre in prima fila ai riti religiosi, non solo per motivi istituzionali. Ad un metro dal Papa, in Vaticano, in diretta live su Facebook.

Neppure il laico Giuseppe Toscano era arrivato a tanto. A questo punto viene da chiedersi il motivo di questa clamorosa svista. Di una mancanza di garbo istituzionale ingiustificabile.

Forse il sindaco voleva evitare l’incontro con i dirigenti comunali dopo avere varato la nuova pianta organica che suona solo come una vendetta personale nei confronti di chi non ha saputo e voluto affrontare da sindaco?

Mancanza di argomenti – plausibile considerate le penose condizioni in cui si ritrova la città -; perdita transitoria della memoria? O più semplicemente ignavia istituzionale? Alla fine conta il risultato. Niente auguri di Pasqua. Una laica disattenzione che ha coinvolto l’intero esecutivo, lasciando di stucco 200 dipendenti che, forse, una pacca sulla spalla, in un Comune dissestato, privo di identità, si meritavano.

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