Giarre, il ceppo incendiato e le farneticanti ipotesi del sindaco sul clima ostile in città -
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Giarre, il ceppo incendiato e le farneticanti ipotesi del sindaco sul clima ostile in città

Giarre, il ceppo incendiato e le farneticanti ipotesi del sindaco sul clima ostile in città

Il grave episodio di teppismo sfrenato che ha oltraggiato la città è stata l’occasione per il sindaco per muovere delle puerili quanto farneticanti scuse sulle ragioni che hanno spinto l’ignoto autore ad appiccare fuoco al ceppo natalizio in largo anticipo.

“Un gesto ignobile frutto di un clima di enfasi quotidiana degli avvenimenti che favorisce questi atti – rimarca in un comunicato il primo cittadino giarrese – una ricostruzione che suscita solo ilarità mista ad indignazione. Sulla base di quale indicazione il sindaco paventa uno scenario di questo tipo? Ma davvero dobbiamo pensare che il piromane dell’antivigilia di Natale abbia agito per ripicca, spinto dall’enfasi degli ultimi avvenimenti?

Già enunciamoli gli ultimi avvenimenti. Il recente voto in Consiglio comunale di un piano di riequilibrio riformulato che, semmai, dopo le varie puntate apparse sulla stampa, ha suscitato ilarità per la fantozziana mossa. Mentre ha indotto alla riflessione quel voto in aula accompagnato da stucchevoli interpretazioni di un non parere espresso dal Collegio dei revisori.

Quell’organo di controllo contabile che con la schiena dritta, ormai fuori dalle logiche politiche e da ingerenze, ha avuto la forza e il coraggio di bocciare in toto quell’atto contabile farsesco. Un passaggio inquietante senza dubbio, che ha fatto scattare la molla al piromane. O forse a spingere l’autore dell’ignobile gesto vandalico è stato quel tentativo di minimizzare la questione del piano riformulato, arrivando al punto di pensare financo alla revoca dei revisori, rei di avere fatto il proprio dovere.

Fino in fondo? O forse addirittura il piromane ha agito per vendetta per quei due mesi di buio assoluto in via Trieste, senza che l’amministrazione sia riuscita ad individuare una rapida soluzione che ha provocato pesanti disagi ad oltre 5 mila abitanti. Altri ipotizzano e non sottovalutano la pista delle luminarie in stile Tinto Brass, quelle di piazza Duomo (villa Garibaldi) in particolare, che hanno fatto saltare dalla sedia la brillante scrittrice giarrese Silvana Grasso che ha pubblicamente accusato il sindaco di avere regalato alla città “un Natale del caxxo” accusandolo di essere irrispettoso e carente di buonsenso, stile e decoro.

Eppure, pensandoci bene, forse il Nerone giarrese alla fine ha agito in nome e per conto di quei giarresi stanchi di vedere una città smarrita, irriconoscibile i cui commercianti insorgono per l’isola pedonale tenendo in ostaggio 30 mila abitanti. Per fortuna in minoranza rispetto a quei valorosi cittadini che al netto di like e comunicati stampa, in silenzio, pala in mano, hanno rimesso in piedi lo zucco di Natale.

In sintesi a Giarre, eccetto che per qualche piccolo eroe, “a Natale non puoi”.

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