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Giarre, Centro per l’Impiego: lunghe file e tanti disagi

Giarre, Centro per l’Impiego: lunghe file e tanti disagi
Non solo disoccupati, ma pure costretti a fare per ore lunghe file sotto il sole per consegnare documenti al Centro per l’impiego di Giarre. Fin quando a un certo punto è finita in rissa ed è stato necessario l’intervento dei carabinieri.
Il centro per l’impiego sito in via Veneto ha competenza su una decina di Comuni e le file davanti all’ufficio sono una normalità. Ma la settimana scorsa la situazione è precipitata al punto da indurre la Uil a intervenire con un comunicato.
“Ressa e risse all’Ufficio regionale del Lavoro in via Veneto a Giarre – vi si legge -. Dov’è necessario iscriversi in lista d’attesa sin dalla notte e restare per ore in fila, nella speranza – nessuna certezza – di essere ricevuti dai pochi impiegati in servizio agli sportelli per una Naspi o un Patto di Servizio. La segretaria generale della Uil di Catania, Enza Meli, ha ricevuto ancora in queste ore segnalazioni di insopportabili disagi sofferti da lavoratrici e lavoratori, oltre a gravissimi momenti di tensione che per ultimo lunedì hanno imposto l’intervento dei carabinieri.
Enza Meli, che sollecita un incontro con i dirigenti del servizio, afferma: “Esigiamo rispetto per i disoccupati che devono sommare al danno della loro condizione la beffa di inspiegabili disfunzioni burocratiche. Sappiamo di code lunghe anche dieci-quindici ore nell’Ufficio di Collocamento a Giarre, di cittadini costretti ad aspettare al sole e alla pioggia fuori dalla sala d’attesa, di insostenibili calvari che si ripetono ogni mese per la consegna di qualche documento necessario al rinnovo della Naspi”.
La segretaria generale della Uil conclude: “Siamo pronti al confronto con i responsabili dell’Ufficio del Lavoro e della M.O. di Giarre. Con loro vorremmo individuare proposte e soluzioni rivendicando nelle sedi regionali, se necessario, il potenziamento del personale e l’adozione di strumenti utili a superare gli attuali disservizi. Chiediamo dialogo e fatti concreti, senza rinunciare in caso contrario a ogni iniziativa di protesta e denuncia sindacale. Perché così non si può andare avanti!”.

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