Giarre: rifiuti, abusivi, fantini e la ciliegina di Macchia -
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Giarre: rifiuti, abusivi, fantini e la ciliegina di Macchia

Giarre: rifiuti, abusivi, fantini e la ciliegina di Macchia

Non c’è che dire. Giarre è davvero una città viva. Nello spazio temporale di pochi giorni è accaduto l’impossibile.

Dopo 35 lunghi anni è stato deciso che l’infrastruttura adibita alla vendita di frutta e verdura di corso Sicilia era totalmente abusiva e andava rimossa. 35 anni, una eternità! Ma tant’è. Nel frattempo, l’emergenza ambulanti, viene puntualmente ignorata da questi ultimi che, imperturbabili, continuano a occupare ogni spazio aperto, non avendo uno straccio di regolamento che li tuteli.

Sullo sfondo la sconcertante ignavia delle amministrazioni comunali che in questi anni si sono susseguite nel trovare degli spazi da destinare a mercatini rionali: uno sforzo titanico.

In città proprio quando il sindaco promuove la solita ordinanza nella quale si richiede ai cittadini di decespugliare le aree a verde per pericoli di incendi, lo stesso Comune non provvede a multare se stesso a fronte di decine di aree comunali infestate da rovi e sterpaglie: via Almirante docet!

E poi il “parco quattro stagioni” di via Pellico, per il quale i residenti, legittimamente costituitisi in comitato – ancora prima dell’era D’Anna – hanno sporto denuncia alla Procura per il concreto pericolo di incendi. Un anno è trascorso da quando è stato chiesto al sindaco D’Anna, appena insediatosi, di intervenire con estrema urgenza, salvo poi rimanere fermi e lamentarsi che il problema si trascina da anni, dimenticando che 11 mesi sono nel frattempo trascorsi, nel totale immobilismo burocratico e morale.

Poi la Sagra delle Ciliegie di Macchia. Un formidabile esempio di ritorno al passato quando le vacche non erano magre e i satrapi democristiani di turno preparavano la campagna elettorale, sventolando certificati medici, stati di famiglia e qualche carta di identità.

Oggi invece c’è un assessore regionale in campagna elettorale pronto a sponsorizzare la sagra del fico secco o della banana brasiliana, un assessore locale che, in tandem con qualche macellaio con il pallino del canterino folk, ripropone a Macchia quella stessa manifestazione che riporta indietro nel tempo. Manca solo la foto in bianco e nero con la cantante Miranda Martino.

Sullo sfondo, due fantini che passeggiano nell’area perimetrale dell’ospedale e che pavoneggiandosi per l’impresa postano una loro foto sui social.

E poi dulcis in fundo, nel pieno della raccolta differenziata e, alla vigilia dei caffè concerto, quel carrello carico di immondizia lasciato per tre giorni in piazza Arcoleo, quasi a volere dare il “benvenuto” nel centro storico di una città piena di paradossi e condannata alla morte. Di viva, non è rimasta neppure la speranza.

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