Giarre, fusione Ipab Marano-Bonaventura: fallita la missione dei commissari -
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Giarre, fusione Ipab Marano-Bonaventura: fallita la missione dei commissari

Giarre, fusione Ipab Marano-Bonaventura: fallita la missione dei commissari

Unificare le due Ipab giarresi, “Bonaventura” e “Marano”: era questo l’obiettivo di due commissari nominati dalla Regione. Una missione fallita che non lascia spiragli per il futuro.

La fusione dei due enti è rimasta solo un proposito, per la Bonaventura non è andata buon fine la vendita, attraverso la pubblicazione di due bandi pubblici, di un terreno di 13mila mq a Macchia, con annessa struttura cementizia, nei pressi di via Zinghirino. Introiti che sarebbero serviti in parte a sanare vecchi debiti per oltre 55 mila euro.

Quel cespite, potenzialmente appetibile, paga lo scotto della vicinanza dell’ex discarica intercomunale che, da lunghi anni, attende un intervento di bonifica.

Futuro tutto da decifrare anche per un palazzo storico di proprietà dell’Ipab, in via De Gasperi. Edificio che copre una superficie di 6 mila mq, già sede in passato di scuole, uffici dell’azienda sanitaria per poi diventare anche un piccolo centro di accoglienza per migranti minorenni.

Ora alla vigilia della scadenza del mandato del commissario dell’Ipab Bonaventura (domani 8 dicembre), il futuro dei beni immobiliari di questa istituzione rimane indecifrabile. ”Ancora una volta – conferma il commissario Bruno – sarà trasmessa una relazione di fine mandato alla Regione, nella quale si rappresenterà l’impossibilita di procedere ad una fusione, considerati i debiti delle due Ipab e dei vani tentativi di vendita dei cespiti”.

Frattanto lo stabile di via De Gasperi, chiuso dal dicembre 2014, versa in condizioni di estremo degrado ed è a rischio di essere vandalizzato se non occupato abusivamente durante le ore notturne. L’auspicio è che l’immobile possa essere valorizzato, mutandone la destinazione, magari attraverso una convenzione esterna, cosi come peraltro auspicato dal commissario Bruno per il quale sarebbe necessario che la Regione estenda i poteri dell’incarico.

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