Depuratore di Mascali senza soldi: il Cda scrive alla Procura -
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Depuratore di Mascali senza soldi: il Cda scrive alla Procura

Depuratore di Mascali senza soldi: il Cda scrive alla Procura

Debiti per oltre 600 mila euro. Comuni consorziati insolventi, un quadro allarmante che condiziona fortemente la gestione operativa del depuratore di Sant’Anna e che ha indotto, lo scorso sabato, il Consiglio di amministrazione del consorzio del depuratore intercomunale di Mascali, a scrivere alla Procura di Catania. Una nota articolata farcita di documenti nella quale si informa il magistrato che segue l’inchiesta sul depuratore – culminata nel giugno scorso nel formale sequestro dell’impianto e all’iscrizione di sette persone, tra funzionari e responsabili  della struttura di depurazione, sul registro degli indagati, accusati a vario titolo di omissione in atti d’ufficio, danno ambientale, distruzione e deturpamento di bellezze naturali –  qual’è lo stato di avanzamento degli impegni assunti in funzione alle prescrizioni per risolvere il problema del trattamento delle portate in eccesso.

depuratoreDue delle tre prescrizioni e segnatamente quelle relative al ripristino dei sistemi di misurazione e campionamento e alla chiusura dello scolmatore di Giarre, posto all’interno del torrente Macchia sono in fase di realizzazione – si legge nella nota trasmessa alla Procura – e saranno completate entro i termini fissati dalla Procura. Le difficoltà, invece, si concentrano sulla terza fondamentale prescrizione, ovvero quella riguardante la realizzazione di un sistema di implementazione del trattamento dei reflui, necessaria per consentire che i reflui in eccesso possano essere depurati al 100%.

Preventivata una spesa di 1 milione 171 mila euro. Per reperire la somma in questi mesi sono stati avviati alcuni percorsi, tra cui una richiesta di un finanziamento alla Cassa depositi, non è andata a buon fine, mentre i sindaci dei Comuni consorziati al termine di un vertice hanno di recente deliberato una richiesta di finanziamento alla Regione o, in alternativa, la concessione di una anticipazione sui trasferimenti regionali. Nella nota il cda del Consorzio ribadisce di trovarsi nell’impossibilità di condurre una azione proficua per concretizzare il potenziamento dell’impianto di depurazione di Sant’Anna a fronte di mancanza di liquidità in larga parte da imputare alle perduranti insolvenze dei Comuni consorziati: al 31 dicembre 2015 il mancato introito delle quote dei cinque Comuni consorziati ammonterebbe ad oltre 600 mila euro. Ulteriori 500 mila euro, invece, è la somma non incassata nei sei mesi del 2016.

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