Riposto, tentato omicidio Falzone emessa la sentenza in appello -
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Riposto, tentato omicidio Falzone emessa la sentenza in appello

Riposto, tentato omicidio Falzone emessa la sentenza in appello

I giudici della II Sezione penale Corte d’appello di Catania (presidente dott.Fallone) hanno emesso oggi pomeriggio la sentenza in appello sul tentato omicidio avvenuto in via Etna nell’estate 2014 e che aveva come obiettivo, il ripostese. Luigi Falzone.  Tra le novità sostanziali l’assoluzione “per non avere commesso il fatto del giarrese Salvatore Musumeci (assistito dall’avv. Salvo Sorbello) che è stato scarcerato, mentre è stata confermata per gli altri imputati la sentenza emessa in primo grado (rito abbreviato) nel luglio del 2015: 10 anni e 9 mesi di detenzione per il giarrese Leonardo Parisi, 7 anni e 8 mesi per Andrea Spanò e Remo Arcarisi e infine 7 anni a L. G.. Il Gup in primo grado aveva assolto gli imputati dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, mentre era stata esclusa l’aggravante della premeditazione.

LA VICENDA:

Al processo abbreviato avevano preso parte cinque dei sei imputati accusati di tentato omicidio in concorso, in ordine alla drammatico fallito agguato del 6 luglio della scorsa estate MUSUMECI SALVATOREche aveva come obiettivo il 25enne ripostese Luigi Falzone.  Si tratta di: Leonardo Parisi, Remo Arcarisi, L. G., Salvatore Musumeci e Andrea Spanò, Giovanni Trovato (che ha invece optato per il rito ordinario) sarebbero stati, secondo la Procura, i componenti del commando che, a bordo di due auto, hanno tentato di uccidere Falzone esplodendo davanti la propria abitazione di via Etna cinque colpi di pistola calibro 7,65; colpi che miracolosamente non sono andati a segno. Secondo l’accusa si trattava di una vendetta, per il ferimento ad una gamba avvenuto poche ore prima a Mascali, del quale era rimasto vittima il pregiudicato mascalese Sebastiano Flori.

Il legale che assiste Salvatore Musumeci, avv. Salvo Sorbello, esprime soddisfazione per l’assoluzione ottenuta in appello “che ha valorizzato, contrariamente a quanto accaduto in primo grado, da un lato la perizia fonica compiuta come indagine difensiva e che ha escluso la presenza del Musumeci ai fatti contestati; nel contempo ha riconosciuto l’importanza dell’esito delle analisi scientifiche eseguite su una delle vetture usate dal commando, dimostrando l’assoluta assenza del Musumeci sui luoghi dell’evento”.

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