Pd e il tesseramento: nuova zuffa in un partito senz’anima -
Catania
15°

Pd e il tesseramento: nuova zuffa in un partito senz’anima

Pd e il tesseramento: nuova zuffa in un partito senz’anima

Il “partito-fantasma” o “partito che non c’è” – come è stato ribattezzato da taluni militanti alla luce della sua prolungata inattività (la direzione non si riunisce da quasi un anno, la federazione è paralizzata, il segretario Enzo Napoli è una sorta di “segretario in esilio” visto il suo “gravoso” impegno in assessorato alla Regione siciliana a Palermo) – s’azzuffa sui media.

Il partito democratico catanese, un insieme di correnti di vari parlamentari e della Cgil, vive l’ennesima fibrillazione politica: stavolta il “casus belli” è il tesseramento. Non è una novità: già mesi fa, attorno all’ingresso di vari esponenti di “Articolo 4” e più in generale dell’arrivo del gruppo che fa riferimento ai parlamentari regionali Luca Sammartino e Valeria Sudano (i cosiddetti “renziani”), c’era stata una sorta di piccola “sollevazione” della base, finita addirittura sugli schermi di Rai 3, in occasione di un programma di Riccardo Iacona. Anche allora, ci furono reazioni più o meno indignate (almeno sembrò così) per una puntata di “Presa Diretta” dedicata ai “partiti acchiappa voti”.

sammartinoNel Pd catanese, dove scarseggia – oltre alla decenza – forse anche la memoria, in questi ultimi giorni è riesplosa la “questione tessere”. La “miccia” sono state le parole di Luca Sammartino: “c’è un solo modo per uscire dall’impasse e dalla polemica sviluppatasi in questi giorni ovvero definire regole finalmente uguali per tutti. Basta con i baroni”.

Il segretario provinciale Enzo Napoli ha addirittura replicato: “sono letteralmente esterrefatto dalla dichiarazioni dell’onorevole Sammartino. Probabilmente la scarsa dimestichezza con il Pd lo ha indotto in confusione”.

Per Napoli il tesseramento si è svolto in trasparenza: “per evitare ogni possibile strumentalizzazione intendo chiarire subito che le tessere sono state distribuite esclusivamente (grazie ad un lavoro certosino del Responsabile Provinciale dell’Organizzazione) ai segretari di ciascun Circolo: questi hanno provveduto a fissare, in ogni realtà locale, le date e gli orari in cui sarebbe stato possibile il rinnovo della tessera (per coloro che erano stati già iscritti negli anni precedenti) ed effettuare le nuove iscrizioni, garantendo il massimo dell’apertura e del pluralismo.

napoliNei pochi casi in cui abbiamo avuto sentore di un consistente aumento delle richieste di iscrizioni, come Bronte e Paternò, abbiamo provveduto ad inviare alcuni membri della Segreteria Provinciale proprio per garantire che fosse garantita a tutti coloro che ne avessero fatto richiesta, la possibilità di iscriversi al Partito ed il massimo della trasparenza nelle procedure di adesione. In tutti gli altri casi non è stata segnalato alcun problema di sorta ed anzi, in occasione delle giornate di mobilitazione del 5 e 6 dicembre, molti Circoli hanno organizzato i banchetti in piazza in cui era possibile iscriversi al PD. L’iscrizione al PD è stata talmente “carbonara” che, per tutti coloro che avessero voluto farlo, sarebbe stato possibile richiedere l’iscrizione online anche sul sito del PD nazionale”.

Ha proseguito Napoli: “come ogni anno e come previsto dallo Statuto e dal regolamento sul tesseramento, naturalmente, la Commissione Provinciale di Garanzia provvederà a validare l’anagrafe degli iscritti ed esaminare ogni anomalia segnalata. Non mi risulta che vi siano stati casi in cui semplici cittadini o dirigenti o militanti politicamente vicini a qualsiasi area politica del PD, compresa quella che fa riferimento all’on. Sammartino, siano stati oggetto di ostracismo o impedimento di qualsiasi natura. Luca Sammartino sa benissimo che “Notabili” o “Baroni”, “signori o pacchetti di tessere”, nel PD di cui sono Segretario Provinciale, non ve ne sono: troverà invece tanti segretari di Circolo che, con fatica e dedizione, cercano di far vivere e crescere il partito nel territorio. Non vorrei fosse proprio questo, paradossalmente, a non essergli di gradimento”.
BerrettaInopinatamente (secondo taluni) è arrivato il commento di Giuseppe Berretta che nel Pd catanese rappresenta l’“anima critica”, in particolare per il ruolo (o meglio per il non ruolo) che il Pd svolge nei confronti dell’amministrazione comunale guidata da Enzo Bianco.

“Penso che anziché attaccare chi chiede una maggiore apertura del Partito Democratico ai cittadini, il segretario del PD di Catania Enzo Napoli farebbe bene a chiarire i criteri e le modalità con cui è stato effettivamente condotto il tesseramento nella nostra provincia.

E penso anche che, pur di attaccare alcuni esponenti del PD (in questo ultimo caso Sammartino), si prova a difendere l’indifendibile!”, queste le prime parole di Berretta. Che ha, poi, aggiunto: “da tempo abbiamo messo in luce i gravi problemi politici ed organizzativi del partito catanese. L’ho fatto in prima persona ma non sono stato il solo. I problemi del resto sono lampanti: la direzione provinciale non si riunisce da marzo 2015; il tesseramento 2015 si è protratto fino al 31 gennaio scorso ed oltre; in moltissimi Comuni le operazioni si sono svolte solo in extremis, mentre tanti Circoli sono privi degli organismi dirigenti. E, ancora a puro titolo esemplificativo, qualcuno dovrebbe spiegare perché ad Adrano ci sono voluti anni per superare il commissariamento del Circolo, nonostante vi fossero alcune centinaia di richieste di adesione. Ovunque, poi, le riunioni per il tesseramento si sono svolte senza una adeguata pubblicità, come invece previsto espressamente dal regolamento nazionale del tesseramento, e anche nella città di Catania alcuni Circoli di quartiere, come Ognina-Picanello, hanno lamentato episodi che hanno limitato la partecipazione dei cittadini. E’ questo un partito aperto e inclusivo, secondo voi?”.

Per concludere: “le logiche correntizie e notabilari prevalgono su tutto, purtroppo accade da anni e questo ha frenato bruscamente la voglia di partecipazione e le energie positive che ci sono ancora nel PD. Non si può proseguire così e non possiamo più rimandare oltre la convocazione del congresso provinciale”.

Le parole di Berretta hanno suscitato reazioni contrastanti: non solo mancate critiche da parte di chi vi ha visto una sorta di “avvicinamento” a Luca Sammartino, che, secondo talune “anime belle” (quei “soggetti candidi” che ogni tanto usano il tema della “moralità” a “stagioni alterne”) del partito, non avrebbe proprio tutti i “titoli” a posto, in particolare nel campo della raccolta del consenso.

Con ogni probabilità, Berretta ha forse provato ad uscire dall’isolamento politico che sconta in un partito dove, da tempo, la fa da padrone una sorta di “duo delle meraviglie”, ovvero il sindaco di Catania e leader dei Liberal (quindi “a destra”) Enzo Bianco e la Cgil (quindi “a sinistra”), con un gruppo di comando che spesso nell’azione quotidiana non si comprende se agisca nelle sue funzioni sindacali o in quelle di dirigenti di partito.

Un “duo delle meraviglie” che governa il Comune in grande armonia, con un assessore ai servizi sociali, Angelo Villari, che è stato fino a pochi anni fa segretario generale della Cgil di Catania.

Attorno a queste tre aree, ci sono poi quelle che fanno riferimento ai parlamentari Giovanni Burtone ed Anthony Barbagallo, quest’ultimo particolarmente in ascesa. In sostanza, un coacervo di correnti e di interessi di gestione, insomma un partito di potere e basta, che puntualmente, ogni tanto, produce “zuffe mediatiche”.
Il tutto mentre il partito è paralizzato: bloccata la direzione, inesistente o quasi la segreteria politica, priva di autonomia e pronta al massimo nella difesa dell’amministrazione Bianco. Così tanto per cambiare. I numeri del tesseramento, ad un primo esame, non indicano “cifre da capogiro”: a Catania il Pd raccoglie un migliaio di tessere. In una città di oltre trecentomila abitanti. E il Pd è il partito del Premier nazionale e del sindaco della città.

In Consiglio comunale, poi, le polemiche dentro lo stesso gruppo Pd non sono nuove, con risvolti talora grotteschi. Come nel caso delle polemiche contro Niccolò Notarbartolo, consigliere al centro di confronti anche aspri, forse perché vuole solo interpretare al meglio la sua funzione pubblica.
In mezzo, i “cooptati”o i “cooptandi” impegnati – talora – in improbabili operazioni mediatiche contro chi mette in discussione un equilibrio politico fondato sull’immobilismo. Cosa accadrà adesso?

In attesa della convocazione (magari per Pasqua? O per il prossimo Natale?) della direzione del partito, è arrivata la presa di posizione di Concetta Raia, deputato regionale, espressione politica della Cgil: “senza girarci attorno, sarebbe opportuno che si aprisse un vero confronto politico sull’identità del partito democratico a tutti i livelli”. Che ha Raiacontinuato: “Il Pd a Catania è un partito trasparente, democratico non ha mai conosciuto o alimentato forme di “carboneria” anzi tutt’altro. Tutti sanno che il regolamento del Pd non prevede il ritiro di pacchetti di tessere ma l’adesione singola degli iscritti. Purtroppo, non va negato, che in alcuni circoli si stava per verificare l’adesione per blocchi di tessere, ma va altrettanto ricordato come i segretari dei circoli, regolarmente eletti nei congressi abbiano “stoppato” prontamente. Mi dispiace che qualcuno non abbia ancora capito cosa vuol dire stare dentro un partito, nessuna paura del nuovo che avanza”.

Per concludere: “La sfida é sulle idee, sui progetti del Pd. Il Pd è un grande partito di centrosinistra che deve tornare ad avere quei valori fondativi di cui tanto abbiamo discusso fino a qualche tempo fa. Certamente, mi viene difficile pensare che un qualunque militante di Forza Italia convinto sostenitore di Berlusconi, oggi possa sostenere tout court il partito democratico. Tanti consiglieri comunali che pensano di aderire al Pd provengono da quella esperienza; a volte mi chiedo se sono consapevoli del progetto culturale del partito oppure pensano che sia solo un fatto di potentato o di moda del momento”.

Sante parole, in nome di una “diversità culturale” con il centrodestra che meriterebbe però, forse meno convention in alberghi e meno “premi di fedeltà”, magari. Anche perché, a novembre scorso, Concetta Raia aveva dichiarato: “che il Partito Democratico a Catania sia fermo non ci sono dubbi: non deve certo venircelo a dire Ferrandelli”. E ancora: “è giunto il momento di cambiare il gruppo dirigente riprendendo un nuovo percorso. Abbiamo chiesto più volte a Enzo Napoli di convocare una assemblea congressuale che possa individuare il nuovo segretario provinciale del partito. Non vi sono altre strade: è questo che va fatto”.
Siamo a febbraio, ma il tempo c’è ancora.

Marco Benanti

Potrebbero interessarti anche