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Catania, omicidio Ilardo: il controesame solleva dubbi sull’attendibilità del collaboratore La Causa

Catania, omicidio Ilardo: il controesame solleva dubbi sull’attendibilità del collaboratore La Causa

santo la causa“A mio modo di vedere, c’è una forzatura nel voler coinvolgere Maurizio Zuccaro in prima persona nell’omicidio di Luigi Ilardo”. Questa dichiarazione – che ci ha reso l’avvocato Stella Rao, difensore di Zuccaro – condensa oltre due ore di contro esame al collaboratore di giustizia Santo La Causa (nella foto a sinistra).

Nelle parole di La Causa, Maurizio Zuccaro è qualcosa di più dell’organizzatore dell’omicidio Ilardo: è un uomo senza scrupoli per via di una smodata ambizione, che lo porta a vedere nell’ordine di uccidere Luigi Ilardo una possibilità di ascesa entro la “famiglia” Santapaola. Santo La Causa tende a rafforzare questa tesi aggiungendo un dettaglio della personalità di Zuccaro: pur di consumare l’omicidio “prima di altri dell’organizzazione”, Maurizio chiese aiuto ad Aurelio Quattroluni e a lui stesso.

Le sfumature del racconto sono centrali nell’impostazione del contro esame dell’avvocato Rao, e ancor prima del suo collega, Francesco Antille, che difende Giuseppe Madonia dall’accusa di aver chiesto alla famiglia Santapaola di ordinare l’omicidio di Luigi Ilardo.

All’epoca dei fatti, dichiara Santo La Causa, dentro il clan Santapaola si respirava un clima di “tragedie”. Negli ambienti di mafia, il termine “tragedia” indica quell’atmosfera di sprezzante zizzania, per cui si mettono in giro informazioni senza verificarne prima la fondatezza. All’epoca dei fatti la “tragedia” voleva che Maurizio Zuccaro e la sua famiglia fossero confidenti; che l’esecutore di un certo omicidio fosse il La Causa; che Quattroluni avesse in mente di aggredire la moglie di Maurizio Zuccaro per colpirlo indirettamente. Con simili ombre addosso, potevano tutti e tre darsi convegno a casa di Maurizio Zuccaro, come se niente fosse? A parte il fatto che all’epoca dei fatti Maurizio Zuccaro si trovava agli arresti domiciliari, osserva l’avvocato Stella Rao.

Francesco Antille aggiunge: “Santo La Causa oggi ha dichiarato ciò che noi difensori, da anni, ripetiamo in ogni Processo: in presenza di un collaboratore o di un testimone proveniente da certi ambienti di malavita, la verifica deve essere particolarmente attenta, supportata da riscontri precisi. Lo stesso La Causa, in sede di controesame, ha dichiarato che i suoi compagni di clan lo accusarono di essere l’esecutore dell’omicidio Carrasi, ma non fu lui a commetterlo”.

Flora Bonaccorso

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