La donna e il seno: un connubio inscindibile -
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La donna e il seno: un connubio inscindibile

La donna e il seno: un connubio inscindibile

L’eco della giornata internazionale in salsa giarrese contro la violenza sulle donne, non si è ancora affievolita per via di trattazioni prevalentemente incentrate sulle ripercussioni psicologiche derivanti da una femminilità mutilata. Il Teatro “Rex” di Giarre è assurto, qualche giorno fa, a cornice d’eccezione in funzione della necessità di celebrare una delle specificità che connotano i meandri del’universo femminile: il seno.

Approfittando di una ricorrenza intrisa di elevati contenuti di carattere sociale e morale, l’assessorato alle Pari Opportunità coordinato dalla dottoressa Piera Bonaccorsi ha dato luogo ad una serata presentata dal conduttore Maurizio Caruso ed imperniata sull’esaltazione della sacralità del più rappresentativo attributo corporeo femminile: il seno. La legge italiana 119 dell’ottobre del 2013 (improntata al contrasto del femminicidio) e la ratifica della Convenzione di Istanbul hanno in questi ultimi due anni conferito un forte impulso ad avvenimenti tesi non solo a stigmatizzare atti di violenza ai danni delle donne, ma anche a contrastare politiche antropocentriche le quali condannano la donna a invalidanti condizionamenti.

Sulla scorta di ciò, l’assessore Piera Bonaccorsi ha pensato, al fine uscire dall’ordinario, di approntare e promuovere un dibattito che ruotasse attorno all’immagine del seno, in quanto esso connota marcatamente il macrocosmo femminile diventandone un segno distintivo. I lavori si sono aperti con la dissertazione della professoressa Marinella Fiume, la quale ha condotto studi vocati alla scoperta dei concetti cui rimandasse l’immagine del seno nella storia. Il suo excursus si è sostanziato in una trattazione in ordine alla quale la docente Fiume ha spaziato da una civiltà all’altra.

La mitologia e la storia dell’arte sono state le discipline verso le quali le sua attenzioni si sono soffermate. Per quanto concerne la preistoria, inevitabile è stato il riferimento alla Venere di Willendorf, (ovvero alla statuetta in pietra di epoca paleolitica che raffigura una donna prosperosa), proprio perché l’intento dell’autore del soggetto era quello di veicolare il concetto di generosa ricchezza incarnato dalla donna rappresentata. Diverse comunque sono state le figure mitologiche dell’universo femminile rievocate dalla Fiume in correlazione con le epoche nelle quali esse sono emerse. A proposito della civiltà egizia, la Fiume ha per esempio citato la figura di Iside, la quale, anche in qualità di donna , simboleggiava la maternità e dunque la fertilità. Riguardo al periodo relativo alla civiltà greca, sono stati invece snocciolati i nominativi delle divinità femminili adorate a quell’epoca: ovvero Afrodite (dea dell’amore ma anche simbolo della fertilità), Artemide, dea della caccia, e Persefone, figlia di una dea Demetra che simboleggiava la fertilità della Terra. Quando le argomentazioni della Fiume hanno toccato il tema delle donne nel mondo greco, è stata rievocato un capolavoro dell’arte ellenistica come la Venere di Milo: ovvero la scultura che mette in evidenza proprio il carattere sessuale distintivo della donna: il seno.

Ineluttabile poi è stata la citazione, oltre che delle donne guerriere dell’epoca greca (ovvero le amazzoni, le quali tagliavano una mammella per scoccare meglio le frecce), anche dei contenuti del martirio di Sant’Agata, a seguito del quale è scaturito il culto catanese in onore della Santa. La Santa protettrice di Catania, fu infatti sottoposta ad un martirio, voluto dal proconsole Quinziano che si sostanziò nella rimozione dei suoi seni con le tenaglie. Tale fenomeno ebbe poi dei riflessi di natura antropologica, poiché a Catania esiste un dolce antropomorfo detto “Minnedda” di Sant’Agata e consistente in una cascatella con glassa bianca. La professoressa Fiume, specificando che il seno rimanda ai concetti di bellezza, grazia, fecondità e abbondanza, ha collegato l’immagine del carattere sessuale più accentuato della donna al significato che Freud attribuiva allo stesso nell’opera di Freud “L’interpretazione dei sogni”.

Secondo Freud infatti, il seno che appare nella dimensione onirica (ovvero quella dei sogni), è sinonimo di desiderio sessuale da parte del soggetto sognante di sesso maschile. Diversamente, se il sognatore è di sesso femminile, il seno rimanda ad un desiderio di maternità. La professoressa Fiume ha anche effettuato un’analisi di tipo sociologico specificando che il seno oggi sia maggiormente ascrivibile ad una sessualità dedita al piacere che non ad una protesa a dinamiche di tipo biologico come l’allattamento. Pertanto passano quasi in secondo piano i benefici di natura intellettiva apportati al proprio figlio/a quando quest’ultimo/a si nutre del latte materno attingendo ad esso attraverso il contatto con il seno.

La docente Fiume ha sottolineato che, per via di condizionamenti di natura sociale, la donna tende a vedere il proprio seno come uno spaccato di femminilità del quale occorre curare l’estetica. Ciò però, anche a causa dei rigidi canoni imposti dal mondo della moda, ha spinto le donne che ricoprono il ruolo di modelle, a sposare la logica secondo cui il seno debba essere piccolo. Tale condizionamento comunque si è ripercosso anche sulla società intera. Mentre un tempo avere un seno prosperoso era motivo di vanto per una donna, in questi ultimi anni un seno di grandi dimensioni è visto come un impiccio. Posto ciò, la Fiume ha comunque rimarcato che determinate scelte sono figlie anche dell’ambiente in cui si vive. Nella cultura dell’Italia Meridionale, un seno di piccole dimensioni è infatti comunque oggetto di valutazioni negative. In relazione a ciò, è entrato in campo il tema della chirurgia plastica come espediente che le donne utilizzano per risolvere problematiche psicologiche connesse alle dimensioni del seno. Interessante il passaggio dedicato alla chirurgia dalla docente Fiume. Molti moralisti hanno infatti bollato negativamente gli interventi di mastoplastica tesi a conferire al seno un aspetto piacevole.

Tuttavia, la chirurgia estetica può compensare i danni psicologici provocati da interventi comunque effettuati per fini terapeutici. Il carcinoma mammario richiede per esempio l’esecuzione di un intervento di mastectomia, in ordine al quale la mammella viene asportata. Tale intervento può causare in una donna intensi turbamenti psichici. Tuttavia, la chirurgia estetica può ovviare a questo inconveniente consentendo alla donna di riappropriarsi di quell’autostima che è fortemente legata all’immagine e dunque alla consapevolezza di essere in possesso di un seno che assurge a fulcro della femminilità. Infine, la dottoressa Fiume ha evidenziato che i canoni estetici dell’arte classica greca si riflettono ancora nelle proporzioni in ordine alle quali, nel mondo occidentale, un seno può essere definito di bell’aspetto.

Di rilievo poi, è stato l’intervento della dottoressa Francesca Catalano, direttore dell’unità operativa complessa dei senologia dell’ospedale Cannizzaro, la quale, in materia di tumore al seno, si è soffermata su di esso sottolineando la necessità di sottoporsi ad un accertamento mammografico a partire dai quarant’anni. Inoltre, essa ha specificato che quando una donna si sottopone ad un intervento che prevede la rimozione della massa tumorale ascrivibile alla mammella, il soggetto non esce dalla sala operatoria se non viene prima sottoposto ad un intervento di mastoplastica, in quanto, grazie alla protesi, le donne evitano il traumatico impatto con la mancanza del seno. La dottoressa Catalano si è poi soffermata sull’associazione della quale è presidente: ovvero “l’associazione nazionale donne operate al seno” di Catania, inserita nelle manifestazioni agatine a Catania. La predetta associazione è composta da donne operate al seno le quali si occupano di teatro e di musica. Inoltre, la dottoressa Catalano ha sottolineato la necessità che le donne facciano prevenzione, poiché l’età di incidenza del tumore nelle donne si è abbassata.

La dottoressa Piera Bonaccorsi si è invece soffermata sul tema della fertilità nelle giovani donne operate al seno. Essa ha precisato che mentre le donne una volta, dopo la manifestazione di un cancro, temevano di non poter più anelare alla maternità, adesso possono invece aspirare a tale status. A causa di trattamenti come chemioterapia, radioterapia e ormonoterapia, le donne rischiano di non essere più fertili. Tuttavia,grazie al congelamento degli ovociti e del tessuto ovarico, la fertilità può essere preservata .Il tessuto ovarico viene ovviamente prelevato prima di procedere con la chemioterapia. Successivamente occorre attendere due anni, poiché la neoplasia può tornare a manifestarsi. Inoltre, nel caso in cui le donne non riescono spontaneamente ad approdare al concepimento, possono comunque attingere alla fecondazione assistita. In seguito, la dottoressa Anna Micalizzi ha parlato di strategie alimentari nella prevenzione primaria. Essa ha asserito che è fondamentale limitare il consumo di carne rossa. Ciò però non significa che chi consuma solo verdure, come per esempio i vegani, non sia esposto al rischio di tumori. Chiaramente un limitato consumo di carne riduce i rischi legati all’insorgenza di tumore. Posto ciò, la dottoressa ha specificato l’importanza di eliminare il fumo, di ridurre il consumo di alcool, di consumare verdura, frutta fresca e cereali e di evitare cibi contenenti conservanti. Inoltre, associare una dieta alimentare ad una condotta che si sostanzia nell’attività fisica, contribuisce al benessere fisico. Ovviamente, l’attività fisica è anche fondamentale in chiave di prevenzione di una malattia come il diabete.

Una performance dell’attrice Maria Rita Leotta la quale ha interpretato “La donna felice”, tratto dallo spettacolo teatrale realizzato dalla stessa attrice e intitolato “Uccise dal silenzio”, ha impreziosito un evento mirato anche a scuotere la collettività in materia di soprusi e violenze fisiche perpetrate dagli uomini ai danni di donne che i primi desiderano vedere sottomesse.

Infine, la mostra fotografica di Carmen Cardillo, a cura dello storico dell’arte Carmen Bellalba, ha deliziato i presenti perché vocata a immortalare gli stati d’animo e i momenti di introspezione della donna vittima di atti di violenza. La Bellalba ha esplicitato che i lavori della Cardillo sono stati esposti anche a Praga. La consegna di spille realizzate con cura dallo stilista Alfio Polisano, ha arricchito una serata intrecciatasi armonicamente con l’evento intitolato “Donne, violenza, guerre” . Tale avvenimento, ha visto come relatore la professoressa Anna Castiglione e la sociologa Maria Pia Fontana. Ecco la dichiarazione della dottoressa Bonaccorsi a conclusione dell’evento “Ci tengo a precisare che l’organizzazione dell’evento del teatro “Rex” non è gravata sulle casse comunali. Inoltre, procede speditamente il lavoro del mio assessorato. E’ stata già richiesta alla Regione, l’erogazione di fondi per finanziare progetti formativi ascrivibili allo sportello rosa. Per quanto concerne lo sportello rosa anti-stalking, esso è stato già inserito nella rete del numero telefonico nazionale 1522. Inoltre, ho richiesto l’attivazione del codice rosa nel pronto soccorso dell’ospedale “Santa Marta e Santa Venera” di Acireale”.

Umberto Trovato

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