Giarre, somme percepite indebitamente dal consigliere Raffaele Musumeci: contestata la messa in mora -
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Giarre, somme percepite indebitamente dal consigliere Raffaele Musumeci: contestata la messa in mora

Giarre, somme percepite indebitamente dal consigliere Raffaele Musumeci: contestata la messa in mora

RAFFAELE MUSUMECI E TANIA SPITALERIUna verifica dei provvedimenti di liquidazione delle indennità dovute agli amministratori comunali condotta dall’Area amministrativa del Comune di Giarre, ha acclarato che il consigliere comunale Raffaele Musumeci, nella qualità di presidente del Consiglio comunale, durante il quinquennio 2008-2013 (sindacatura Sodano), essendo dipendente pubblico, avrebbe dovuto percepire l’emolumento mensile ridotto del 50%, come previsto per legge. In realtà tale obbligo è stato disatteso, cosi, nell’aprile scorso è stato comunicato al consigliere Musumeci l’avvio delle procedure per il recupero delle somme indebitamente percepite: 45.544,70  euro.

Musumeci, il mese successivo, con propria nota,  dichiarava la propria disponibilità  alla restituzione delle somme dovute e percepite;  Il Comune, lo scorso agosto, con determinazione dirigenziale, accertava in entrata il predetto importo sul Bilancio 2015.

Ritenuta la somma dovuta liquida ed esigibile e, in considerazione del fatto che il pagamento non è stato effettuato, l’11 scorso è stata recapitata  al consigliere Raffaele Musumeci una diffida e messa in mora con invito ad adempiere, entro 8 giorni, al versamento della somma indebitamente percepita.

Tale procedura è stata preceduta da quella delibera di Giunta del 12 ottobre scorso, con la quale il sindaco Bonaccorsi è stato autorizzato a proporre, nei confronti di Musumeci, azione legale per il recupero della somma erroneamente percepita.

Il primo cittadino giarrese, nei giorni scorsi, con propria nota, aveva anche rifiutato l’invito ad aderire a convenzione di negoziazione assistita, avanzato dal legale di Musumeci, avv.Giuseppe Fiumanò, “tenuto conto che il recupero della somma è un atto non discrezionale ma vincolato e pertanto non può essere oggetto di negoziazione nonchè di rinunce o transazioni”.

Il provvedimento di costituzione in mora è stato nel frattempo dichiarato illegittimo dal legale del consigliere Musumeci, poiché carente dei presupposti di legge; non sussiste, secondo l’avv.Fiumanò, uno dei presupposti posti alla base della messa in mora vale a dire la liquidità  del credito, dovendosi,  ricalcolare gli importi da restituire. Il concetto di liquidità – ha osservato il legale del consigliere Musumeci – esprime, infatti, la certezza del debito e del suo ammontare.

Oltretutto – è stato precisato nella risposta all’atto di diffida e costituzione in mora, trasmessa al dirigente della I Area –  il debito è stato quantificato a circa 16 mila euro, al netto delle somme prescritte e delle ritenute Irpef e non di 45 mila euro. Di tale importo, il consigliere Musumeci, ieri ha versato, a titolo di acconto, la somma di 3.372,86 euro e che il residuo importo di 13 mila euro verrà versato nell’arco di 24 mesi, riservandosi ogni tipo di iniziativa giudiziale a tutela dei propri diritti e interessi.

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