Politica Giarre, Raffaele Musumeci vs Francesco Longo: ma chi ha scritto le lettere? -
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Politica Giarre, Raffaele Musumeci vs Francesco Longo: ma chi ha scritto le lettere?

Politica Giarre, Raffaele Musumeci vs Francesco Longo: ma chi ha scritto le lettere?

Nell’estate afosa giarrese, politicamente “rinfrescata” da quel buco di 9 milioni o 516 mila euro – ormai non si comprende chi smentisce chi – si registra l’iper attività di un consigliere comunale particolarmente incline a creare scompigli. Si tratta del capo gruppo di Articolo 4, Raffaele Musumeci che, in più circostanze, ha messo in difficoltà l’intero gruppo consiliare per via delle sue posizioni oltranziste, il più delle volte non concertate.

musumeci_raffaeleMusumeci sembra avere un obiettivo in questi giorni: demolire la proposta di riequilibrio del sindaco Bonaccorsi. Costi quel che costi. E cosi sferra attacchi. Nel mirino, stavolta è però indirettamente finito il mite presidente del Consiglio Francesco Longo. In una nota trasmessa per conoscenza ai consiglieri e al Collegio dei Revisori dei conti, Musumeci rileva che, per l’appunto, “il presidente Longo ha trasmesso via pec a tutti i consiglieri le proposte di deliberazione n.9 del 27 luglio scorso e la n.10 del 29 luglio”.

Orbene, secondo Musumeci, “ai sensi dell’art.30 del vigente Regolamento comunale, tale riferimento regolamentare, per la prima volta introdotto all’evidente scopo di considerare operativi i termini di cui al comma 3 del predetto art.30, è chiaramente del tutto improprio, tenuto conto del tenore della predetta norma che recita: “le proposte di deliberazioni che hanno per oggetto … omissis … debbono essere depositate e trasmesse a tutti i consiglieri almeno dieci giorni prima dell’adunanza”.

Secondo l’ex presidente del Consiglio Musumeci, “tali proposte non possono non riferirsi agli argomenti di cui al comma 1, ovvero a quelli iscritti all’ordine del giorno del Consiglio comunale che deve essere allegato all’avvisi di convocazione dell’assise consiliare a termini dell’art.23 del Regolamento”.

Musumeci, a questo punto, affonda i colpi e accusa deliberatamente Longo di “non avere provveduto a diramare l’avviso di convocazione del Consiglio comunale con all’ordine del giorno gli argomenti di cui alle proposte citate in premessa.

Pertanto – osserva Raffaele Musumeci – nel considerare per tali motivi prive di rilevanza ed efficacia giuridica le comunicazioni, nonchè non propedeutiche ad attivare le conseguenti procedure regolamentari (commissioni e pareri) la invito, come già anticipato verbalmente, ad operare nel pieno rispetto cronologico delle norme regolamentari e l’osservanza dei termini in esse previste”.

Fin qui la piccata nota di Raffaele Musumeci che ha immediatamente provocato la risposta del presidente del Consiglio Longo, secondo cui “il termine di 10 giorni entro il quale le proposte di deliberazione del Consiglio comunale devono essere trasmesse ai consiglieri, sancito dall’art. 30 del regolamento del Consiglio, è un termine posto a garanzia della conoscibilità e della conoscenza che i consiglieri comunali devono avere degli atti sottoposti all’esame dell’assise consiliare, finalizzato a dare loro modo di approfondire e di studiare gli stessi di guisa da poter esprimere in maniera consapevole e motivato il proprio voto sulla proposta di turno. Non può negarsi che il termine in questione è da considerarsi quale ultimo, tanto è che in modo espresso il medesimo articolo antepone allo stesso la locuzione “almeno”.

longo_presCiò, a rigor di logica – rileva Longo – sta a significare che quello dei dieci giorni è il termine massimo entro cui comunicare le proposte e che, di contro, nulla vieta che gli atti vengano trasmessi a tutti gli organi competenti anche in termini precedenti. Infatti – rimarca Longo – ciò non solo non si pone in contrasto con i dettami regolamentari, bensì tutela ancora di più i consiglieri comunali nell’esercizio delle prerogative loro spettanti (richiesta di pareri, disamina in commissione, ecc.)”. Ma la replica di Longo diventa a questo punto “pepata”, nel passaggio in cui ritiene “incomprensibile che un consigliere comunale (Raffaele Musumeci), lamenti il fatto di essere venuto a conoscenza della proposta consiliare in tempi largamente superiori rispetto a quelli previsti dal regolamento vigente; diversamente avrebbe avuto ragione nel caso in cui la proposta fosse stata comunicata in termini inferiori rispetto ai dieci giorni previsti prima dell’adunanza, durante la quale avviare l’esame; solo in questa ipotesi, infatti – evidenzia il presidente Longo – si sarebbe verificata una ingiustificata e illegittima costrizione del diritto di conoscenza dei consiglieri comunali.

A nulla rileva la mancata emanazione dell’ordine del giorno, giacchè nessun collegamento di scopo sussiste fra il disposto dell’art.25 e dell’art.30 del Regolamento del Consiglio comunale”. Longo ribadendo la correttezza della procedura attivata, peraltro analoga alle altre che nel tempo sono state correttamente eseguite nella predisposizione degli atti del Consiglio comunale, ha stigmatizzato l’accaduto rilevando che Raffaele Musumeci non rappresenti l’organo deputato ne adatto a sentenziare sull’efficacia giuridica della proposta inviata per posta certificata a tutti gli organi competenti, invitando, per il futuro, il capo gruppo di Art.4, “ad astenersi dal sollevare eccezioni inesistenti e giuridicamente non fondate”.

A questo punto, un interrogativo del cronista è d’obbligo a chiusura del pezzo: chi sono i veri autori di queste due argute e tecnicamente dettagliate lettere di Musumeci e Longo?

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