Giarre, ripulito dai volontari Largo Cismon del Grappa. Ed il pericolo siringhe? -
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Giarre, ripulito dai volontari Largo Cismon del Grappa. Ed il pericolo siringhe?

Giarre, ripulito dai volontari Largo Cismon del Grappa. Ed il pericolo siringhe?

L’operazione “Recupero ecologico” del Largo “Cismon del Grappa”, è ufficialmente scattata. Ieri mattina, una nutrita “Task force” composta da diversi enti associazionistici si è adoperata al fine di restituire al parco un decoro da tempo smarrito.

Il deterioramento delle condizioni igienico-sanitarie della struttura, ha infatti catalizzato l’attenzione delle associazioni del territorio, le quali, cooperando in sinergia con l’ente comunale, hanno eseguito interventi di risanamento ambientale dell’area.”La Bottega dell’arte onlus”, l’associazione “PuliAmo Giarre” guidata da Salvo Rigaglia, il Wwf “Jonico-Etneo” e i Nas di Sigonella hanno costituito una rete volta a debellare lo stato di degrado in cui versava la struttura.

Una serie di interventi tesi a diradare la fitta vegetazione formatasi, è stata accompagnata da un impegno vocato alla bonifica delle aree assurte a ricettacolo di rifiuti. L’assessore e vicesindaco Salvo Patanè,  ha specificato che un nuovo intervento dovrebbe materializzarsi in seguito. Inoltre, egli ha precisato che una delle priorità del suo assessorato sarà quella di provvedere alla sistemazione del cancello del parco e di realizzare un impianto di illuminazione, volto a scongiurare il rischio che l’oscurità favorisca il raggrumarsi all’interno della struttura di gruppi di debosciati dediti ad attività illecite. L’assessore ha inoltre asserito che “l’installazione di faretti appare necessaria”.

Soddisfatto anche Salvo Rigaglia di “PuliAmo Giarre”. “Abbiamo raccolto circa 7-8 sacchi per un totale approssimativo di 200 kg di immondizia, tra carta, bottiglie di plastica e di vetro. Due mezzi motoape ci hanno supportato ai fini del trasporto delle sterpaglie rimosse grazie all’esecuzione da parte nostra di interventi di scerbatura. Per quanto concerne la rilevazione della presenza di siringhe in mezzo alla vegetazione, abbiamo riscontrato soltanto la presenza di una siringa peraltro non utilizzata”.

In tal proposito, l’assessore all’ecologia Patanè ha dichiarato che “nessuno ha segnalato l’esistenza di siringhe all’interno del parco” precisando anche che però “al momento non vi è nessuna convenzione in materia di affidamento del servizio di raccolta di rifiuti speciali pericolosi come le siringhe, per le quali è previsto l’incenerimento”.

imageTuttavia, fotografie inequivocabili evidenziano come in realtà nel parco siano individuabili siringhe. L’altezza della vegetazione o il copioso quantitativo di terriccio hanno evidentemente impedito ai volontari di riscontrare l’esistenza di questo materiale pericoloso. Consapevoli di questi rischi però, diversi fruitori del parco hanno in questi ultimi tempi preferito non frequentare questo spazio pubblico. Anche l’amministrazione comunale, avendo preso atto dell’incontrollata espansione di una vegetazione che limita la visibilità della superficie, avrebbe dovuto essere consapevole dei pericoli che avrebbe comportato la concessione dell’autorizzazione ai volontari desiderosi di bonificare il parco.

Ciononostante, ai volontari è stato improvvidamente accordato il “Nulla Osta” per procedere. Tale accadimento, ha suscitato il disappunto di diversi componenti della commissione consiliare competente, la IV, che aveva svolto un sopralluogo circa un mese fa ed aveva riscontrato e fotografato la presenza di siringhe all’interno del largo Cismon del Grappa.

image“Pur ammirando il lavoro dei volontari – dichiara Vincenzo Mangano, presidente della IV commissione – che prestano con sacrificio la propria opera per sopperire alle inadempienze del Comune, sono sorpreso della scelta dei rappresentanti dell’ente di autorizzare una simile operazione, che sottopone a rischi non indifferenti gli stessi volontari. Proprio nel corso di un sopralluogo, infatti, abbiamo riscontrato la presenza di diverse siringhe sicuramente utilizzate. Non si può trascurare un’area come quella per oltre un anno e pensare di sopperire ad una carenza atavica di programmazione con l’encomiabile lavoro dei volontari”.

Insomma, il detto secondo cui “prevenire è meglio che curare” non dovrebbe mai passare di moda.

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