Le “Fiabe principesche” di Maria Cannavò -
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Le “Fiabe principesche” di Maria Cannavò

Le “Fiabe principesche” di Maria Cannavò

Felice esordio letterario per una casalinga originaria di Riposto, ma residente in Svizzera da parecchi anni. La singolare genesi dell’opera, che l’autrice ha “pensato” come un regalo unico ed inestimabile per l’amata figlia Violetta, cui sono ispirati i racconti di ambientazione medievale contenuti nel volume

Tra le sue tante personalità creative, la cittadina marinara etnea di Riposto può fregiarsi anche di una scrittrice, che ormai da diversi decenni, però, ha lasciato il luogo natio per andare a vivere in Svizzera (esattamente a Ginevra). Si tratta di Maria Cannavò, la quale tempo addietro ha debuttato in campo letterario dando alle stampe (per i tipi della “Gruppo Albatros Il Filo”) il volume “Fiabe principesche”, che già dal titolo rivela il genere che l’autrice ripostese ha voluto solcare in questo suo esordio editoriale, ossia la narrativa per l’infanzia, ma in grado di appassionare anche il lettore adulto, così come in passato sono riusciti a fare con i loro immortali capolavori celebri maestri della favola quali Andersen, Perrault ed i fratelli Grimm.

Come recita testualmente la descrizione ufficiale di questa opera prima di Maria Cannavò, “protagonista è la principessa Ortensia di Eccalia, figlia dei sovrani Antinisca e Anassidamo, la quale vive e cresce nel suo castello fiabesco di Bagatel. La vita della giovane scorre tranquilla ed al riparo dalle insidie. Ma un bel giorno giunge a corte un giovane pittore toscano al quale era stato commissionato il ritratto della principessa. Nonostante Ortensia fosse stata promessa al principe Fulgenzio di Vaneria, l’amore per il pittore aretino riesce a rompere il legame dei principi promessi ed a rendere la giovane libera di sposare l’uomo da lei desiderato. A partire dal suo trasferimento ad Arezzo, in un’umile dimora e tra la gente comune, Ortensia viene travolta da mille avversità che la vedono addirittura condannata al rogo. Ma il destino riserva per ognuno di noi un futuro diverso, e quello della principessa di Eccalia era stato scritto fin dall’inizio. Ritrovato l’amore di Fulgenzio, si apre una nuova parentesi della sua vita. La trilogia medievale conduce il lettore fra castelli, intrighi ed avventure senza tempo”.

In questi mesi le “Fiabe principesche” di Maria Cannavò hanno ottenuto un buon successo di vendita in tutto il mondo nonché autorevoli recensioni sulla stampa estera. Ci siamo, pertanto, messi in contatto con questa novella scrittrice siciliana per conoscerla meglio e saperne di più su questo suo incoraggiante esordio nel mondo delle lettere.

«Sono orgogliosa di essere nata a Riposto – ci ha dichiarato telefonicamente Maria Cannavò –, un luogo di cui conservo bellissimi ricordi. Con la mia famiglia abitavamo a circa duecento metri dal mare, in una contrada di campagna nei pressi della stazione ferroviaria, che oggi rientra nel centro urbano. A venticinque anni, però, sono andata a vivere in Svizzera per seguire il mio ex marito. Sin da bambina, comunque, sono sempre stata attratta dall’arte e dalla creatività: cantavo e suonavo la fisarmonica, e con mio fratello abbiamo messo su un gruppo musicale che ha riscosso un buon successo. A quei tempi, però, per una ragazza siciliana di provincia, come la sottoscritta, era impensabile poter far carriera nel mondo dello spettacolo. Quindi mi sono sposata e mi sono trasferita con mio marito (da cui ho successivamente divorziato) in Svizzera, limitandomi a fare la semplice casalinga. L’idea di questo libro mi è nata quando mia figlia Violetta è andata a trascorrere una lunga vacanza in Australia, ospite di mia sorella. In quei mesi, in pratica, mi è mancata tanto e l’ho voluta ancora più bene, al punto da sentire l’esigenza, al suo ritorno, di regalarle qualcosa di unico ed inestimabile, che non fosse possibile trovare in commercio. Ho, quindi, pensato di scrivere e pubblicare un libro a lei interamente dedicato in quanto, nella mia immaginazione, la Principessa Ortensia, protagonista di queste “Fiabe principesche”, è proprio mia figlia. E’ un’opera che ho scritto quasi di getto in appena tre mesi, grazie anche alla sapiente guida del professore Roland Gyger il quale, essendo la sottoscritta completamente estranea agli ambienti letterari ed editoriali, mi ha dato una preziosissima mano d’aiuto».

Dalle “Fiabe principesche” è stato anche tratto un originale book fotografico, che vede la stessa autrice con l’amata figlia Violetta impersonare, indossando gli antichi ed eleganti costumi medievali, le protagoniste femminili del racconto.

Ma la sia pur tardiva carriera letteraria di Maria Cannavò è solo agli inizi, in quanto queste prime “Fiabe” avranno sicuramente un seguito. Come, infatti, ci ha rivelato la stessa scrittrice, «mia figlia Violetta ha molto gradito questo “regalo” e si aspetta da me altri racconti di questo genere che, al di là delle epoche in cui sono ambientati, rivestono un valore universale in quanto narrano le gioie, le aspirazioni, le debolezze e le delusioni degli esseri umani».

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: Maria Cannavò con la copertina del suo libro ed insieme alla figlia Violetta in uno degli scatti del book fotografico ispirato a “Fiabe principesche”

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