Buco Comune, Articolo 1: il sindaco Bonaccorsi prenda atto del suo fallimento politico -
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Buco Comune, Articolo 1: il sindaco Bonaccorsi prenda atto del suo fallimento politico

Buco Comune, Articolo 1:  il sindaco Bonaccorsi prenda atto del suo fallimento politico

“La situazione venutasi a creare al Comune di Giarre rende ormai insostenibile, dopo il pronunciamento della Corte dei Conti, la linea di difesa ad oltranza attuata dalla amministrazione comunale con il tentativo di allontanare la dichiarazione di dissesto, con tutto quello che ne consegue sul piano politico”.  Lo afferma in una nota l’associazione politica Articolo presieduta da Alfredo D’Urso.

Certo non è possibile né corretto addebitare all’attuale amministrazione le cause di un fallimento che risalgono nel tempo alla precedente amministrazione Sodano che, ricordiamo, ha scaricato sui cittadini, proprio per evitare il dissesto, il raddoppio della tariffa dell’acqua con la famigerata determina 75bis, per non parlare delle bollette della spazzatura dalle quali il comune ha ricavato più del costo del servizio e delle raccomandate inviate a fine anno ai contribuenti per richiedere bollette il più delle volte già pagate. E’ di tutta evidenza, tuttavia – prosegue la nota di Arricolo1 – che la compagine governativa raccoltasi per il sostegno al Sindaco Bonaccorsi era in larga parte espressione della maggioranza politica che già sosteneva la Sodano, così come un’altra buona fetta di quella maggioranza sosteneva il candidato avverso.

Sul piano politico si pone, quindi, l’esigenza di rompere questo grumo di interessi che si raccolgono attorno a personaggi buoni per tutte le stagioni e che condizionano quasi sempre dalla maggioranza le scelte politiche ed amministrative di questo comune. Si tratta di prendere atto di un fallimento politico che è di questa amministrazione certamente ma che ha origini lontane nel tempo nella incapacità della società e della politica giarresi di rinnovarsi in maniera netta. Come associazione – conclude la nota – auspichiamo che questa consapevolezza si faccia strada e che, al di la della invitabile, per quanto dolorosa, dichiarazione di dissesto, si abbia il coraggio di ritornare a dare la parola ai cittadini”.

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