L’omicidio di Massimo Pappalardo scuote le coscienze -
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L’omicidio di Massimo Pappalardo scuote le coscienze

L’omicidio di Massimo Pappalardo scuote le coscienze

Massimo PappalardoL’uccisione del giovane pizzaiolo Massimo Pappalardo, il cui corpo senza vita è stato, successivamente, dato alle fiamme all’interno della sua stessa autovettura nelle campagne di Paternò, con i responsabili individuati dai carabinieri,– due di essi sono già stati rinchiusi in carcere mentre il terzo è attualmente ricercato (leggi Omicidio Pappalardo, arrestati gli assassini),continua a scuotere le coscienze, specialmente di chi lo conosceva, in modo particolare ad Aci Trezza, dove gestiva una pizzeria.
Un delitto atroce, consumato per impedire la relazione fra Massimo e una giovane donna che, purtroppo, aveva avuto una relazione burrascosa con l’assassino di Massimo, assassino che la donna aveva già denunciato per stalking.

Un delitto atroce, commesso non per amore, ma per impedire un amore: “Non si uccide – dice assai commossa, Kiara ,un’amica trezzota di Massimo –! E poi come! Così, come se fosse un burattino. Ma eri un ragazzo! Parlavi  di quell’amore, lo lodavi. Tu,così forte, in  mano a delle belve. Ti hanno ucciso in nome dell’amore. D’amore non si muore . Solo, in mezzo a tante merde, ti han tolto  la vita. Che la mano Divina possa punire, perchè  la giustizia terrena non può colmare il  dolore di quel “nome”,  in nome dell’Amore…”.

Davanti a tanta crudeltà, quale differenza passa fra chi ha trucidato Massimo Pappalardo e  chi, anche in altre parti del mondo, compie atti altrettanto se non più efferati? Davanti a tanto istinto primitivo, quali interrogativi porsi? Che fare?
Angelo Sturiale, scrittore e musicista: «Di fronte a certi delitti così estremi, soprattutto quando è l’”amore” nelle sue forme più primitive, il possesso, la gelosia, l’ossessione, a sovrastare ragione, cultura e civiltà, ci si chiede forse, quando ormai tutto è stato distrutto da atti definitivi e drammi senza ritorno, se si sarebbe potuta evitare qualcosa, se un incastro o una fatalità avrebbero cambiato il corso degli eventi, evitando morti e tragedie così irrazionali, così inaccettabili in una società “progredita” come quella in cui viviamo. Qualcuno risponderebbe certamente no, non è possibile. Qualcun altro troverebbe invece giustificazioni e analisi minuziose dei fatti e delle parole, delle intenzioni, dei mille perché, anche se ormai purtroppo non funzionali a nulla e a nessuno. Vite annientate, destini “carbonizzati”, futuri annichiliti da violenza e pianti infiniti di familiari e amici. Ci si pongono interrogativi legittimi, anche se imbarazzanti, cui rispondere, dentro la propria coscienza, per un attimo spogliata dallo sguardo dei sentimenti, istinti, passioni, giustificazioni, illusioni… Di cosa è composto il passato degli amanti che ci circondano e per cui siamo disposti a fare tutto, anche a rischio della nostra incolumità? Da quali oscurità, da quali atti, modalità affettive e relazionali si sono nutrite le umanità che adesso noi frequentiamo “normalmente” ogni giorno? È possibile scappare o fuggire in tempo da segnali allarmanti che notiamo certamente ma allo stesso tempo seppelliamo velocemente pur di perderci tra le braccia dell’amore? La società, la scuola, il sistema, gli amici e i giornali, il web e la cultura, ci aiutano abbastanza nel riconoscere gli elementi sospetti di un’interiorità dannatamente insana per se stessi e per gli altri?”.

Maurizio Marino, capogruppo consiliale Pd di Aci Castello: «Ancora una volta siamo di fronte all’ennesima tragedia in cui lo stalker si trasforma in omicida, anche se in questo caso, la vittima non è una donna ma il suo compagno. Le donne, comunque, le principali vittime e debbono essere aiutate dalle istituzioni. Ad Aci Castello sto lavorando, assieme ai compopnenti della VII Commissione consiliare, per l’apertura di uno Sportello di ascolto Anti-violenza, affinchè le donne che subiscono violenze o maltrattamenti popssano essere assistite, senza sostituirsi agli enti preposti, per un percorso di aiuto psicologico e sociale».

Domenico Sturiale, parrucchiere ad Aci Trezza :”È davvero triste, è assurdo, constatare come la vita umana sia, ormai ,considerata “niente”. E, come in questo caso, il non volersi rassegnare ad una separazione, qualunque sia la sua tipologia, genera una ingiustificata violenza che colpisce persone innocenti con una crudeltà sempre più emulatrice e dilagante”.

Aurelio Alfio Barbagallo, sott’ufficiale in congedo dell’Arma dei carabinieri: “Che dire? Non resta che chiedere certezza della pena nei confronti dei responsabili di questo orrendo assassinio.E dire grazie ai carabinieri di Paternò e alla Procura della Repubblica di Catania per aver assicurato in breve tempo i responsabili del crimine”.

Natale Pistorio, ristoratore ad Aci Trezza: “Davanti a tanta brutalità è molto difficile immaginare un processo con avvocati difensori per questi soggetti. Non si deve scandalizzare, quindi, nessuno, se la mente corre verso qualche Stato degli Usa, dove basta una puntura per eliminare gli assassini. Ma, la mente poi si “raffredda”, e lo scenario si trasforma. Niente armi letali, ma una giustizia capace di mettere taluni nelle condizioni di non nuocere più la società civile. È possibile?”.

Un delitto atroce,commesso non per amore, ma per impedire un amore…

 Orazio Vasta

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