Massimo Pappalardo, ancora ignoti killer e complici -
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Massimo Pappalardo, ancora ignoti killer e complici

Massimo Pappalardo, ancora ignoti killer e complici

Nelle prime ore dell’8 marzo scorso, nelle campagne di Paternò si consumava l’atto finale dell’uccisione, con arma da fuoco, di Massimo Pappalardo, 32 anni, residente a Valverde e pizzaiolo ad Aci Trezza, presso un locale gestito con la madre. Già cadavere, trasportato nelle campagne di Paternò – a 8 chilometri dal luogo dove aveva lasciato la donna con cui aveva una relazione – il corpo di Pappalardo è stato ritrovato carbonizzato sul sedile posteriore della sua autovettura che era stata spinta dai suoi assassini in un canalone e poi data alle fiamme.

L’incendio dell’autovettura munita di allarme satellitare ha fatto scattare in automatico la telefonata al cellulare della mamma di Massimo Pappalardo, proprietaria dell’autovettura, che avrà pensato al figlio coinvolto in un incidente stradale. Gli inquirenti hanno, sin da subito, privilegiato per l’omicidio il “movente passionale”, premurandosi di escludere qualsiasi coinvolgimento della vittima con attività o organizzazioni malavitose.

Questa immediata esclusione, evidentemente, è stata dettata, senza che carabinieri e magistrati abbiano mai ufficialmente citato l’episodio sanguinoso che, 28 anni fa, vide protagonosta il papà di Massimo che fu assassinato a pistolettate in un agguato. Ma chi ha ucciso il giovane pizzaiolo? In questi 30 giorni gli inquirenti, in più di una occasione, hanno fatto capire che sarebbero stati protagonisti dell’omicidio un killer e uno o più complici. Queste “tracce” e il “movente”, hanno fatto pensare ad una soluzione immediata delle indagini. Invece…

Orazio Vasta

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