Le nostre strade… immobili nei secoli -
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Le nostre strade… immobili nei secoli

Le nostre strade… immobili nei secoli

Nei due volumi di Sebastiano Sciorto la storia del sistema viario in Sicilia, raccontato con passione e grande attenzione alla parte documentale

Il sistema dei collegamenti in Sicilia, ora o andando indietro nel tempo, non è certo all’avanguardia in Italia, né in Europa di cui facciamo parte. Leggendo, infatti, i Malavoglia di Giovanni Verga, troviamo che, da Acitrezza a Catania, si preferisce trasportare con la barca “Provvidenza” di “padron ‘Ntoni”, via mare, un carico di lupini piuttosto che percorrere l’insicura strada che conduce a Catania.

Su questo tema della situazione dei collegamenti si inserisce l’ultimo lavoro, in due volumi, del professore Sebastiano Sciorto, il quale ha messo a frutto le lunghe e minuziose ricerche effettuate con “La viabilità antica, Sicilia Sud-orientale”, pag. 231, e con “La viabilità antica. Sicilia centro-meridionale e itinerari romani da Siracusa ad Agrigento”, pag. 244.

Un lavoro ambizioso, che si occupa di un argomento difficile da affrontare, in quanto trattare di percorsi stradali vuol dire cimentarsi in temi più complessi di quanto non appaiono ad un esame superficiale. Infatti, le strade, queste strisce di terreno più o meno larghe, più o meno lunghe, più o meno attrezzate per il transito di animali, persone e veicoli, hanno per l’uomo un’importanza fondamentale: esse costituiscono anche il luogo in cui l’umanità incontra se stessa, e all’uomo appare in tutta la sua realtà il significato della parola prossimo”. Ed ancora: “Ricostruire la rete viaria di una regione è fondamentale per precisare la fisionomia in una determinata epoca”, come sottolinea il professore Massimo Frasca dell’Università di Catania nella prefazione.

Nell’opera vengono trattate, anche con ricchezza di dati, piantine e documenti fedelmente riprodotti, le aree siracusana, iblea, la zona degli Erei comprendente Grammichele e Caltagirone in provincia di Catania e parte della valle del Simeto meridionale, e l’area del nisseno fino a Piazza Armerina nell’ennese. Il professore Sciorto, docente di inglese in pensione, a lungo ha lavorato per “questa sua opera”, approfondendo studi e ricerche con vera ed autentica passione, rintracciando documenti anche eterogenei, ma che attentamente vagliati, hanno portato alla riscoperta di tracce sopravvissute al tempo. consentendo di ricavare la “trama della rete viaria antica della Sicilia e le vicende dei principali siti collegati da essa”.

Oggi, come allora, il viaggiare non è certo all’altezza di altre civiltà, sembra che il tempo si sia completamente fermato; basti pensare al collegamento ferroviario tra Catania, o peggio Siracusa o Ragusa, con Palermo, per il quale si è coniato recentemente il motto “Freccia rotta”. La Sicilia è e resta un’isola in mezzo al mare, con un ponte verso il continente che esiste soltanto nei sogni dei suoi abitanti i quali si devono abituare, per viaggiare, a superare anche la paura di volare per non restare completamente isolati.

Domenico Pirracchio

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