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Giarre: “meglio il dissesto”

Giarre: “meglio il dissesto”

Piano di Riequilibrio: Salvo Vitale, “a queste condizioni sarebbe stato meglio il dissesto”

Si è tanto parlato del Piano di riequilibrio varato dall’amministrazione Bonaccorsi. Per avere un ulteriore punto di vista abbiamo deciso di sentire l’opinione di Salvo Vitale, che oltre ad essere uno dei leader dell’opposizione è riconosciuto da tutti come uno dei massimi conoscitori delle finanze comunali.

Prof. Vitale, l’opposizione è stata sempre scettica d’innanzi all’ipotesi del piano di riequilibrio decennale, perché?

«Prima di tutto mi sarei aspettato, da parte del sindaco in carica, l’indizione di una assemblea pubblica in cui discutere e confrontare le due possibilità: piano o dissesto. Infatti, nel frattempo, era emerso un rilevante disavanzo di amministrazione, nonché, la condizione di ente strutturalmente deficitario. Personalmente non penso che il piano di riequilibrio sia la panacea di tutti i mali del Comune. Parecchi enti si sono risollevati alla grande dopo la dichiarazione di dissesto».

Quindi a parer suo il dissesto sarebbe stato una soluzione migliore?

«Il dissesto sarebbe stato indolore per i cittadini contribuenti, per i dipendenti e per i precari del Comune che, in ogni caso, potevano essere stabilizzati  (Milazzo e Caltagirone  enti dissestati, hanno stabilizzato i precari in servizio). Tutto ciò non è avvenuto. Anche la nuova amministrazione opta per un piano di riequilibrio, ma di durata doppia: dieci anni a partire dal 2013. Anche questa scelta, a mio parere, è ovvia: la stessa corte dei miracoli che supportava il sindaco Sodano è la stessa che, adesso, circonda il nuovo sindaco».

Lei è dunque critico principalmente sull’eccessiva durata del piano…

«Ovvio, questa scelta decennale di durata del piano, non condivisibile, impegna anche la futura amministrazione. Al prossimo sindaco non spetterà altro che decidere sull’orario di apertura dei cinema. Ma non è solo questa scelta che non condivido: i maggiori oneri che si rendono necessari per ripianare le criticità evidenziate, vengono spalmati linearmente  nei dieci anni, piuttosto che concentrarli nei primi cinque disattendendo una precisa indicazione della corte dei conti. La precedente maggioranza consiliare, identica alla attuale, allora si rifiutò di votare le aliquote Imu al massimo consentito. Questa volta, non solo le approva per il 2013, costringendo i cittadini giarresi a pagare anche per l’abitazione principale, ma le approva per tutta la durata del piano: dieci anni. Lo stesso discorso può essere fatto per il canone dell’acqua letteralmente raddoppiato rispetto al 2011,senza alcuna giustificazione delle spese sostenute e da sostenere. Per non dire della tassa sui rifiuti: non si capisce a distanza di anni quanto sia il costo da coprire. Ma non sono solo queste le manchevolezze da evidenziare».

Molti consiglieri di maggioranza mugugnano in silenzio per la mancanza di democrazia nelle decisioni da assumere all’interno della compagine di Governo. Altri come Scuderi hanno alzato la voce contro questa politica del sindaco. Qual è la sua opinione?

«Nella stesura del piano, il Consiglio comunale, parte attrice fondamentale, non è stato tenuto in alcun conto, di fatto esautorato, messo avanti all’atto compiuto, senza poter apportare contributi. Di fatto i consiglieri sono stati trattati come delle comparse. Lo stesso dicasi per il collegio dei revisori. che dovevano essere coinvolti sin dalla redazione e non alla fine solo per esprimere un parere. Collegio che è l’interfaccia con la Corte dei conti che metterà sotto tutela il nostro comune per i prossimi dieci anni: ogni sei mesi una relazione per verificare che quanto scritto venga realizzato. Collegio dei revisori, che non solo non è stato mai interpellato per la strutturazione del piano, ma che ha ricevuto lo stesso appena tre (dicasi tre) giorni prima dei consiglieri. Alla faccia della trasparenza e della partecipazione».

Alberto Cardillo

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