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Zafferana Etnea: si dimettono nove consiglieri e decade il Consiglio Comunale

Zafferana Etnea: si dimettono nove consiglieri e decade il Consiglio Comunale

Azzerato il Consiglio comunale. Si sono dimessi i nove consiglieri del gruppo “Zafferana in Comune” ed è decaduto l’intero Consiglio comunale. Un vero e proprio terremoto politico che sconvolge la cittadina etnea dopo tre anni e mezzo dalle elezioni che avevano portato all’elezione del sindaco Alfio Russo e dei consiglieri dell’unica lista in competizione. Quindici consiglieri su quindici. Due si erano dimessi per assumere l’incarico di assessori. Erano rimasti in tredici. Nessuna opposizione.

L’idillio si era rotto in estate quando era sorto “l’affaire presidenza del Consiglio”.

Lo scorso mese di luglio, gli stessi consiglieri avevano approvato una mozione di revoca con cui avevano deciso di destituire  il presidente del consiglio Salvatore Sapuppo eleggendo al suo posto il professore Ignazio Coco. Ma Sapuppo aveva presentato ricorso al TAR (Tribunale amministrativo Regionale) e a settembre i giudici amministrativi gli avevano dato ragione reintegrandolo al suo posto.

Con grande rammarico rassegniamo le dimissioni irrevocabili dalla carica ricoperta in seno al civico consesso”, scrivono in una nota i nove consiglieri Sergio Alampo, Rosaria Barbagallo, Mario Bonaiuto,  Ignazio Coco, Chiara Guglielmino, Vera Leonardi, Carmelo Torrisi, Graziella Torrisi e Vincenzo Tropea.

Graziella Torrisi e Vincenzo Tropea nella loro doppia veste di consiglieri ed assessori lasciano il Consiglio ma continueranno a fare parte della giunta che permane insieme al sindaco. Al posto del Consiglio dovrà essere nominato un commissario da parte del nuovo assessore regionale agli Enti Locali.

“Fin dall’inizio del mandato – scrivono i consiglieri dimissionari – questo Consiglio aveva unanimemente stabilito un avvicendamento nella carica della presidenza del civico consesso, individuando nel professore Ignazio Coco, già referente del gruppo consiliare Zafferana in Comune oltre che professionista stimato e benvoluto, la persona che avrebbe dovuto succedere al Sapuppo. La rotazione  lungi dal dipendere da mere ragioni economiche derivanti dalla percezione dell’indennità stabilita dalla legge, era stata, piuttosto, motivata dalla ritenuta opportunità di concedere il giusto riconoscimento a chi, pur dotato della necessaria competenza, professionalità ed esperienza, non avesse ancora ricoperto ruoli istituzionali. A causa dell’ostinata presa di posizione inizialmente assunta dal ragioniere Salvatore Sapuppo ed al solo scopo di evitare l’insorgere di contrapposizioni per mere questioni inerenti la ripartizione degli incarichi, fu stabilito di votare inizialmente il Sapuppo –malgrado lo stesso avesse già ricoperto la suddetta carica per ben due mandati, l’ultimo dei quali proprio dal 2009 al 2014! –salvo poi procedere, a metà mandato, al dovuto avvicendamento con il professore Coco”.

I consiglieri erano ben consapevoli della valenza solo etica e morale dell’accordo, non spendibile giuridicamente in quanto “in caso di sua inosservanza non si sarebbe potuto disporre  di alcuno strumento per esigerne l’adempimento. Pur tuttavia, confidandosi nei principi di onestà, rispetto e correttezza di ciascuno, si è dato seguito all’accordo, certi che lo stesso sarebbe stato puntualmente rispettato, procedendosi, quindi, all’elezione di Salvatore Sapuppo alla carica di presidente del civico consesso. Nel corso dei primi due anni e mezzo del mandato, giova sottolinearlo, né il Sapuppo né alcuno degli altri esponenti del gruppo consiliare ‘Zafferana in Comune’ ha inteso manifestare malumori, insoddisfazioni od insofferenze di sorta, sposando appieno il progetto votato a larghissima maggioranza dagli elettori ed assicurando, ciascuno secondo i propri ruoli, il proprio contributo e sostegno”.

Ma scaduti i due anni e mezzo Salvatore Sapuppo non si è dimesso spontaneamente.  “Quindi – continuano i consiglieri del gruppo “Zafferana in Comune” – con grande stupore, incredulità e sbalordimento, abbiamo dovuto prendere atto dell’intento, sempre più chiaro e manifesto, del  Sapuppo,  il quale,  adducendo  motivazioni quanto mai risibili, rinviava di settimana in settimana la presentazione delle proprie dimissioni dalla carica. Stanchi dei continui rinvii ed ormai coscienti della volontà del Presidente del Consiglio Comunale di non rinunciare all’ambita poltrona, ben nove consiglieri comunali – disgustati dall’atteggiamento irrispettoso ed ostruzionistico mostrato proprio dalla persona cui era stata accordata la massima fiducia e che avrebbe dovuto rappresentare l’intero organo consiliare nel corso del mandato – ci siamo  visti costretti a presentare una mozione di revoca nei suoi confronti, in modo da esternare formalmente il venir meno del rapporto fiduciario e rendere, altresì, edotta la comunità zafferanese della gravità della situazione venutasi a creare in seno al civico consesso”.

I  nove consiglieri incalzano: “Malgrado la chiara ed inequivoca presa di posizione assunta dalla maggioranza qualificata dei consiglieri comunali, il Sapuppo, saldamente aggrappato alla sua poltrona, in barba alla deliberata revoca della fiducia da parte della quasi totalità di coloro che lo avevano eletto, si è spinto, financo, ad adire il Tribunale Amministrativo Regionale, forte della formale illegittimità della votata deliberazione consiliare. Come se, per ricoprire un incarico istituzionale così rappresentativo oltre che intriso di principi, doti e valori, sia sufficiente la sentenza di un giudice, mentre non assuma rilievo alcuno la perdurante fiducia e la reciproca stima dei componenti l’organo consiliare, la cui larghissima maggioranza, come già detto, non si sente più degnamente rappresentata da chi, pur di continuare a percepire la lauta indennità inerente la carica, ha tradito la loro fiducia, preferendo pensare ai propri interessi”.

Dalla mozione di revoca a Sapuppo nacque un gruppo di opposizione che si staccò dalla maggioranza.  Inspiegabilmente – continua la nota – altri tre consiglieri comunali (Angela Di Bella, Alfio Nicotra e Pippo Privitera)  hanno deciso di seguire le “gesta” del Sapuppo, erigendolo a “modello di correttezza, onestà politica ed intellettuale” da emulare, assai verosimilmente animati da interessi personali in previsione delle ormai prossime elezioni comunali. È nato, così, un nuovo gruppo consiliare dal nome, tutto da interpretare, “Zafferana che vogliAmo”.

Alla fine rivolgendosi ai cittadini : “Non è questa la “Zafferana che vogliamo”, quella improntata sul venir meno della parola data, sul tradimento di un patto in nome di tornaconti personali, sul mantenimento a tutti i costi delle poltrone e dei relativi privilegi. Né appare più possibile tollerare tale assurda ed inammissibile situazione, tanto imbarazzante quanto sgradevole agli occhi del cittadino”. Pertanto, in pace con la nostra coscienza, in piena libertà e senza condizionamenti di sorta, abbiamo preferito rinunciare alla carica sino ad oggi ricoperta, staccando la spina ad un consiglio comunale il cui presidente, a causa della sua penosa ed ingiustificabile condotta, non ci rappresenta in alcun modo né, a nostro modesto parere, è più in grado di rappresentare quel patto assunto, tre anni or sono, con gli elettori”.

Il sindaco Alfio Russo afferma: Prendo atto e rispetto la decisione dei consiglieri comunali del gruppo ‘Zafferana in Comune’ che dimostrano, ancora una volta, grandissima maturità e serietà. Un gesto così forte e deciso rappresenta l’epilogo della spinosa e penosa vicenda del presidente del Consiglio Comunale, Salvatore Sapuppo che, tradendo il patto con l’intero gruppo, non ha rispettato gli accordi. I consiglieri dimissionari non si sentono rappresentati da Sapuppo e, dopo la sua revoca, hanno insistito sulla decisione di non essere rappresentati da chi antepone protagonismi e aspirazioni personali all’interesse della comunità. Il progetto di “Zafferana in Comune” continua con più forza, energia e unità d’intenti per l’attuazione ed il completamento del programma politico amministrativo presentato alla cittadinanza”.

Il presidente del Consiglio Salvatore Sapuppo, raggiunto telefonicamente esprime un primo commento a caldo: “Sono profondamente deluso da quest’atteggiamento dei consiglieri. Non c’era motivo di arrivare ad un gesto così clamoroso che ha comportato la decadenza dell’intero Consiglio. Anziché confrontarsi, discutere e continuare ad amministrare hanno preferito scappare via. Non è questo il modo di fare politica per il bene del paese se a questo si antepongono le vendette e i personalismi. Non dimentichiamo che in nove erano comunque la maggioranza del Consiglio ed avrebbero potuto continuare ad amministrare fino alla fine del mandato. Ci sarebbe stata sì un’opposizione da parte dei quattro consiglieri di ‘Zafferana che vogliAmo’. Ma ciò sarebbe stato normale ed è quello che accade in ogni democrazia in cui da un lato c’è una maggioranza e dall’altro vi è un’opposizione”.

Rosalba Mazza

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