Il clan Cappello e lo “spaccio” di sostanze stupefacenti -
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Il clan Cappello e lo “spaccio” di sostanze stupefacenti

Il clan Cappello e lo “spaccio” di sostanze stupefacenti

San Cristoforo e Librino a Catania ma anche Ramacca, Motta Sant’Anastasia sino ad estendersi nelle province di Siracusa, Enna e Caltanissetta: erano queste alcune delle principali zone di interesse del clan nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

Tra le attività illecite perseguite dall’organizzazione mafiosa, Cappello – Bonaccorsi – in linea di continuità con quanto già emerso nel corso di pregresse indagini svolte dalla Squadra Mobile sul contesto associativo in argomento –  vi è il traffico di sostanze stupefacenti e lo spaccio su piazza.

BALSAMO C.

BALSAMO C.

BALSAMO S.

BALSAMO S.

Tale attività veniva gestita nel territorio al di fuori della città di Catania da Calogero Giuseppe Balsamo (nella foto a destra con il figlio) il quale, collaborato dal figlio Salvatore, immetteva la droga nel circondario di Ramacca e di Motta Sant’Anastasia, cedendola in grossi quantitativi a soggetti fidati per la successiva vendita al dettaglio.

A Catania, invece, il traffico di sostanze stupefacenti veniva controllato da Giovanni Catanzaro e Salvatore Massimiliano Salvo che si avvalevano per l’organizzazione sul territorio di Tommaso Tropea e Mario Ventimiglia.

CATANZARO

CATANZARO

SALVO S.

SALVO S.

All’organizzazione Cappello – Bonaccorsi sono ascrivibili numerose “piazze di spaccio” ricadenti nei rioni cittadini  di San Cristoforo e Librino.

Le indagini hanno inoltre evidenziato l’estensione degli interessi criminali della cosca nelle province di Siracusa, Enna e Caltanissetta, attraverso consolidati rapporti con pregiudicati locali, finalizzati all’investimento di capitali ed al traffico di sostanze stupefacenti.

VENTIMIGLIA

VENTIMIGLIA

TROPEA

TROPEA

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