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Francavilla: ricordando un amico di tutti

Francavilla: ricordando un amico di tutti

La figura del compianto sindaco Salvatore Puglisi, che oggi avrebbe compiuto ottant’anni, viene rievocata dal suo amico d’infanzia Mario Riso, il quale gli è stato accanto anche in politica. Un “amarcord” dei tempi che furono, quando la cittadina dell’Alcantara era la “Reginetta della Valle”. Ma anche la proposta di un modello per le nuove generazioni

Essendo nato il 16 maggio del 1936, proprio quest’oggi avrebbe tagliato il traguardo degli ottant’anni d’età Salvatore Puglisi, “storico” sindaco di Francavilla di Sicilia, improvvisamente deceduto nella notte del 18 gennaio 2011.

Puglisi è stato alla guida del Comune dell’Alcantara per complessivamente ben venticinque anni (tra il 1968 ed il 2002), e nella ricorrenza del suo ottantesimo compleanno vuole ricordarlo, “affidandosi” ad una nostra intervista, il suo coetaneo ed amico d’infanzia Mario Riso, il quale ha politicamente affiancato il compianto amministratore sia da consigliere comunale che da assessore alla Pubblica Istruzione ed ai Servizi Idroelettrici.

– Professore Riso, il rapporto tra lei e Salvatore Puglisi andava oltre la politica, anche perché affonda le sue origini negli anni dell’infanzia…

«Certamente. Siamo stati compagni di studi e soprattutto amici sin dai tempi dell’asilo (oggi chiamato “scuola materna”) presso l’istituto delle Suore del Preziosissimo Sangue, fino alla licenza media e passando per le scuole elementari. Dopo aver conseguito entrambi il Diploma Magistrale, ci siamo dedicati alla ricerca di qualche impiego lavorativo. Già in paese si cominciava a parlare della Riforma Agraria e stavano arrivando le prime richieste di lavoratori.  Così con Salvatore siamo stati ingaggiati come “canneggiatori”. In pratica, con la stadia graduata in spalla dovevamo raggiungere in bicicletta, attraverso impervi sentieri, la località che ci veniva indicata, dove aprivamo l’attrezzo di lavoro e tenendolo ben fermo in posizione verticale consentivamo ad un geometra di leggere la distanza tra due punti. Essendo in possesso di diploma, siamo stati successivamente promossi all’incarico di “scritturali”. Avendo poi sostenuto e superato gli esami del concorso per l’abilitazione all’insegnamento, siamo stati finalmente assegnati alla tanto sospirata sede scolastica, io in Basilicata e lui alle Isole Eolie. Dopo qualche tempo, Salvatore venne trasferito nella nostra Francavilla».

– Che ricordo ha di lui come collega insegnante?

«Per le sue spiccate doti organizzative, il maestro Puglisi si è fatto subito apprezzare anche in ambito scolastico. Andando oltre le attività curriculari ordinarie, sapeva coinvolgere le sue scolaresche in attività sportive ed, in particolare, nella disciplina della pallacanestro, di cui promosse la formazione di varie squadre che si incontravano in un torneo locale alquanto appassionante. Ma l’attaccamento al mondo della scuola è stato una costante anche di tutta la sua attività amministrativa, durante la quale si è sempre speso per assicurare una manutenzione regolare ottimale e la ristrutturazione degli edifici scolastici esistenti in paese, ma anche realizzando nuove strutture (come la scuola materna), fino a battersi efficacemente per l’istituzione di una scuola superiore (la sezione staccata del liceo scientifico di Santa Teresa di Riva) di cui da tempo i cittadini francavillesi sentivano l’esigenza. Da sottolineare, inoltre, che il sindaco Puglisi ha fortemente voluto il controllo sanitario annuale di tutte le classi della scuola dell’obbligo, affinché di ogni alunno si stilasse una scheda, che veniva consegnata ai familiari, valutativa del relativo stato di salute».

– Da uomo di scuola, Puglisi era anche molto sensibile alle politiche culturali. Quali ritiene siano state le sue più importanti realizzazioni su tale fronte?

«Ad esempio l’istituzione della Biblioteca Comunale, da me proposta ed accolta con estremo favore da lui e da tutta la Giunta del tempo. E poi l’acquisizione al patrimonio del Comune di Palazzo Cagnone: il sindaco Puglisi diede l’incarico per la progettazione della ristrutturazione dei relativi locali avendone ben chiara, con lo sguardo rivolto al futuro, la destinazione a museo, con sale polifunzionali concepite per ospitare anche i reperti archeologici di età greca. I lavori vennero poi completati sotto una successiva Amministrazione Comunale. Ma non è di solo Palazzo Cagnone che hanno beneficiato gli amministratori a lui succeduti negli ultimi anni. Pensiamo anche al Parco del Castello, che era un suo “chiodo fisso” benché tutti noi lo considerassimo un “sogno” di non facile realizzazione in quanto bisognava espropriare dei terreni, elaborare un buon progetto con la previsione di una piazza affluente sul Viale Regina Margherita e quindi, cosa certamente non trascurabile, reperire i fondi necessari. Ma quando Salvatore Puglisi si prefiggeva di raggiungere un obiettivo, nessun ostacolo poteva fermarlo: si documentava su ogni dettaglio, inoltrava la richiesta alla Regione e si informava presso i nostri referenti politici sulle possibilità di accesso ai necessari finanziamenti. Così è stato anche per il Parco del Castello, ovvero il giardino pubblico dei francavillesi. E nessuno può vantarsi di averlo realizzato al posto suo, tranne che per dei trascurabili dettagli».

– Qualche “memoria storica” nostrana ricorda, però, che tra lei ed il sindaco Puglisi c’è stato anche qualche momento di incomprensione…

«Durante la nostra lunga frequentazione può esserci stata tra noi qualche divergenza di vedute su specifiche questioni, ma sapevamo ambedue che, al momento giusto, potevamo contare reciprocamente l’uno sull’altro, ed avevamo chiara in mente la nostra funzione di pubblici amministratori, chiamati a fare del nostro meglio nell’interesse della comunità locale, senza secondi fini. Ed, in ogni caso, nel tempo abbiamo dato prova tutti e due di essere rimasti fedeli e coerenti alle nostre idee politiche e sociali».

– Oltre che per le indiscusse capacità personali e l’incondizionato amore per il proprio paese, il sindaco Puglisi ha potuto fare molto per Francavilla grazie anche alla sua amicizia con l’influente ministro socialista messinese Nicola Capria, di cui è stato segretario particolare. Cosa può dirci al riguardo?

«Nicola Capria era un politico di altissimo livello ed una persona leale e generosa, che durante i nostri incontri ci confidava sempre che a Francavilla lui stava bene, come se si trovasse a casa propria. Resta indelebile a Francavilla la traccia delle opere da lui finanziateci (ad esempio la metanizzazione del paese). Ed era tanto il suo apprezzamento per Salvatore Puglisi che lo volle con sé a Roma affinché curasse la sua segreteria particolare. Per la verità ci siamo non poco preoccupati quando è pervenuta la notizia ufficiale del conferimento al nostro sindaco di questo prestigioso incarico; ma posso assicurarvi che Puglisi ha saputo sapientemente gestire i due ruoli. Ed i successivi benefici per il nostro Comune e l’intera cittadinanza non si sono fatti attendere».

– A proposito del ministro Capria e dell’imperante P.S.I. craxiano di cui lui era espressione, si era allora in piena Prima Repubblica, quando nei Comuni come Francavilla un ruolo determinante lo svolgevano le sezioni di partito, che oggi, probabilmente, hanno lasciato un vuoto. Cosa si faceva, ai tempi di Salvatore Puglisi, nella sezione socialista francavillese?  

«Ogni progetto e qualsiasi problematica locale venivano puntualmente discussi nella sede francavillese del Partito Socialista Italiano, dove spesso abbiamo anche avuto il piacere di ospitare autorevoli parlamentari e ministri tra i quali l’On. Salvo Andò ed, ovviamente, il prima citato On. Capria. Chi partecipava alle riunioni mensili aveva la possibilità di ascoltare le relazioni sulle attività politico-amministrative del sindaco, del segretario di sezione o degli assessori espressi dal nostro partito. Faceva seguito un dibattito, a volte alquanto acceso, dove ognuno poteva chiedere chiarimenti ed avanzare proposte. A volte veniva pure effettuato una specie di monitoraggio sulle attività svolte durante il mese precedente nel palazzo comunale, realizzando così quella “democrazia partecipata” della quale ormai si sono purtroppo perse le tracce, e non solo a Francavilla…».

– Oltre a lei, chi erano allora gli altri “compagni di viaggio” del sindaco Puglisi?

«Tra i componenti delle Giunte da lui guidate ricordo, in particolare, i colleghi assessori Andrea Vallone, Giuseppe Di Stefano, Vincenzo Anzalone, Nunziato Grifò ed il compianto Giuseppe Buffo. Erano tutti benemeriti cittadini francavillesi designati a curare ognuno un settore della cosa pubblica secondo le rispettive capacità e competenze ed in un periodo certamente non facile, pieno di incertezze, incognite e paure, ma anche all’insegna di momenti esaltanti e di grandi soddisfazioni, perché sotto la guida vigile ed intransigente di Salvatore Puglisi, il sottoscritto e gli altri prima citati assessori siamo riusciti a fare di Francavilla la “Reginetta dell’Alcantara”, così come in quel periodo veniva denominata la nostra cittadina, che si mostrava viva e vitale, aperta alle innovazioni ed al contempo attenta alle attività artigianali ed alla valorizzazione delle tradizioni. In tutta la provincia di Messina ed anche a livello regionale, questo nostro piccolo Comune veniva dunque additato a modello per l’impegno costante e proficuo del sindaco Puglisi e dei suoi collaboratori, che ha avuto ricadute positive sull’intera Valle».

– Lei ha accennato ad un “periodo certamente non facile”: ritiene che i tempi attuali siano più “facili”?

«Diciamo che quelli della classe 1936, come il sottoscritto e Salvatore Puglisi, nati a ridosso dell’ultima guerra, non apparteniamo certo ad una generazione delle più fortunate: sacrifici, incertezze e paure costituivano il nostro pane quotidiano. Con il passare degli anni, però, si andava via via accendendo un barlume di speranza che si trasformava man mano in realtà. Mi si perdoni, pertanto, la presunzione, ma ritengo che oggi non stiamo affatto peggio di allora. All’attuale generazione, e quindi ai giovani di oggi, dico solo di volgere lo sguardo verso un orizzonte più ampio e di pensare che, anche nei momenti di crisi, si ha sempre la possibilità di scegliere, tra le tante strade possibili, quella giusta, ossia quella che riesce ad appagare non soltanto le necessità materiali (che pure non possiamo trascurare), ma anche e soprattutto quelle relative alla nostra preparazione e ad una sana formazione, premessa essenziale per  partecipare attivamente allo sviluppo di una società. E’ necessario, in pratica, ricominciare con spirito nuovo, impegnandoci per creare tante occasioni di incontro e mantenendo vivo il dibattito sui beni ambientali e culturali, sulle condizioni economiche e sociali della nostra comunità, sui servizi sociali a favore della cittadinanza e sulla naturale vocazione del nostro territorio. Tutte le cose a noi vicine ci appartengono, perché costituiscono il nostro patrimonio, la nostra esperienza ed il nostro ieri. Si tratta di un mondo meraviglioso che la natura, la storia e l’impegno dei nostri avi ci hanno consegnato ed affidato per continuare ad averne cura giorno dopo giorno. E senza perdere di vista la persona che stiamo ricordando, mi piace pensare che Salvatore Puglisi, se fosse ancora tra noi, sarebbe felice di sapere che un gruppo di giovani francavillesi ha avanzato al sindaco in carica la richiesta di poter utilizzare dei locali comunali per riunirsi ed insieme dibattere (non solo su Facebook…) i problemi che li assillano, come le scarse possibilità di lavoro e le condizioni in cui versa il loro paese: in poche parole, discutere della loro vita. Ritengo sia questo il messaggio che noi, giovani di allora, possiamo consegnare ai giovani di oggi per il rilancio della nostra comunità».

– In conclusione, cosa ha lasciato Salvatore Puglisi a Francavilla di Sicilia ed ai francavillesi?

«Per capire quale “lascito” Salvatore Puglisi ha consegnato a noi tutti e in special modo ai giovani, non basta osservare le opere realizzate, le nuove strade, le piazze, il Palazzo Cagnone, il Cineteatro Comunale ecc., ma occorre anche non dimenticare la passione e la dedizione da lui costantemente profuse nel corso del suo lungo mandato di sindaco, nonché da insegnante. A Puglisi tutti i francavillesi sicuramente dobbiamo qualcosa, che potrebbe anche essere un consiglio, la soluzione di un problema o una parola di conforto nei momenti tristi. E tutti abbiamo certamente fruito dei servizi scaturenti dal suo impegno quotidiano, che non badava ad orari o festività e che veniva svolto con la porta del suo ufficio in municipio sempre aperta per accogliere amichevolmente chiunque volesse parlargli. Penso che tutto ciò sia stato frutto non solo della sua indole, incline alla socializzazione e ad una naturale predisposizione all’ascolto, ma anche della sua formazione derivante da una dura scuola di vita in cui i valori della laboriosità, del rispetto e della perseveranza erano fondamentali. Purtroppo, quando nei mesi scorsi la sala consiliare del municipio di Piazza Annunziata ha ospitato la sua commemorazione (che ha visto anche il sottoscritto tra i relatori), la partecipazione dei cittadini francavillesi non è stata quella che l’occasione avrebbe meritato, in considerazione del fatto che Salvatore Puglisi era l’amico di tutti ed a Francavilla ha dedicato tutta la sua esistenza, come hanno invece compreso i tanti politici di rango nazionale, regionale e provinciale e gli amministratori degli altri Comuni della Valle dell’Alcantara, massicciamente intervenuti a quella bella serata in sua memoria».

Rodolfo Amodeo

 

FOTO: da sinistra Salvatore Puglisi e Mario Riso

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