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Cara di Mineo, siamo alla sceneggiata

Cara di Mineo, siamo alla sceneggiata

Salta la revoca in autotuleta degli atti della gara d’appalto. Presto i primi avvisi di garanzia

Di male in peggio verrebbe naturale dire dopo l’annullamento della conferenza stampa convocata per ieri mattina dal sindaco di Mineo e presidente del Consorzio Calatino Terra di Accoglienza, Anna Aloisi. Chi si aspettava un chiarimento sulla gara di appalto dopo il deliberato dell’Autorita Nazionale Anticorruzione, che senza mezzi termini l’ha definita illegittima, o l’annuncio della revoca in autotutela e forse anche lo scioglimento del Cda è rimasto deluso.

Insomma hanno deciso di non decidere. Prendendo tempo per studiare le carte e abbandonando l’idea originaria di revocare in autotuleta gli atti della gara da 96 milioni 900mila euro, bandita dal Consorzio Calatino Terra di Accoglienza, per l’affidamento triennale della gestione del Cara finito nella bufera giudiziaria di “Mafia Capitale”. Ha avuto la meglio, forse, la consapevolezza del rischio di una richiesta di risarcimento da parte dell’Ati che si è aggiudicata l’appalto.

Questa decisione è maturata, e ha preso forma, nella riunione del consiglio di amministrazione di lunedì sera, lontano da occhi indiscreti e alla quale era stato invitato anche Raffaele Cantone che presiede l’authority anticoruzione. Non è escluso che una delegazione di sindaci si recherà a Roma per incontrarlo, dal momento che lo stesso Cantone, stando a voci bene informate, ha dato la sua disponibilità per un sereno confronto sulla vicenda.

La palla passa ora al direttore Giovanni Ferrera (Rup), che ha ricevuto mandato dai sindaci di valutare tutti i rilievi mossi dall’Anac in merito ai presunti profili di illegalità e, in tempi brevi, adottare i provvedimenti necessari, compreso il ricorso al Tar contro il deliberato di Cantone del quale si era vociferato nei giorni scorsi. Ferrera, secondo fonti attendibili, si dice convinto di smontare l’impianto del deliberato dell’authority confermando la convinzione che non è stata fatta alcuna procedura illecita.

E mentre i protagonisti della vicenda cercano in tutti i modi una scappatoia per far valere le proprie ragioni, pare siano già pronti gli avvisi di garanzia che dovrebbero essere recapitati ai destinatari, con profili diversi, nei prossimi giorni. Ambienti vicini al Consorzio dicono che qualcuno lo ha gia ricevuto ed è stato pure ascoltato dalla Procura. Per il momento sono solo voci in attesa dell’ufficialità che dira nomi e cognomi di quanti saranno chiamati a rispondere alle domande dei magistrati.
Il consigliere di opposizione al Comune di Mineo, Pietro Catania, parla di “responsabilità politica grave da parte del sindaco e presidente del Consorzio, Anna Aloisi”. “Non potendo presentare una mozione di sfiducia – prosegue Catania – perchè non sono ancora trascorsi due anni, nei prossimi giorni si valuterà l’opportunità di presentare una mozione di indirizzo per chiedere con forza le dimissioni del sindaco perchè non è stata organo di controllo degli atti amministrativi”. “Per quanto riuguarda il direttore Giovanni Ferrera –  conclude Catania –  va immediatamente sospeso dal Consorzio Calatino Terra d’Accoglienza, per le gravi illegittimità riscontrate dall’Autorità Anticorruzione che senza mezzi termini ha definito il bando fuorilegge”.

Non sappiamo le pieghe che prenderà questa intrigata vicenda. Noi per il momento preferiamo restare ai fatti. E i fatti dimostrano, con i rilievi mossi dall’Anac, che non siamo poi così lontani dalla verità. Assolvere o condannare serve a poco, significherebbe farci partecipi di una sceneggiata creata ad arte per distogliere l’opinione pubblica dal problema. Lasciamo che i protagonisti se la recitino tra loro, convocando e annullando conferenze stampa, promettendo di annullare gli atti per poi fare marcia indietro. Aspettiamo l’evolversi degli eventi, ma sempre ricordando che tutta questa storia, sempre più,  assomiglia a una sceneggiata.

Salvo Reitano

fonte sito partner siciliajournal.it

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