Simboli e codici: l’eredità visiva delle civiltà antiche nel design moderno -
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Simboli e codici: l’eredità visiva delle civiltà antiche nel design moderno

Simboli e codici: l’eredità visiva delle civiltà antiche nel design moderno

Alcuni simboli attraversano i secoli senza perdere il loro potere evocativo. I geroglifici egizi, le rune nordiche, le spirali celtiche e le geometrie greche continuano a ispirare il nostro modo di creare mondi visivi, anche nel digitale. Portano con sé mistero, storia e un senso di profondità che va oltre l’immagine stessa, rivelando frammenti di conoscenza e valori antichi che ancora oggi parlano all’immaginazione contemporanea.

Questa eredità visiva è oggi più viva che mai. La ritroviamo nei videogiochi, nei loghi, nelle interfacce grafiche, nei film e persino nelle app di benessere. In Il Codice da Vinci, ad esempio, la sequenza di Fibonacci, il pentacolo e il simbolismo cristiano diventano chiavi narrative per decifrare enigmi e svelare verità occultate. Ogni simbolo è un indizio, ogni codice è un passaggio verso una rivelazione. Il successo del romanzo e del film dimostra quanto il pubblico sia attratto da questi linguaggi visivi, capaci di trasformare una storia in un’esperienza di scoperta.

Il linguaggio dei simboli, tuttavia, non si è fermato alle pagine dei libri o alle pellicole e ha trovato terreno fertile anche nei mondi interattivi, dove il giocatore diventa parte attiva del rito visivo. Nel mondo videoludico, infatti, il simbolismo antico è spesso al centro dell’esperienza. In God of War, le rune scolpite sulle armi e nei paesaggi rafforzano il legame con la mitologia norrena e trasformano l’ambiente in un racconto visivo. In Journey, il linguaggio grafico minimalista si ispira a scritture arcaiche per creare un’atmosfera sacra e contemplativa. Anche in titoli come Shadow of the Tomb Raider, i glifi maya e le iscrizioni rituali diventano parte integrante del gameplay, guidando il giocatore attraverso enigmi e ambientazioni dense di significato.

Questa tendenza si è estesa naturalmente anche all’intrattenimento ludico. La slot machine Book of Ra, ad esempio, costruisce la sua estetica attorno a geroglifici, scarabei e libri sacri, evocando l’immaginario egizio con precisione e coerenza. Il libro stesso, fulcro del gioco, richiama l’idea di un testo sacro che racchiude segreti cosmici, trasformando ogni icona in una promessa di scoperta. Il design non è mai neutro: ogni dettaglio visivo è pensato per evocare un mondo antico, per stimolare la curiosità e il senso di avventura.

Anche nel branding moderno, molte aziende scelgono di incorporare simboli arcaici per comunicare valori come saggezza, durata, equilibrio. Un logo che richiama un geroglifico egizio o una spirale celtica non è solo esteticamente interessante: è evocativo, riconoscibile, carico di significato. In un mondo dove tutto corre veloce, questi codici visivi offrono radici, parlano di civiltà che hanno lasciato il segno e continuano a farlo, anche su uno schermo.

Forse è proprio questo il segreto dei simboli antichi: non appartengono al passato, ma al linguaggio stesso dell’immaginazione. Cambiano i supporti e le forme, ma la loro forza rimane la stessa, un filo invisibile che unisce la prima incisione su pietra al pixel più luminoso sullo schermo.

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