Accedere a una prestazione sanitaria non dovrebbe mai diventare una sfida estenuante eppure è proprio che è accaduto ad un nostro lettore che, nel tentativo di prenotare un semplice monitoraggio cardiorespiratorio notturno (prestazione cod. 89.17.3) presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico “G. Rodolico – San Marco” di Catania. A testimonianza di seguito il suo racconto.
“Dal 4 settembre 2025 ho provato, senza successo, a contattare quotidianamente i numeri ufficiali del sistema di prenotazione telefonica del Policlinico. Parliamo di oltre 120 chiamate effettuate — un dato che si commenta da solo — e di nessuna possibilità di dialogare con un operatore o di completare la prenotazione.
I numeri indicati dal sito ufficiale dell’Azienda (800 066 233 da rete fissa e 095 9994900 da cellulare) risultano sistematicamente inutilizzabili: nel secondo caso, la chiamata viene inspiegabilmente interrotta dopo circa un minuto e quaranta secondi, mentre nel primo non si ottiene alcuna risposta utile.
Il disagio non è solo personale, ma sistemico. Non è un problema di tempi d’attesa, bensì di totale impossibilità di accesso alla prestazione sanitaria stessa, nonostante il possesso di una regolare prescrizione medica. Questo tipo di inefficienza viola apertamente l’articolo 32 della Costituzione Italiana, che tutela il diritto alla salute come fondamentale per l’individuo e interesse della collettività, e rappresenta una evidente inosservanza dell’articolo 97, che impone alla Pubblica Amministrazione di agire con efficienza, efficacia e trasparenza.
Per segnalare la gravità della situazione, ho inviato in data 25 settembre una comunicazione formale via pec alle seguenti istituzioni: Policlinico di Catania, URP Policlinico, Assessorato Regionale della Salute – Regione Siciliana e Ministero della Salute.
L’unico riscontro ricevuto finora è una nota di cortesia da parte dell’URP del Policlinico, che ha comunicato di aver trasmesso la segnalazione all’ufficio competente. Tuttavia, a distanza di settimane, nessuna soluzione concreta è stata proposta, né tanto meno è stata effettuata la prenotazione.
Questo silenzio amministrativo si traduce, nei fatti, in una negazione del diritto alla cura, con possibili gravi ripercussioni sulla salute dei cittadini. Inoltre, viene infranto anche il Decreto Legislativo n. 502/1992, che definisce i livelli essenziali di assistenza (LEA), obbligando il SSN a garantire un accesso tempestivo e appropriato alle prestazioni.
In un’epoca in cui si parla quotidianamente di digitalizzazione e semplificazione amministrativa, è paradossale che un cittadino non riesca nemmeno a prenotare un esame tramite un sistema telefonico automatico.
Mi domando: quanti altri utenti si trovano nella mia stessa situazione, senza avere la possibilità – o la forza – di denunciare pubblicamente il disservizio?
Questa non è una polemica personale. È un atto di responsabilità civica. Chiedo che si intervenga immediatamente per ristabilire un diritto fondamentale e che si risolvano le inefficienze di un sistema che, in queste condizioni, rischia di fare più danni che diagnosi.
Resto in attesa, come ogni cittadino dovrebbe poter fare con fiducia, di una risposta concreta, non solo per me, ma per tutti coloro che meritano di essere ascoltati e curati, non ignorati”.
Alfio Papa