Se il decoro urbano fosse una priorità reale, Giarre sarebbe in codice rosso da anni. E invece, tra annunci, post social e qualche “rattoppo” improvvisato, la città si ritrova ancora una volta sommersa da disagi enormi, pericoli incombenti e una gestione del territorio che grida vendetta.
Il caso più emblematico? Via Trieste, proprio di fronte al Liceo Scientifico Leonardo, dove i recenti lavori per i sottoservizi si sono trasformati in un boomerang: il manto stradale è già ceduto, creando un avvallamento pericoloso proprio in corrispondenza del nuovo asfalto. Un crollo annunciato, figlio di interventi eseguiti senza criterio e probabilmente senza un’adeguata compattazione del fondo. Ma non finisce qui.
Spostandosi di qualche isolato verso il centro, la situazione peggiora. In viale Don Minzoni, arteria centrale e frequentata, le strade sono un campo minato. Le buche punteggiano la carreggiata come un mosaico terrificante, alcuni tombini sono sprovvisti delle griglie, lasciando vere e proprie trappole a cielo aperto per pedoni, ciclisti e automobilisti. Una situazione già denunciata da diversi residenti, rimasta però inascoltata.
E se guardi giù, trovi l’asfalto dissestato. Se guardi su, i marciapiedi sono impraticabili: erbacce che spuntano da ogni aiuola, piante che invadono i camminamenti, sporcizia che si accumula giorno dopo giorno. Il tutto sotto il sole dei mesi estivi, che rende secco, giallo e ancora più visibile lo stato di abbandono.
Mentre i cittadini lamentano a gran voce questo degrado diffuso, l’amministrazione comunale sembra barcamenarsi tra l’emergenza e l’annuncio. Si tappano le buche alla buona, si coprono i cedimenti con un sottile strato di bitume che si sbriciola in pochi giorni. Si interviene a macchia di leopardo, senza un piano serio di manutenzione, prevenzione o decoro.
In questo scenario, a perdere è la vivibilità di Giarre. A farne le spese sono i cittadini, che pagano le tasse ma camminano “nel verde”. A guadagnarci, forse, solo la vegetazione spontanea, che nel silenzio generale si riprende pezzi interi di città.
La domanda resta una: quanto ancora si potrà andare avanti così?
Finché il decoro urbano sarà gestito sui social, anziché con interventi programmati, ispezioni tecniche e veri atti di governo del territorio, Giarre resterà la città delle toppe e dei rattoppi, dove il cittadino si abitua a schivare buche e tombini invece che pretendere vivibilità. E questo, francamente, non è più accettabile. Per nessuno.