“La discriminazione non fa parte del gioco”. Con questo messaggio, accompagnato da altri striscioni come “Esclusi senza motivo, vogliamo risposte” e “Un campo negato è un diritto violato”, si è aperto ieri mattina in piazza Municipio un sit-in pacifico promosso dalle società sportive storiche della città per chiedere la fruizione del campo sportivo “Attilio Grimaldi” e della palestra comunale affidati nel 2020 a un’unica associazione sportiva. Alla manifestazione hanno preso parte atleti, allenatori, bambini, famiglie e dirigenti delle associazioni A.S.D. Alkantara, A.S.D. Gio.Ca.To, A.S.D. Randazzese Baseball, Happy Friends Baseball e Tennis Club Randazzo, tutte attive da oltre quindici anni nella diffusione e nella pratica dello sport giovanile dilettantistico.
Le società denunciano la gestione arbitraria e monopolistica dell’impianto. Una situazione che, a loro dire, ha portato al sistematico rifiuto delle richieste di utilizzo presentate dalle società, senza motivazioni scritte né trasparenti.
“Sport per tutti e strutture per tutti” – hanno ribadito i manifestanti – perché i beni pubblici non possono essere piegati agli interessi di pochi né usati come strumenti di consenso elettorale. E ancora: “Escludere non è gestire. È fallire”, recitava un altro degli striscioni, a sottolineare come l’attuale modello di gestione vada contro i principi di equità, concorrenza leale e trasparenza che, invece, devono regolare l’uso dei beni comuni.
Nel corso della mattinata, una delegazione di rappresentanti delle associazioni è stata ricevuta dalla Commissione Straordinaria, che ha mostrato attenzione e sensibilità rispetto al problema e si è impegnata a valutare un intervento rapido.
Nel documento consegnato alla Commissione si chiedono misure chiare e immediate: Verifica della regolarità della concessione attualmente in vigore. Sospensione e revoca immediata dell’affidamento esclusivo, giudicato in regime di monopolio e di malagestione. Accertamento della gestione economica e dei bilanci, temendo possibili danni per le casse del comune per mancati introiti. Ripristino di un accesso equo e trasparente agli impianti per tutte le società richiedenti. Adozione di un regolamento pubblico e condiviso, che garantisca regole chiare e uguali per tutti. Tutela delle società sportive storiche che da anni sostengono e promuovono lo sport giovanile a Randazzo.
La battaglia delle associazioni non riguarda solo la gestione degli spazi, ma investe un principio più ampio: “Lo sport è un diritto di tutti e non un privilegio per pochi”. Per questo motivo, i manifestanti hanno voluto ribadire con forza che “ci avete tolto il campo, non la voce”.
Lo sport, ricordano, non può essere ridotto a terreno di scontro politico o di favoritismi elettorali: deve restare un bene pubblico al servizio della comunità, dei ragazzi e del futuro della città.
Le società sportive restano fiduciose nell’intervento della Commissione, ma allo stesso tempo sono consapevoli che il cammino verso una gestione equa e trasparente sarà complesso. “In gioco – hanno concluso – non ci sono solo gli impianti, ma i nostri giovani e il futuro della comunità randazzese”.