Randazzo: luglio "caldo" tra acqua non potabile e potature estive che fanno discutere -
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Randazzo: luglio “caldo” tra acqua non potabile e potature estive che fanno discutere

Randazzo: luglio “caldo” tra acqua non potabile e potature estive che fanno discutere

La storica cittadina dell’Etna si trova oggi in una situazione di emergenza sanitaria e gestionale senza precedenti. La recente ordinanza n. 36 del 17 luglio scorso emanata dalla Commissione Straordinaria ha ufficialmente decretato il divieto temporaneo dell’uso potabile dell’acqua in alcune zone del centro urbano, a causa dei risultati delle analisi che hanno evidenziato la presenza di Escherichia coli e Batteri coliformi oltre i limiti di legge.

Le analisi, condotte il 14 luglio, hanno riguardato diverse vie e piazze, tra cui piazza Sacro Cuore, via Coclite, via Galliano, e molte altre zone strategiche per la vita quotidiana dei cittadini. Il divieto, che si estende “fino a revoca”, impone norme stringenti sulla distribuzione dell’acqua, lasciando anziani e famiglie in preda a preoccupazioni crescenti.

L’ASP di Catania, in accordo con il Comune, ha disposto subito anche la pulizia dei serbatoi privati, per tentare di contenere l’allarme. Ma le cause del problema sembrano più profonde e strutturali: sembra che la rete idrica sia obsoleta e non più in grado di garantire standard di sicurezza, nonostante i numerosi controlli in corso.

Se l’emergenza idrica crea apprensione tra i cittadini, il problema del verde pubblico non è da meno. Le recenti potature di platani in piena estate hanno scatenato aspre critiche. La domanda principale è una: “Chi ha deciso di effettuare la potatura degli Acer Platanoides vicino alla porta o mustu” a luglio, sotto il sole cocente e con temperature superiori ai 35 gradi?

La decisione di potare in piena estate, invece che nel periodo di riposo vegetativo tra fine gennaio e marzo, non convince. Interventi fatti in modo che appare ai più affrettato, senza considerare le prassi consigliate, rischiano di compromettere la salute degli alberi e di creare danni che dureranno nel tempo.

Gli anziani cittadini ricordano i tempi in cui il Corpo Forestale di Catania curava con attenzione queste sistemazioni, rispettando i tempi e le modalità corrette. Oggi, invece, sembra esserci una carenza di coordinamento. “Sembra che si faccia tutto alla rinfusa, senza sapere esattamente cosa si sta facendo” commenta un residente.

La crisi idrica, con le sue conseguenze sulla salute pubblica, si intreccia con un’azione amministrativa che avrebbe bisogno di migliore programmazione. La speranza è che le autorità locali avviino un piano di interventi efficaci e condivisi, per restituire a Randazzo la sua storia di città viva, sicura e curata.

I cittadini chiedono solo una cosa: garanzie di sicurezza e rispetto per il loro ambiente e la loro salute.

Alfio Papa

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