Storia del blackjack: dall’origine del nome fino al gioco virtuale -
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Storia del blackjack: dall’origine del nome fino al gioco virtuale

Storia del blackjack: dall’origine del nome fino al gioco virtuale

Si tratta senza dubbio di uno dei giochi più amati e praticati non soltanto in Italia, bensì in tutto il mondo. Come per tutti i giochi di carte e non, le sue origini sono antichissime e nel corso del tempo regole e modalità di gioco sono mutate e non poco, ma le prime tracce di blackjack simile a come lo conosciamo ora risalgono alla Francia del 1700.

Vingt-et-un in Francia nel 1700 per poi diventare blackjack negli USA

Il blackjack come lo giochiamo oggi è nato in Francia nel XVIII secolo e lo scopo è raggiungere la somma totale di 21. Non tutti sanno che il nome blackjack fa riferimento a un bonus introdotto nel gioco negli Stati Uniti, ma che è stato poi abolito. Infatti, in origine il gioco si chiamava vingt-et-un, in francese “21”. Pressappoco dal 18o secolo ad oggi le regole non sono cambiate di molto: l’unica differenza nella versione originale francese del 21 era che solo il banco poteva raddoppiare la posta una volta raggiunto il punteggio massimo. Il “blackjack” è in realtà un tipo di mano introdotta negli USA che consisteva in un pagamento extra al giocatore che riceveva come prima carta un asso di spade con un jack “nero”, ovvero di spade o fiori. Lo svolgimento del gioco è molto simile a quello del celebre gioco italiano sette e mezzo e il termine “sballato” viene difatti ripreso anche in inglese con la traduzione di bust. Tale conferma ci viene anche dal blackjack di betfair: sulla piattaforma il gioco viene riportato nella stessa sezione del sette e mezzo Live.

Il blocco del 19o secolo da parte del governo americano e l’evoluzione virtuale

In seguito alla rivoluzione francese, il gioco viaggiò attraverso diversi continenti per arrivare nell’America del Nord, dove potette facilmente espandersi grazie alle maggiori libertà in materia di gioco d’azzardo vigenti sul territorio americano. Nei primi anni del ‘900 il gioco ebbe una battuta d’arresto in seguito alle leggi contro il gioco d’azzardo, ma si continuava a giocare in clandestinità. Fu il Nevada nel 1931 a legalizzare e regolamentare il gioco nella celebre Las Vegas. Il blackjack è stato anche uno dei primi giochi di carte studiati dalla scienza: nel 1953 fu Roger Baldwin a tentare un approccio matematico al gioco, tanto da pubblicare alcune scoperte fatte insieme ai suoi collaboratori sul giornale dell’associazione statistica americana in un saggio dal nome “Strategia ottimale nel blackjack”. Si trattava di ben dieci pagine dedicate al gioco, una sorta di guida per trovare la migliore strategia possibile. Da allora la relazione fra scienza e blackjack non si è più fermata, tanto che il matematico statunitense Thorp, basandosi sugli studi di Baldwin, pubblicò un libro fra i più venduti negli Stati Uniti fra il 1962 e il 1965: “Beat the dealer”, letteralmente tradotto sconfiggi il banco. Ma uno dei casi più celebri del connubio fra matematica e blackjack si ebbe alla fine degli anni ‘90, quando un gruppo di studenti del MIT guadagnarono milioni di dollari applicando formule matematiche al gioco, fin quando vennero poi banditi da tutti i casinò.

Rimane senza dubbio uno dei giochi più appassionanti nel mondo dei tavoli verdi da casinò, tanto da ispirare anche film celebri come “21” con Kevin Spacey che prende ispirazione proprio dalle vicende dei sei studenti del MIT e del loro insegnante.

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