Ufficio Postale di Randazzo al centro delle proteste: disservizi e diritti negati -
Catania
16°

Ufficio Postale di Randazzo al centro delle proteste: disservizi e diritti negati

Ufficio Postale di Randazzo al centro delle proteste: disservizi e diritti negati

Da mesi la comunità randazzese si trova a convivere con una situazione definita da molti “inaccettabile” e “al limite della dignità umana”. La chiusura prolungata dell’Ufficio Postale di via Carlo Levi, attualmente oggetto di lavori di ristrutturazione, ha infatti costretto l’utenza a rivolgersi a due container provvisori collocati all’esterno della sede.

Una sistemazione che, almeno sulla carta, avrebbe dovuto garantire la continuità dei servizi essenziali. Nella realtà, però, quello che si è venuto a creare è un quadro fatto di attese interminabili all’aperto, disagi, rischi per la salute e malcontento crescente.

Utenti costretti al gelo in attesa del proprio turno

I container provvisori, troppo piccoli per accogliere il flusso quotidiano di utenti, lasciano inevitabilmente gran parte delle persone in fila all’esterno. All’assenza quasi totale di ripari dalle intemperie si aggiunge la rigidità climatica prevista per l’inverno, definito dagli esperti “tra i più freddi degli ultimi anni”.

Le immagini e le testimonianze raccolte negli ultimi giorni parlano di anziani costretti a sostare al gelo, persone fragili in evidente difficoltà e cittadini che, pur di ritirare una pensione o effettuare un pagamento urgente, restano per lunghi minuti – spesso per ore – esposti alle basse temperature.

Una condizione che, oltre al comprensibile disagio, solleva dubbi sul rispetto dei requisiti minimi di sicurezza e accessibilità che un servizio pubblico essenziale, come quello postale, è tenuto a garantire.

L’esposto di un cittadino: “Situazione gravissima e ormai insostenibile”

A farsi portavoce della protesta è stato lo stesso Alfio Papa, cittadino randazzese, che ha presentato un formale esposto-diffida indirizzato a Poste Italiane.

Nel documento vengono elencate in modo puntuale tutte le criticità riscontrate, evidenziando come gli attuali allestimenti provvisori non siano in alcun modo adeguati né conformi ai criteri minimi necessari per accogliere un’utenza tanto vasta e variegata.

La diffida chiede con urgenza:

  • l’installazione immediata di un ulteriore container riscaldato e dotato di sedute;
  • coperture sicure per l’accesso e per le aree di attesa;
  • informazioni certe e documentate sulla durata dei lavori di ristrutturazione;
  • in alternativa, l’individuazione – insieme al Comune – di locali temporanei più idonei e al chiuso.

Un appello accorato che nasce dalla constatazione di come, fino ad ora, non sia stata predisposta alcuna soluzione realmente efficace per tutelare l’utenza.

I rischi legali e il ruolo delle istituzioni

Nel suo esposto Papa sottolinea come il servizio postale universale sia classificato dalla legge come servizio essenziale, e come tale debba essere erogato in condizioni di sicurezza, decoro e piena accessibilità.

Le attuali modalità operative, secondo quanto denunciato, potrebbero configurare non solo un disservizio grave ma anche potenziali responsabilità civili qualora si verificassero danni alla salute degli utenti.

In caso di mancato riscontro da parte di Poste Italiane, lo stesso cittadino ha dichiarato di essere pronto a rivolgersi ad AGCOM, al Comune, alle autorità competenti e alle associazioni dei consumatori, oltre a coinvolgere la stampa – cosa che, evidentemente, sta già avvenendo.

Una comunità in attesa di risposte

Il malcontento tra i residenti cresce di giorno in giorno. A Randazzo, dove l’ufficio postale rappresenta un punto nevralgico per migliaia di persone – pensionati, professionisti, famiglie, imprese – la situazione appare ormai insostenibile.

In molti si chiedono perché, pur essendo note da tempo le condizioni climatiche e la mole di utenti, non siano state adottate soluzioni più adeguate per garantire continuità del servizio in sicurezza.

La richiesta è unanime: serve un intervento tempestivo. Serve garantire un luogo dignitoso e protetto dove poter attendere il proprio turno, senza rischiare la salute o dover rinunciare a un diritto fondamentale.

Conclusioni

L’appello lanciato da Alfio Papa non è solo una denuncia individuale: è lo specchio del disagio di un’intera comunità. Ora si attende una risposta rapida e concreta da parte di Poste Italiane, affinché i cittadini di Randazzo possano tornare a usufruire dei servizi postali in condizioni adeguate, rispettose della loro dignità e della normativa vigente.

La speranza è che la voce dei cittadini non resti inascoltata e che, finalmente, vengano adottate misure efficaci per porre fine a una situazione che, per molti, non è più sostenibile.

Potrebbero interessarti anche