Le associazioni del territorio di Giarre intervengono, con una nota, sull’ennesimo paventato depotenziamento dell’ospedale di Giarre, ricordando che hanno da sempre rappresentato un presidio vigile e attivo in difesa dell’ospedale cittadino.
“Già dall’anno 2000 – si legge nella nota – le realtà civiche si sono mobilitate con decisione, promuovendo una manifestazione che chiedeva a gran voce l’apertura del nuovo ospedale. A questa storica mobilitazione è seguita una petizione che ha raccolto ben 16.000 firme, espressione concreta della volontà popolare, e poi una lunga battaglia per la riapertura del pronto soccorso, dopo che era stato chiuso. Anche negli ultimi anni, l’attenzione verso il destino dell’ospedale è rimasta viva grazie all’impegno costante di Cittadinanzattiva e delle altre associazioni locali.
L’ospedale di Giarre non è solo un luogo di cura, ma un presidio fondamentale per una comunità di circa 100.000 abitanti. Ogni tentativo di ridimensionare i suoi servizi rappresenta un pericolo concreto per il diritto alla salute della popolazione, in particolare per le persone più fragili e per chi vive nelle aree periferiche del comprensorio”.
Secondo le associazioni, la recente proposta di demansionamento, basata su un documento di programmazione dell’assessorato regionale che prevede tagli non ponderati dei posti letto, si inserisce in una strategia più ampia di riduzione della spesa sanitaria.
“Dietro la cosiddetta “razionalizzazione” si cela, di fatto, la volontà di smantellare la sanità pubblica e penalizzare gli ospedali periferici a vantaggio dei territori politicamente più forti anche se vicini ai centri urbani sedi delle maggiori e più attrezzate strutture sanitarie verso un modello di sanità privata basato sul sistema delle assicurazioni e delle grandi fondazioni ospedaliere private.
Tale impostazione è inaccettabile poiché compromette la tutela sanitaria di decine di migliaia di persone; non si può razionalizzare la spesa sulla pelle dei cittadini né accettare una “guerra tra poveri” in nome di tagli che colpiscono sempre gli stessi territori. È inammissibile che l’ospedale di Giarre venga ancora una volta penalizzato rispetto, a quello di Acireale, più vicino ai grandi ospedali di Catania. Così come è inammissibile che vengano penalizzati altri ospedali di comunità che non hanno le stesse difese politiche (e i casi sono tanti…)”.
All’assessorato regionale della salute le associazioni chiedono una programmazione sanitaria non basato sulla “razionalizzazione della spesa” ma sulle reali esigenze dei territori preservando gli ospedali minori che rimangono il presidio più prossimo alle esigenze di salute e di cura delle comunità:
- Il potenziamento e la riqualificazione effettiva dell’ospedale di Giarre, con investimenti strutturali e risorse adeguate di personale sanitario e l’apertura di un dialogo trasparente con la cittadinanza e tutte le parti interessate;
- Monitoraggio attento sulle esigenze reali della popolazione, soprattutto nelle aree meno servite;
- Politiche sanitarie eque e orientate alla persona, che non lascino indietro nessuna comunità.
Secondo le associazioni, occorre che le amministrazioni comunali, a partire dal sindaco di Giarre comune capofila del distretto sanitario, assumano un atteggiamento forte, promuovendo varie azioni di lotta e coinvolgendo la popolazione in modo diretto e partecipato.
Le associazioni del territorio ribadiscono la propria disponibilità al dialogo con le istituzioni e riaffermano con forza che la salute non può essere oggetto di compromessi o logiche di risparmio indiscriminato e si dichiarano pronte a sostenere fattivamente le azioni più incisive necessarie.
Il documento è firmato da Associazione l’Agorà, Associazione politico culturale Articolo Uno, Anpi sez. Giarre Riposto, Cgil Giarre, Cinecircolo l’Agorà, Cittadinanzattiva zona jonica-etnea/Giarre, Coordinamento donne zona jonica etnea, Fidapa Giarre Riposto, Fidapa Porto dell’Etna, Gru, Nessuno è Straniero, Società Giarrese di Storia Patria e Cultura, Associazione Culturale Trucioli e Associazione Un’Altra Storia.